CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
***************
La visita del Commissario europeo Danuta Hubner in Consiglio regionale: "L'Europa ha molti doveri nei confronti della Sardegna e molte responsabilità, ma anche la Sardegna deve contribuire con il suo sviluppo alla crescita dell'Europa" (Comunicato n. 2 - Fine)
Cagliari, 15 maggio 2008 - "Permangono in Sardegna
ancora molte sacche di povertà e di sottosviluppo che occorre
colmare", così Mario Diana, a nome dell'opposizione in Consiglio
regionale, nel suo intervento. Nonostante i grandi investimenti
europei, ha ricordato Diana, "permangono problemi di carattere
strutturale, che non fanno ben sperare per il prossimo sestennio".
Per il rappresentante dei gruppi di minoranza in Consiglio, è
necessaria una maggiore informazione sui programmi, anche perchè
l'uscita dall'Obiettivo 1 da parte della Sardegna preoccupa
fortemente: "Esistono sacche di povertà e arretratezza -ha
ricordato Diana- che fanno dubitare che sia stato un bene l'uscita
della nostra regione dall'Obiettivo 1". Auspicando la massima
attenzione in vista del prossimo programma di sviluppo 2008-2013,
Diana ha sottolineato "che il mondo agro-pastorale della Sardegna è
allo sbando, e tenuto conto che il territorio produttivo agricolo è
un terzo della totalità, si comprende lo stato di arretratezza del
settore agricolo". Occorre una grande attenzione al problema della
attrazione delle risorse, ha aggiunto, ma anche al sistema
energetico. Ma fra tutte le questioni al centro vi è la
programmazione integrata: con risorse per oltre 700 milioni e
moltissime imprese che si sono candidate pochissime hanno ottenuto
i finanziamenti: un problema che riguarda i progettisti".
"Questo incontro è la conferma che la commissione vede nella
valorizzazione del partenariato la parte essenziale di un sistema
di governance della programmazione comunitaria che enfatizza il
ruolo degli attori locali". Lo ha detto il Presidente della
Confindustria. regionale Gianni Biggio per il quale "E' quanto mai
necessario dare completa attuazione agli impegni di pieno e
continuo coinvolgimento del partenariato economico e sociale nella
preparazione, attuazione, sorveglianza e valutazione dei programmi
operativi". Biggio ha auspicato che "al più presto, venga siglato
il Protocollo d'Intesa tra Regione Sardegna e Parti economiche e
sociali rivolto a regolare il metodo di confronto partenariale
sulla programmazione regionale unitaria". Il sistema economico
regionale è basato in prevalenza su PMI di piccole e piccolissime
dimensioni, operanti in prevalenza in settori maturi a limitato
valore aggiunto. Sono troppo poche le medie imprese e ancor meno le
grandi, queste ultime operanti in prevalenza nei settori chimico,
petrolifero e metallurgico e dei servizi. E' basso il livello di
internazionalizzazione, come pure la spesa privata a sostegno della
ricerca e dell'innovazione, le reti e i sistemi cooperativi
d'imprese stentano a decollare. Molto resta ancora da fare per
migliorare infrastrutture, capitale umano e sociale, per sostenere
il sistema delle imprese e aiutarlo a confrontarsi con le nuove
sfide/opportunità. Dobbiamo percorrere la strada del miglioramento
per consolidare ed accelerare il percorso di crescita a partire dal
fronte dei trasporti e dell'energia. Il riorientamento della
programmazione 2007-201 3 verso il perseguimento degli obiettivi di
crescita, occupazione e competitività di Lisbona costituisce un
presupposto fondamentale della nuova politica di coesione. Secondo
Biggio è" essenziale e fondamentale rafforzare il coinvolgimento
diretto e fattivo del sistema imprenditoriale regionale.
E' quindi intervenuto a nome delle confederazioni sindacali
Cgi-Cisl-Uil Tonino Piludu, che ha sottolineato come "le
organizzazioni sindacali abbiano sempre garantito la propria
presenza in tutti i tavoli di concertazione della programmazione
europea svolgendo sempre un ruolo attivo e positivo". Per Piludu,
tuttavia "l'intero processo della programmazione non ha sempre
consentito la partecipazione effettiva delle parti sociali e del
partenariato economico, come invece è previsto dalle normative
comunitarie". Per Piludu è necessario formalizzare effettivamente
questa partecipazione togliendola alla discrezionalità delle fasi
politiche. "Vanno fatti passi avanti -ha detto ancora- per evitare
che tale concertazione si fermi a meri momenti formali", mentre è
necessaria maggiore operatività e concretezza. "Il partenariato ha
dato prova di grande responsabilità, ed il programma 2007-2013 può
costituire quel salto di qualità che consenta di superare i limiti
attuali. E' necessaria maggiora capacità da parte della Regione di
governare in modo unitario i processi dello sviluppo".
Per Carlo Tedde, del Forum del Terzo settore, vi è stato da parte
del partenariato sociale uno sforzo importante sul territorio per
la gestione dei programmi di sviluppo. "Purtroppo si è cominciato
tardi". Ma il lavoro svolto, ha ricordato Tedde, ha consentito di
approfondire la conoscenza dei problemi e dei meccanismi della
programmazione integrata. "Si sono cominciate a creare le prime
reti di collaborazione" alcune delle quali stanno già dando alcuni
frutti attraverso importanti iniziative di inclusione sociale. Ora
occorre, ha detto Tedde, far crescere la responsabilità delle
rappresentanze negli enti locali".
E' stata quindi la volta dell'Anci, rappresentata dal suo
presidente Salvatore Cherchi (sindaco di Carbonia). Sottolineando
l'auspicio che questi incontri possano risultare concretamente
utili, Cherchi ha ricordato che "occorre essere consapevoli della
grande sfida che attende la Sardegna ma anche delle opportunità" La
Sardegna, ha ricordato, avrà risorse importanti per le politiche di
sviluppo, forse anche superiori a quelle che aveva rimanendo
nell'Obiettivo 1. "Ora però la sfida è di saper usare al meglio
queste risorse, sta a noi ed alla nostra responsabilità
utilizzarle". Di certo, ha ribadito Cherchi, sono fondamentali gli
investimenti nel settore privato, "perchè è l'impresa che crea
sviluppo e lavoro". Sottolineando come le politiche pubbliche siano
solo una parte del processo ha osservato come alcune di queste
politiche sono di competenza della Sardegna, ma altre della
Comunità. "Abbiamo condiviso gli obiettivi generali della
programmazione, in particolare il forte riorientamento verso
l'impresa, ma ora occorre lavorare per tradurla in pratica".
Le conclusioni le ha tratte Danuta Hubner che ha definito
estremamente interessante il lavoro svolto, le riflessioni fatte e
le informazioni avute. L'Europa ha molti doveri nei confronti della
Sardegna, ha detto Hubner, e molte responsabilità. "Ma occorre
anche rendersi conto che l'Europa è un piccolo continente che deve
affrontare grandi sfide" dal resto del mondo "E' quindi necessaria
una economia europea forte per affrontare le sfide. In questo
quadro il contributo che la Sardegna può dare a sé stessa con il
suo sviluppo è un contributo anche allo sviluppo dell'Europa".
L'EU, ha detto anche Hubner ha un budget in realtà limitato. E con
eso si deve cercare di coprire tutte le esigenze. Importante creare
"networks" con altre regioni ed in questo il partenariato è
fondamentale. Priorità dei programmi di sviluppo devono essere
l'eliminazione delle disparità, ma senza il ruolo dell'impresa
privata non si va lontano.
(LP)