CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
***************
I Riformatori: “Il bando di gara per la ristrutturazione dell’Ex Manifattura Tabacchi è illegittimo. La Giunta lo revochi subito”
Cagliari, 30 luglio 2008 - La revoca immediata del bando di
Appalto concorso per la ristrutturazione della Ex Manifattura tabacchi e la
variazione della sua destinazione d’uso (decretato lo scorso 4 luglio) è stata
invocata oggi dal Gruppo “I Riformatori” in Consiglio regionale che hanno
illustrato una apposita interrogazione al Presidente della Regione. “Un bando
che appare illegittimo”, è stato detto in quanto “in contrasto con le norme del
Piano Paesaggistico all’art. 52”, ha precisato Pierpaolo Vargiu, illustrando
l’interrogazione.
Il bando di gara per la ristrutturazione dell’edificio, è stato detto in
conferenza stampa, riguarda “una struttura classificata dal Piano quadro del
centro storico di Cagliari come “d* e S2 a1”, e in tale area non sono pertanto
consentiti interventi di ristrutturazione”, in quanto “il Comune di Cagliari non
ha un proprio Piano particolareggiato per il centro storico e pertanto in
assenza di tale strumento urbanistico il PPR vieta gli interventi di
ristrutturazione urbanistica”.
“Un fatto di una gravità inaudita –ha detto Vargiu- perchè evidentemente la
Giunta sembra considerarsi al di sopra delle leggi. Siamo di fronte a una
programmazione dirigistica”.
Dello stesso avviso Attilio Dedoni, che ha parlato di “questione politica della
massima gravità, di mancanza di chiarezza e di netta illegittimità”.
“Evidentemente la Giunta ha fretta –gli ha fatto eco Gavino Cassano- di
realizzare qualcosa che non ha fatto in quattro anni. Siamo in campagna
elettorale”.
Grande preoccupazione è stata espressa da Sergio Pisano che ha ricordato che la
gran parte dei comuni non ha adeguato il Puc, e quindi i centri storici sono
bloccati, mentre la Giunta crede di poter passare sopra le norme che essa stessa
si è data.
Analogo giudizio di Michele Cossa, segretario regionale dei Riformatori, per il
quale si è davanti “ad una vicenda grave quanto emblematica sul modo di operare
della Regione che scavalca le norme che essa stessa si è data: o è grave
superficialità, oppure si sta facendo un passo indietro di 100 anni in fatto di
cultura giuridica e democratica”.
(lp)