CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
***************
La commissaria europea per la politica regionale Danuta Hubner in Consiglio regionale. COMUNICATO N. 1
Cagliari, 15 maggio 2008 - La commissaria europea per
la politica regionale Danuta Hubner ha partecipato, stamattina,
nell'aula consiliare ad un incontro con i commissari delle
commissioni Bilancio e Politiche comunitarie e con i rappresentanti
del partenariato istituzionale ed economico sociale. I lavori sono
stati aperti dal presidente del Consiglio regionale Giacomo Spissu
che ha sottolineato l'importanza dell'incontro che stabilisce una
azione diretta tra l'Unione Europea e la Sardegna nelle politiche
attive dello sviluppo. Si deve aprire - ha detto il presidente
Spissu - una strada di relazione diretta e non mediata dagli Stati
di appartenenza tra le Regioni e l'Unione Europea. Noi siamo
sostenitori in virtù dell'Autonomia - ha aggiunto il capo
dell'Assemblea legislativa - del riconoscimento del ruolo delle
Regioni nei rapporti con l'Unione Europea. Noi affermiamo, inoltre,
la necessità per la nostra isola di avere una rappresentanza
specifica nel Parlamento europeo. Attualmente tale possibilità è
osteggiata dal collegio unico con la Sicilia che consente molto
difficilmente alla Sardegna di eleggere un proprio rappresentante.
Il presidente Spissu ha inoltre parlato dei nuovi problemi che si
sono creati per la nostra isola dopo l'allargamento dell'Unione. E'
necessario tener conto di una nuova scala di valori: non solo il
valore del Prodotto interno lordo ma altri fattori come
l'insularità che è un concetto di difficoltà permanente.
E', poi, intervenuto il presidente della Regione Renato Soru che ha
ricordato che si sono ormai conclusi i lavori di preparazione per
il ciclo di programmazione 2007-2013 e che nelle prossime settimane
si potranno iniziare a spendere le risorse. Uno dei problemi più
importanti della Sardegna è la disoccupazione ma - ha affermato
Renato Soru - in questi ultimi anni abbiamo lavorato per cercare di
arginare questo fenomeno potenziando la tecnologia. Per quanto
riguarda la spendita dei fondi europei il presidente della Regione
ha assicurato che la Sardegna è nella media e che entro il 2013
dovranno essere spesi circa 10 miliardi di euro.
La commissaria Danuta Hubner ha detto di credere fortemente in una
politica europea su base regionale. Siamo soddisfatti del rapporto
che si è creato tra l'Unione Europea e la Sardegna soprattutto per
quanto riguarda la protezione dell'ambiente. L'Europa - ha aggiunto
- vuole puntare sullo sviluppo sostenibile. La grande sfida nei
prossimi anni sarà in materia di cambiamento climatico, di energia,
di ambiente. E la Sardegna è già attivamente impegnata in queste
materie. Per la vostra isola - ha detto la commissaria - deve
essere importante non la quantità di risorse pubbliche che arrivano
ma la capacità di attrarre investimenti privati. La Sardegna è una
regione che deve dire la sua soprattutto in materia di coesione
territoriale.
I lavori sono proseguiti con l'intervento del presidente della
commissione "Politiche comunitarie" Alessandro Frau (PD) che ha
detto che in un mondo globalizzato deve essere rivista l'idea
stessa di politica di coesione e il senso del processo di recupero
dello svantaggio. La politica di coesione, infatti, non è più uno
strumento per aiutare le regioni svantaggiate a raggiungere il
livello della media europea ma deve essere uno strumento che serva
a stimolarle ed aiutarle a trovare una collocazione nuova nel
mercato globale, orientando la politica verso l'allocazione delle
risorse e la competitività che favoriscano tutte quelle
potenzialità non sfruttate o insufficientemente sfruttate. Questo
non può avvenire se non attraverso il riconoscimento delle risorse
e delle potenzialità locali, investendo in infrastrutture, in
innovazione e imprenditoria, in istruzione e formazione,
nell'ambiente.
Per il presidente della Seconda commissione la politica regionale
di sviluppo rappresenta la politica comunitaria più vicina ai
cittadini. Infatti i progetti finanziati dall'Ue nelle diverse
regioni rendono immediatamente percepibili ai cittadini i vantaggi
che l'appartenenza all'Ue comporta.
Ora è tempo di bilanci. Si sta chiudendo il periodo di
programmazione 2000-2006 che ha portato alla nostra Regione oltre 5
miliardi di euro. Bisogna verificare lo stato di attuazione di tale
programma non solo dal punto di vista finanziario ma in termini di
risultati conseguiti. Questa verifica sarà il punto di partenza per
il nuovo ciclo di programmazione 2007/2013 e può concretamente
aiutare la nostra Regione a migliorare la propria
performance.
Il ruolo dell'assemblea legislativa - ha detto Frau - sia in merito
alla funzione di indirizzo che di controllo è stato marginale. La
legge 20 del 1998 è in gran parte inattuata e il presidente della
commissione ha auspicato di perseguire al più presto l'obiettivo di
avvicinare la Regione al procedimento legislativo europeo per
portare le decisioni europee il più vicino possibile alle esigenze
del territorio.
Il presidente della commissione Bilancio Giuseppe Cucca ha
affermato che il ciclo di programmazione 2000 - 2006 è riuscito
solo parzialmente a centrare gli obiettivi prefissati. Infatti, il
Programma 2000- 2006 è stato caratterizzato da elementi di
particolare complessità sia per quanto riguarda le modalità
attuative sia per i sui contenuti.
In particolare si è registrato che talune misure e azioni, anche in
assenza di significative realizzazioni, talvolta anche di spesa, e
pur non beneficiando di atti ed elaborazioni pregressi, hanno
conseguito risultati positivi in termini di definizione
programmatica e normativa, di pianificazione, di individuazione
delle operazioni. Al contrario, altre misure, quali quelle della
formazione professionale, in particolare quelle legate all'obbligo
formativo, seppure abbiano fatto registrare alti tassi di
avanzamento finanziario e un elevato tasso di partecipazione, hanno
conseguito bassi indici di impatto sul tessuto sociale ed
economico.
Nel complesso - ha affermato Cucca - il processo di attuazione è
risultato ostacolato dalla mancanza di una chiara ed esplicita
gerarchia di obiettivi e priorità a livello di Programma. A monte
vi è stata una sensibile carenza di quegli strumenti conoscitivi,
programmatori e istituzionali necessari per progettare interventi
mirati, organici ed efficaci.
La definizione del nuovo programma, dunque, è stata preceduta da
un'attenta analisi di contesto che ha condotto alla selezione di
obiettivi atti a innescare processi di sviluppo socio - economico
duraturo. Gli interventi previsti dal Por - Fesr 2007 - 2013 sono
stati articolati in sei assi prioritari e 95 linee di attività. La
definizione delle linee strategiche del Programma operativo ha
visto la Regione Sardegna recepire con convinzione le indicazioni
contenute nelle linee di orientamento integrate per la crescita e
l'occupazione e di revisione della strategia di Lisbona. Anche il
presidente della Terza commissione ha segnalato il mancato fattivo
coinvolgimento del Consiglio regionale e della commissione. Dovendo
fare un parallelismo forse un po' azzardato - ha detto Cucca -
potrebbe affermarsi che questo ciclo di programmazione ha visto il
Consiglio regionale rivestire quello stesso ruolo marginale e di
facciata cui furono relegate le forze economiche e sociali durante
l'elaborazione del primo piano di rinascita. (SEGUE)
(R.R.)