CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

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L’interruzione (dal primo luglio) del trasporto merci su carri ferroviari metterà in sofferenza il sistema produttivo dell’isola: un’interpellanza di Forza Italia sollecitala prosecuzione del servizio e l’immediato avvio del centro intermodale di Olbia (finanziamenti disponibili sul programma Por).

 

Cagliari, 13 giugno 2008 - S’interromperà il primo luglio (data annunciata e senza deroghe) il servizio con la Sardegna del trasporto ferroviario delle merci via mare. Trenitalia batte cassa; senza il contributo dello Stato (24 milioni annui) il servizio non si fa, seppellito dal deficit di gestione.
Che cosa significa l’interruzione del servizio per l’economia sarda? Gli imprenditori parlano di riflessi disastrosi, soprattutto per quelle aziende che non sopporterebbero ulteriori costi nel trasporto. Sono aziende con produzioni specifiche (come la Keller di Villacidro, che produce o ripara carrozze ferroviarie) che viaggiano solo su rotaia o con produzioni a scarso valore aggiunto (come la Equipolimers di Ottana) dove il mercato è rigido e ulteriori oneri non consentirebbero profitti.
Da tempo (Accordo di programma quadro del 1999) si parla del centro intermodale di Olbia, il cui costo finale è attorno ai 60 milioni, ma una serie di ostacoli (“soprattutto di natura politica”, dice Giorgio La Spisa, capogruppo di Forza Italia) hanno frenato l’iniziativa indispensabile per razionale il trasporto merci (soprattutto materie prime), in entrata e in uscita.
Da decifrare anche il ruolo di Trenitalia, che, nonostante un’utenza elevata (due milioni di tonnellate) che impegnava sei navi miste, ha progressivamente ridotto il servizio ad una sola nave (la Garibaldi, con frequenti soste in cantiere) dalla potenzialità ridotta: 40 carri. E’ possibile – ma il discorso va condotto a livello istituzionale – che Trenitalia non desideri che si liberalizzi il mercato (come avverrebbe col centro intermodale di Olbia) nell’ipotesi che il governo – che ha cancellato i finanziamenti dalla Finanziaria – ci ripensi e ripristini il contributo.
In ogni caso, anche se il centro intermodale di Olbia dovesse finalmente partire (la Regione ha, nei Por, risorse per la sua quota-parte: circa 35 milioni), i lavori avranno una durata di almeno due anni e la fragile economia sarda non potrebbe sopportare il black out del servizio così lungo.
Una nuova interpellanza, “in prossimità della scadenza” del 1 luglio, è stata presentata da Forza Italia e illustrata oggi dal capogruppo La Spisa e dall’on. Contu.
Sospendere il servizio – ha detto La Spisa – è come “bombardare il ponte ideale costituito dal collegamento tra Sardegna e penisola”. Considerato che si prevedono infrastrutture assai onerose per altre regioni, occorre che il governo affronti questo sacrificio e pensi anche alla Sardegna. Insomma, in attesa del centro intermodale o di altre soluzioni alternative (“i tecnici si pronuncino”), il servizio va mantenuto essendo la sua soppressione eccessivamente penalizzante per l’economia isolana.
Ad aggravare la sofferenza del sistema produttivo – ha aggiunto l’on. Contu – si registra la crisi del porto canale di Cagliari, “lasciato da solo a confrontarsi con i sindacati nazionali”. Anche in questo caso la Giunta ha il dovere di prendere l’iniziativa perché queste strutture, sempre più necessarie, vengano tutelate.
Del problema si riparlerà (il mese scorso l’aula aveva prodotto un ordine del giorno unitario) in Consiglio regionale. (adel)