CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

 

PROPOSTA DI INCHIESTA CONSILIARE, N. 1

presentata dai consiglieri regionali

PISU - MARROCU - BIANCU - LICHERI - PORCU - BALIA - ATZERI - SCARPA - SALIS - SERRA - LANZI - FADDA Giuseppe - CALIGARIS - URAS - PACIFICO - DAVOLI - IBBA - SANNA Alberto - CHERCHI Silvio - MANINCHEDDA - CERINA - MARRACINI - SABATINI - LAI - GESSA - SANNA Franco - PINNA - FLORIS Vincenzo - ORRÙ - BARRACCIU - COCCO - CUCCA - CACHIA - GIAGU - PITTALIS - CUCCU Giuseppe - FADDA Paolo - SANNA Simonetta - SANNA Francesco - BRUNO - PIRISI - CALLEDDA - CORRIAS - MANCA - MATTANA - UGGIAS - CORDA - FRAU

il 6 dicembre 2005

Inchiesta sullo stato di salute dell'ecosistema sia nei territori direttamente interessati dall'attività militare sia nei territori vicini

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RELAZIONE DEI PROPONENTI

Nei territori sardi interni e vicini ai poligoni militari vengono denunciati livelli altissimi di inquinamento delle falde acquifere, dei terreni e dell'ambiente in generale, nonché la presenza di elevatissime percentuali di malati di tumore e di nascite malformi.

Le analisi ufficiali effettuate nei poligoni di Quirra e di Capo San Lorenzo dal Ministero della difesa hanno evidenziato la presenza di altissimi livelli di inquinamento, causati da antimonio, arsenico, cadmio, rame e piombo, ma hanno svincolato i casi di tumore e inquinamento dell'ecosistema dall'attività militare.

Le stesse analisi, tuttavia, vengono smentite da analisi effettuate da laboratori indipendenti, che evidenziano come gli elementi tossici e mortali presenti negli organismi animali e nell'ambiente possano essere riconducibili all'uso che di quel territorio viene fatto. A questo proposito, lo stato delle cose appare tale da far supporre che le analisi effettuate dal Ministero possano essere incomplete o parzialmente veritiere.

Appare anche difficile comprendere perché l'alto numero di casi di tumore e nascite malformi denunciato da privati, medici e media non trovi allarmato riscontro nelle statistiche delle ASL dei territori di riferimento.

Del resto, visto che sia paesi stranieri che industrie private hanno usato i poligoni presenti sul nostro territorio, occorre anche verificare quali accertamenti siano stati fatti, relativamente alle ripercussioni per il territorio e i suoi abitanti, in seguito alle sperimentazioni effettuate.
Se questi sono i fatti, occorre anche, con urgenza, individuare se effettivamente esistono dei fattori inquinanti, quali sono e a che cosa sono dovuti.

Più in particolare si può, documentalmente, affermare quanto segue.

Nel dicembre 2002, in seguito al grande allarme levatosi per la presenza di un altissimo numero di tumori al sistema emolinfatico nella frazione di Quirra (sito isolato distante circa 14 km da Villaputzu), il Ministero della difesa, attraverso il sottosegretario Cicu, affidò al dipartimento di Scienze ambientali "G. Sarfatti" dell'Università di Siena un incarico formale per l'effettuazione di uno studio sulla distribuzione dell'uranio e di altri elementi tossici nei poligoni di Quirra e San Lorenzo.

I risultati di tale studio furono presentati nel mese di maggio 2004, alla presenza dello stesso sottosegretario Cicu, nel dipartimento di Scienze della terra dell'Università di Cagliari, coinvolto per l'effettuazione delle analisi sui campioni. I tecnici del dipartimento, guidati dal professor Luca Fanfani, non avendo partecipato al campionamento eseguito dai tecnici dell'Università di Siena, garantirono esplicitamente l'accuratezza delle analisi sui campioni trasmessi, ma non l'accuratezza della raccolta.

Nel documento di sintesi, prodotto dall'Università di Siena, si afferma che lo studio ha coinvolto 2.000 campioni di rocce, suolo, acque naturali, sedimenti fluviali, vegetali e licheni epifiti altamente sensibili alla qualità dell'aria, prelevati per il 75 per cento all'interno dell'area militare e per il 25 per cento all'esterno di tale area.

Nelle conclusioni dello stesso documento si escludono sia l'apporto di uranio non naturale nel suolo sia la presenza di uranio naturale al di fuori della norma di riferimento, si attesta l'ottima qualità dell'aria e dell'acqua, e si tende a ridurre tutta la questione dell'inquinamento all'area della miniera dismessa di Baccu Locci, ubicata in una parte piuttosto marginale del poligono di Quirra ad una quota di 215 m s.l.m. (da notare che tutto l'altipiano si estende ben oltre i 600 m s.l.m.).

Tuttavia (tralasciando che per un campionamento inconfutabile, dato che la superficie a terra dei due poligoni è di circa 12.000 ha, si sarebbero dovuti raccogliere non meno di 13.000 campioni e non i 2.000 effettivamente esaminati), all'interno dello stesso documento alcune tabelle, di seguito riportate, appaiono di particolare interesse.

Tabella n. 1 - Range delle concentrazioni di 11 elementi in traccia dosati in campioni selezionati (e rappresentativi) dei principali tipi di rocce affioranti nell'area del Salto di Quirra.

 

Elemento

Range delle concentrazioni
[mg/kg]

antimonio

0,06-9,75

arsenico

0,61-215,61

cadmio

<0,01-1,51

cobalto

0,08-17,79

cromo

0,88-124,94

nichel

1,34-82,38

piombo

1,59-72,28

rame

2,18-76,16

tallio

0,03-2,92

uranio

0,38-9,98

zinco

16,95-466,48

 

Tabella n. 2 - Intervallo delle concentrazioni di elementi in traccia nel suolo dell'area del Salto di Quirra e valori naturali di riferimento

(concentrazioni espresse in mg/kg)
 

Elemento

Salto di Quirra

Intervalli naturali di
riferimento

antimonio

0,22-54,01

0,05-4,0

arsenico

2,71-3.732,52

0,1-40

cadmio

<0,01-11,76

0,01-0,96

cobalto

2,60-49,40

0,05-65

cromo

9,2-426,0

5-1.500

nichel

4,8-143,0

2-750

piombo

9,7-2.166,0

<1-50

rame

<1-1.142,7

<1-50

uranio

0,79-11,42

0,1-40

zinco

7,10-2.091,1

10-300

 

All'interno della tabella n. 2 si può notare come antimonio, arsenico, cadmio, piombo e rame abbiano, nei suoli, una presenza altissima rispetto agli intervalli naturali di riferimento; nel confronto tra le due tabelle viene invece spontaneo domandarsi come sia possibile che, all'interno delle rocce presenti, i valori per questi elementi siano nella norma mentre, nel suolo che si origina da quelle stesse rocce, siano così alti e anomali.

Per ammissione dello stesso documento tali metalli in valori anomali si trovano concentrati nelle zone di Baccu Locci, Monte s'Ollasteddu, Sa Lilla (questi ultimi a quote ben più alte di Baccu Locci) e sono presenti in "alcune" acque e vegetali con concentrazioni comunque anomale.

Paradossalmente, l'evidenza per cui questi dati sono importanti, allarmanti e non trascurabili, attiva dagli studi effettuati in un altro laboratorio scientifico del "Continente". Infatti, presso l'Università di Modena, la dottoressa Antonietta M. Gatti ha prodotto le fotografie documentali che dimostrano la presenza, nello sperma e nei tessuti tumorali dei militari che rientravano dal Kossovo e dall'Iraq, di nanoparticelle metalliche dello stesso tipo di quelle da lei ritrovate nei tessuti tumorali di un soldato che ha svolto la sua attività anche a Quirra e in un agnello, nato malforme, la cui madre ha pascolato vicino al poligono interforze di Quirra.

Purtroppo, tra le particelle metalliche contenute nei tessuti tumorali di quei militari e nell'agnello, che gli impedirono di poter vivere a lungo e normalmente, si ritrovano i metalli riscontrati in valore anomalo nel territorio di Quirra e certificati dal lavoro commissionato all'Università di Siena dagli stessi militari.

D'altronde, la documentazione geologica redatta dal geologo G.P. Farci per conto dell'Unione nazionale arma dei carabinieri (UNAC) certifica la presenza, sull'altipiano, di crateri di esplosione ad uso militare da cui potrebbero essersi sollevate nubi di polvere che, diffondendosi nel territorio circostante anche per diversi chilometri, potrebbero essere state un utile veicolo per la diffusione delle nanoparticelle metalliche. La stessa relazione evidenzia la presenza di due emergenze idriche (nella stessa zona posta a circa 600 metri di quota), a cui si abbeverano le greggi e le mandrie, composte non da acqua trasparente che fuoriesce dal terreno, ma da un liquido multicolore, con patine superficiali a diversa densità.

La stessa dottoressa Gatti, nella primavera del 2002, ha effettuato un monitoraggio per conto della ASL n. 8 di Cagliari con considerazioni preoccupanti sullo stato di salute del territorio. Questo studio, tuttavia, non ha avuto piena considerazione.

Di pari passo, l'organizzazione Scienziati contro la guerra (composta da docenti e ricercatori facenti capo a istituti di ricerca universitari, al CNR e all'Enea), per voce del professor Mauro Cristaldi (professore associato presso l'Università La Sapienza di Roma), afferma che, con i metodi utilizzati dall'equipe dell'Università di Siena, è impossibile individuare e isolare i radionuclidi eventualmente presenti nel territorio di Quirra e propende, in seguito a singole indagini non finanziate condotte su questo territorio, ad affermare l'alta probabilità che l'uranio radioattivo e altri elementi tossici siano stati utilizzati negli scorsi anni.

La verifica di ciò può essere effettuata soltanto tramite un progetto che preveda l'uso di bioindicatori territoriali e che richiede pertanto appositi stanziamenti.

Pertanto, i proponenti concordano che l'indagine commissionata dal Ministero della difesa attraverso il sottosegretario Cicu, può essere un interessante punto di partenza ma, tuttavia, richiamano l'attenzione sui seguenti fatti:

a) la concentrazione altissima e anomala dei circa 15 su 150 abitanti della frazione di Quirra affetti da tumore al sistema emolinfatico (fatto denunciato per primo dal dottor Pili, medico e già sindaco di Villaputzu);

b) il caso dei bimbi malformi di Escalaplano (gravi patologie alla nascita, in concentrazioni altissime e anomale, verificatesi in alcuni anni in particolare);

c) l'affermazione dell'intera comunità scientifica che l'arsenico (legato in particolare alla miniera di Baccu Locci) non dà luogo a linfomi e leucemie.
Tali fatti richiedono un intervento immediato, che possa dare una risposta certa e inconfutabile ai dubbi riguardanti problemi di salute e di uso del territorio e dei suoi abitanti.

Risposte con una tale valenza non possono certamente venire da perizie che possono essere considerate di parte, ma solo dall'intervento urgente e preciso delle istituzioni civili e, primo fra tutti, del Consiglio regionale della Sardegna.

Pertanto, alla luce di tutto quanto sopra esposto, si propone l'istituzione di una commissione di inchiesta ai sensi degli articoli 124 e 125 del Regolamento.

 

TESTO DEL PROPONENTE

Art. 1
Oggetto

1. Ai sensi degli articoli 124 e 125 del Regolamento interno è istituita una Commissione d'inchiesta consiliare avente per oggetto la verifica dello stato di salute dell'ecosistema sia nei territori direttamente interessati dall'attività militare sia nei territori vicini.

Art. 2
Composizione, funzionamento e durata

1. La Commissione d'inchiesta è composta da nove Consiglieri regionali.

2. Alla nomina dei componenti della Commissione, la cui composizione deve rispecchiare la proporzione dei gruppi consiliari, provvede il Presidente del Consiglio regionale entro trenta giorni dall'approvazione della presenta proposta.

3. La Commissione elegge nel suo seno un presidente e un ufficio di presidenza.

4. Per il funzionamento della Commissione si applicano, in quanto compatibili, le norme recate al capo VI del Regolamento interno del Consiglio regionale.

5. La Commissione delibera sulle consulenze professionali e le altre spese occorrenti per la sua attività, nei limiti della disponibilità finanziaria di cui all'articolo 4. Ai conseguenti adempimenti si provvede secondo quanto previsto dal regolamento di amministrazione e contabilità del Consiglio regionale.

6. La Commissione deve concludere i suoi lavori nel termine di un anno dalla sua istituzione. Il termine può essere prorogato dal Presidente del Consiglio regionale, su richiesta motivata della Commissione, ma non può comunque estendersi oltre il termine della legislatura.

Art. 3
Relazione finale

1. A conclusione dei suoi lavori la Commissione approva una relazione, nella quale deve essere dato atto di eventuali posizioni di minoranza.

2. La relazione è pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione ed è trasmessa al Presidente del Consiglio regionale per l'inserimento all'ordine del giorno dell'Assemblea, che avviene secondo le norme recate dal Regolamento interno in materia di programmazione dei lavori.

Art. 4
Norma finanziaria

1. Alle spese occorrenti per il funzionamento della Commissione, determinate in euro 25.000 per l'esercizio finanziario 2006, si fa fronte con le disponibilità presenti nel bilancio interno del Consiglio regionale, nel quale sono introdotte le variazioni occorrenti a seguito dell'approvazione della presente proposta.