CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

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I Riformatori rinnovano la richiesta di informazioni sulla rete di telerilevazione degli incendi, costata più di 50 miliardi di lire, e mai entrata in servizio. Un’inchiesta della Corte dei conti e un collaudo regionale contestato dal Corpo forestale.

 

Cagliari, 8 luglio 2008 - Calendario alla mano, si riparla di prevenzione degli incendi, solita piaga estiva. Lo fanno i Riformatori sollecitando notizia circa la rete di telerilevamento (48 le stazioni esistenti), costata, nel tempo, più di 50 miliardi di lire, esempio di lungimiranza politica e tecnologica, che non ha mai funzionato. E mentre altre Regioni percorrono questa strada, la Regione sarda mostra scarsa attenzione ai ripetuti richiami e non risponde a un quesito basilare: la rete di rilevamento serve nella lotta agli incendi? Se la risposta – dice l’on. Vargiu – è affermativa, sembra un delitto che la rete non funzioni. I caso contrario qualcuno dovrà rendere conto dello sperpero di danaro pubblico (la Corte dei conti sta svolgendo un’indagine in tal senso).
Il telerilevamento – ha ricordato l’on. Dedoni – prende le mosse dopo tre anni (tra il’83 e l’85) di catastrofi ambientali, di distruzione di boschi e di vittime umane. Il ricordo di Curraggia (Tempio) si è sbiadito nel tempo, anche se il governo ha assegnato una medaglia alla memoria delle vittime (“la Regione neanche quello….”). Di quel progetto, che una targa indica come “cofinanziato dalla Comunità europea” non si sa niente. “Non si sa neppure di quale progetto si tratti”, precisa Vargiu che ricorda come le stazioni di telerilevamento abbiano avuto un triste destino: alcune devastate (forse dagli stessi piromani che non gradivano l’occhio del Grande fratello), altri andate in obsolescenza per nessuna manutenzione. La maggior parte è catalogabile tra i cimeli.
Sollecitata più volte dagli stessi Riformatori, la Regione ha nominato nel novembre 2007 una commissione per il collaudo, che avrebbe limitato i suoi compiti alla verifica di tre stazioni funzionati e, soprattutto, ai relativi atti amministrativi. Quel collaudo (altro motivo di suspance) è stato rigettato dal Corpo Forestale rilanciando una diatriba che meriterebbe – dicono i Riformatori – un approfondimento per far capire ai sardi il clima che si è creato.
Altro argomento di non poco conto, in questi anni la Regione ha speso 250 mila euro per i ponti radio di un sistema che non funzionale. “Come chiamarla, se non spesa allegra?”, dice Vargiu.
Di fallimento totale della prevenzione degli incendi hanno parlato gli onorevoli Dedoni e Pisano. Quest’ultimo ha ricordato che la Regione si affrancata da qualunque compito rovesciando sui Comuni, come al solito squattrinati, tutte le incombenze. E che fine ha fatto il catasto degli incendi, nato come strumento deterrente, di cui non si sente più parlare?
Singolare il fatto – ha aggiunto Michele Cossa – che un presidente ad alto contenuto tecnologico non sposi la tecnologia per combattere gli incendi, anzi la ostacola, preferendo il controllo visivo delle vedette, dislocate in punti strategici, ma che si sono rivelate insufficienti nel combattere il fenomeno.
I Riformatori hanno annunciato che una loro interpellanza si discuterà nella tornata consiliare, che si inizia oggi. (adel)