CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
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Proposta di legge dei Riformatori: abbattere le accise
sulla benzina consumata in Sardegna =
Sergio Pisano: “In questo modo si bilanciano i mancati proventi
delle imposte di fabbricazione dei prodotti petroliferi che escono
dalla Saras e che vengono percette fuori dall’isola”
Cagliari, 1° agosto 2008 - Una proposta di legge per abbattere le
accise sui carburanti ai cittadini sardi, e portare il prezzo della benzina e
del gasolio rispettivamente a 95 centesimi al litro e a 85 centesimi “a
bilanciamento seppure parziale” della mancata acquisizione dei 9/10 delle
imposte sulla fabbricazione dei prodotti petroliferi (art 8 dello Statuto
speciale), è stata presentata dal Gruppo dei Riformatori sardi (primo firmatario
Sergio Pisano) che l’hanno illustrata questa mattina nel corso di una conferenza
stampa.
Il Gruppo dei Riformatori, prendendo spunto da quanto stabilisce lo Statuto che
impone allo Stato di erogare alla Sardegna la quota dei 9/10 delle accise e
delle imposte sui prodotti petroliferi prodotti nell’isola, ma constatando come
l’imposizione delle accise avvenga tutt’oggi, attraverso il perverso meccanismo
di differimento dell’esazione, nel luogo in cui si trovano i “depositi fiscali”
che sono ubicati tutti fuori Sardegna, ritiene illegittima tale situazione e
intende rivendicare, attraverso la proposta di legge un bilanciamento.
Secondo i calcoli fatti dal primo firmatario della proposta, Sergio Pisano, la
Sardegna dovrebbe beneficiare annualmente di 2,3 miliardi di euro. A
bilanciamento dei quali si potrebbe abbattere del 50 per cento la quota delle
imposte che gravano sui carburanti e sugli olii combustibili consumati
nell’Isola.
Come precisa la proposta, poichè “la lettera e) dell’art. 8 dello Statuto
riconosce una compartecipazione dei 9/10 alla Regione sull’imposta di
frabbricazione dei prodotti petroliferi e comprende anche i prodotti che vengono
trasferiti dal produttore in depositi fiscali fuori dell’isola, la cui imposta è
applicata e “percetta” fuori dalla Sardegna”, si stabilisce che a bilanciamento
di tali mancati introiti, le accise gravanti sui carburanti immessi al consumo
nel territorio sardo siano ridotte del 50%.
Alla legge, hanno sottolineato i proponenti, si vuole dar4e un carattere
d’urgenza.
L’importanza di questo provvedimento è stata ribadita da Sergio Pisano, che ha
ricordato come in tal modo si darebbe un grande sostegno ad attività produttive
che oggi soffrono particolarmente dal caro benzina: a cominciare dai settori
della pesca e dell’agricoltura. “D’altra parte –ha sottolineato Pisano- altre
regioni, come il Friuli e la Valle D’Aosta beneficiano di già di vantaggi sul
costo dei carburanti”.
“Bisogna dare atto all’on. Pisano –ha sottolineato Gavino Cassano- del lavoro di
ricerca effettuato per la stesura della legge”. Ed ha ricordato l’interrogazione
da lui stesso presentata sullo stesso argomento nel mese di giugno senza alcuna
risposta.
Attilio Dedoni, da parte sua, ha ricordato come dopo le manifestazioni a Roma
per la cosiddetta partita delle “Nuove entrate”, non si attuata alcuna
iniziativa su questo versante a dimostrazione che quel che contava era solamente
una questione di immagine.
Pier Paolo Vargiu ha invece posto l’accento su un fatto: in autunno si
combatterà la battaglia su federalismo fiscale, e la Sardegna, ha detto, dovrà
presentarsi al tavolo con una propria linea e proprie proposte, e questo è un
diritto preciso che occorrerà far valere nel futuro confronto. Quanto alla
presenza della Saras, anche accantonando la questione ambientale, tuttavia si
deve sottolineare che l’uscita della Sardegna dall’Obiettivo 1 deriva in buona
parte dalla presenza della Saras che fa lievitare l’indice del prodotto interno
lordo della Sardegna, senza alcun diretto beneficio.
(lp)