CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
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“Giuseppe Masia: politico al servizio di chi ha sete di giustizia”: ricordata in Consiglio regionale l’eminente figura dell’uomo politico di Pozzomaggiore
Cagliari, 22 novembre 2008 - Protagonista del pensiero politico
sardo a cavallo fra il periodo fascista fino a tutti gli anni 70, politico
colto, di grande competenza, profondo studioso dei problemi della Sardegna,
deciso fautore della Rinascita sarda. Così è stata tratteggiata la figura di
Giuseppe Masia -in quanto uomo politico e attore istituzionale nei difficili
decenni della costruzione della Regione Sarda e dell’Istituto Autonomistico- in
occasione del Convegno di studio che si è tenuto questa mattina nell’Aula del
Consiglio regionale. Organizzato dalla Associazione tra gli ex Consiglieri
regionali in collaborazione con l’Isprom, il convegno aveva infatti lo scopo di
ripercorrere attraverso la figura di Masia le vicende salienti della genesi
dell’Istituzione regionalistica, e delle vicende politiche di allora nella
costruzione del fondamentale movimento per la Rinascita della Sardegna che
avrebbe dato luogo al Piano di Rinascita . E questo perchè Giuseppe Masia di
quella stagione esaltante e difficile fu protagonista insieme agli altri padri
dell’Autonomia regionale.
Nato Pozzomaggiore nel 1914 è stato una delle figure di primo piano nelle
vicende della ricostruzione postbellica della Sardegna e della nascita delle
istituzioni regionali. Per oltre trent’anni - dalla prima legislatura fino alla
settima- è stato fra i banchi del Consiglio regionale ed ha ricoperto importanti
incarichi: dalla Vice presidenza dell’Assemblea, alla presidenza della Prima
commissione speciale per la Rinascita, assessore per cinque anni.
Come ha ricordato aprendo il convegno Maria Rosa Cardia, egli è stato
protagonista della nascita della Regione sarda dispiegando un impegno politico
sempre radicato nell’alta tensione etica delle sue convinzioni democratiche.
Masia è stato uno dei protagonisti del cosiddetto Gruppo di Pozzomaggiore che
contribuì fortemente alla nascita della Democrazia Cristiana nell’Isola,
schierandosi sempre su posizioni sociali molto avanzate e radicali. Il Gruppo di
Pozzomaggiore fu persino accusato di “cripto socialismo”.
“Era doveroso, a due anni dalla sua scomparsa, rendere omaggio, attraverso
questo convegno, a una delle figuri più illustri del panorama politico isolano”,
così in un messaggio il Presidente del Consiglio regionale, Giacomo Spissu
impossibilitato ad essere personalmente presente. Giacomo Spissu ricorda con
attenzione le varie tappe dell’attività politica di Masia e sottolinea in
particolare: “Denunciò pubblicamente le inadempienze dello Stato e le carenze
della Regione nell’attuazione del Piano di Rinascita, nel quale Masia ripose
grandi aspettative di strumento utile a superare arretratezza e sottosviluppo e
per creare modernità e occasioni di lavoro. Il Piano, nella sua visione, doveva
essere inteso non “come un’elargizione assistenziale da parte del potere
centrale ma come un grande atto di riparazione nei confronti della Sardegna” e
perciò una sorta di restituzione di quanto nel tempo era stato negato o
sottratto. Auspicò una riforma sostanziale della Regione, giudicandola negli
ultimi anni fondamentale in un quadro che stava trasformando lo Stato in senso
federale. Fu tra i primi a sottolineare dal suo punto di vista il rischio che
alle Regioni a Statuto Ordinario venissero conferiti poteri legislativi,
amministrativi e fiscali in grado di pregiudicare le prerogative a suo tempo
conferite alle Regioni a Statuto Speciale. Penso che oggi storcerebbe il naso
alla luce delle modifiche del Titolo V della Costituzione e della evoluzione che
il dibattito sul Federalismo e la Specialità ha preso. Europeista convinto, fu
attratto dall’affascinante prospettiva di costituire, con l’allargamento ad est,
una grande patria comune di tutti i popoli dall’Atlantico agli Urali. Non smise
mai di amare la sua Sardegna, di osservarla e di giudicarla, avvertendo la
possibilità, per la nostra regione di diventare, grazie alle nuove tecnologie e
ricerche scientifiche nel campo della genetica, un laboratorio avveniristico in
grado di cambiare la qualità della vita delle future generazioni”.
Un ricordo diretto della figura dell’eminente politico sardo è venuta da
Felicetto Contu, col quale condivise l’esperienza politica degli anni 60 e 70.
Un gentiluomo d’altri tempi, ha ricordato Contu, sempre capace di ascoltare gli
altri, aperto alla discussione, e pronto a mettersi in discussione. Lo
caratterizzava, ha detto Contu, una forza morale profonda che derivava dalla sua
grande fede religiosa. Un autentico politico che ha lasciato una importante
impronta.
Della prima stagione della vita politica di Masia ha parlato il prof. Manlio
Brigaglia, che ha ricordato gli esordi del Gruppo di Pozzomaggiore, la passione
civile e politica di Masia, la sua forte convinzione Autonomistica tanto
radicale da sfiorare il separatismo e l’indipendentismo. Una passione di cui
esempio il discorso in Logudorese, pronunciato in Consiglio regionale in
occasione dei primi 30 anni di Aunomia.
Francesco Soddu, ha quindi ripercorso la storia politica e istituzionale di
Masia focalizzando il suo impegno per la realizzazione del sogno della
Rinascita. Ha ricordato i giudizi critici di Masia sulla stesura finale dello
Statuto sardo dalla Consulta, giudicato poco coraggioso. Ed ha sottolineato la
lucidità politica di Giuseppe Masia che focalizzò nell’articolo 13 dello Statuto
il vero punto di forza della costruzione regionalistica, quello cioè relativo
alla Rinascita economia e sociale della Sardegna.
Mario Bruno, ha per parte sua ricordato con affetto la figura dell’uomo politico
Masia e la persona, che egli, algherese ha avuto modo di conoscere a fondo. “E’
stato uno strenuo difensore dell’autonomia –ha detto Mario Bruno- uno dei
pochissimi che ne ha studiato davvero a fondo l’essenza ed il valore”. “Tra i
fondatori della DC sarda –ha ricordato Mario Bruno-aveva come credo politico
quello di cercare sempre di comprendere appieno chi ha fame e sete di
giustizia”. La concezione politica di Giuseppe Masia era basata su un principio:
il servizio a favore dei più deboli.
Testimonianza e ricordi di Giuseppe Masia sono venuti anche da Giuseppe Caboni,
Ariuccio Carta, Mariano Fadda, Alessandro Ghinami, Nuccio Guaita, Giuseppe Piras,
Andrea Raggio, Pierangelo Catalano.
(lp)