CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

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La Terza commissione chiede alla Regione di evitare lo scioglimento dell’In.Sar., la società nata per gestore, agli inizi degli anni 80, la fase di deindustrializzazione. La decisione è del socio di maggioranza, Italia Lavoro (di proprietà del Ministero del Tesoro).

 

Cagliari, 5 giugno 2008 - La Regione tenterà il salvataggio dell’In.Sar., la società nata agli inizi degli anni 80 per gestire il processo di deindustrializzazione della Sir ed accompagnare i lavoratori espulsi dai settori in crisi (in particolare l’impiantistica) verso la riqualificazione ed il reinserimento lavorativo. Strada facendo l’In.Sar. ha acquisito anche altre competenze (resta ancora in piedi, tuttavia, una parte del bacino originario di lavoratori in attesa di collocamento), intervenendo a favore delle microimprese, dell’imprenditoria femminili, dei lavoratori socialmente utili soprattutto attraverso società miste, con partecipazione (maggioritaria) di enti locali (Province e Comuni). Ad un certo punto il socio di maggioranza, Italia Lavoro (società del Ministero del Lavoro, che detiene il 59,87 per cento del pacchetto azionario) ha chiesto la convocazione dell’assemblea con, all’ordine del giorno, lo scioglimento della società per “esaurimento della mission”. Iniziativa che l’In.Sar. non ha potuto esimersi dal prendere, anche se l’atto deliberativo non è stato ancora omologato dal notaio.
Italia Lavoro insiste per sollecitare l’omologazione notarile, ma, a questo punto, sia la Terza commissione (Programmazione e bilancio, presidente l’on. Cucca), sia l’assessore dell’Industria Rau hanno espresso la convinta posizione di aprire una trattativa, che non sia finanziariamente onerosa (l’offerta è di 500 mila euro, mentre i soci chiedono alla Regione di acquistare le azioni), destinando l’In.Sar. (non si capisce bene se i 31 lavoratori o anche la “scatola”, come l’ha definita l’on. Uras, che avrebbe, comunque, il suo valore pratico soprattutto nell’accesso ai fondi comunitari) alle politiche attive del lavoro, di gestione totalmente regionale.
Oggi la Terza commissione ha sentito, in audizione, l’assessore dell’Industria, l’amministratore e il direttore generale della società, Zurru e Posadino.
A quanto pare la decisione di Italia Lavoro nascerebbe la rischio di essere censurata dall’Unione europea come agenzia governativa statale. Ha preso perciò la palla al balzo delle politiche del lavoro passate di competenza regionale.
Nel corso dell’audizione è prevalsa la tesi dell’utilità della società, “pur dovendoci mettere mano” (Silvio Cherchi, Pd), che trasformare “in soggetto totalmente a controllo regionale” (Uras, Prc). Il patrimonio di esperienze maturato (Vincenzo Floris, Pd) e le nuove competenze (Salis, IdV). Critico con i risultati raggiunti ma disponibile “a salvare i posti di lavoro” Diana (An) e Ladu (Fortza Paris) che si sono soffermati sul risultato conseguito nelle aziende miste con gli enti locali, a loro parere non sempre esaltante.
La decisione di Italia lavoro di liquidare su due piedi la società è stata ritenuta (Uras) “uno sgarbo istituzionale” al quale la Regione dovrà opporsi. Iniziativa anticipata dall’assessore Rau all’assemblea straordinaria di scioglimento. Un secco rifiuto, ma per salvare In.Sar., ha ammonito l’amministratore Zurru, occorre fare molto in fretta. (adel)