CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
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Università di Oristano: il 50% dei laureati trova lavoro entro l'anno = Audizione del Consorzio 1 in Commissione cultura e P.I.
Cagliari, 7 maggio 2008 - Novecentocinquanta
iscritti, dei quali 450 in regola con gli studi, un tempo medio di
conseguimento della laurea inferiore alla media nazionale (46 mesi
circa contro i 51 per la non specialistica), mediamente il 48,74
per cento dei laureati nell'arco di 12 mesi trova lavoro (si arriva
addirittura al 62,5" per la Laurea in viticoltura ed enologia), e
il 28,06 per cento continua i propri studi nei corsi specialistici.
Sono alcuni dei dati forniti: dal direttore del "Consorzio 1 " che
amministra La Sede universitaria decentrata di Oristano, Eugenio
Aymerich, dal Presidente della Provincia di Oristano, Pasquale
Onida e dall'assessore alla pubblica Istruzione del Comune, Antonio
Falconi, nel corso della audizione davanti alla Ottava commissione
(Cultura e istruzione), presieduta da Peppino Balia. Una audizione
richiesta dai responsabili della sede universitaria per ribadire la
necessità che i corsi di laurea di Oristano sono oltremodo validi e
indispensabili per lo sviluppo di quel territorio ed in generale
della Sardegna centrale.
"Ma non basta -ha detto Aymerich, che ha cominciato la serie degli
interventi- Si sta avviando anche la fase della ricerca, mentre 1
corso di laurea ha già ottenuto la certificazione di qualità e per
gli altri quattro la certificazione dovrebbe arrivare entro
l'anno".
"Sulla valenza dell'Università decentrata di Oristano -ha da parte
sua sottolineato Antonio Falconi- occorre riflettere attentamente.
Già soltanto prenedere atto delle medie di conseguimento della
laurea e delle percentuali sull'occupazione da la dimensione della
qualità dei corsi".
"Siamo qui per sollecitare l'attenzione del Consiglio -ha precisato
da parte sua Pasquale Onida- La relazione del direttore fa
riflettere e tutto ci dice che l'Università di Oristano deve
restare in vita. Il valore di fondo sta nella unicità dei corsi e
nel rapporto stretto con il sistema economico locale basato su
alcuni punti di forza: la pesca ed i compendi lagunari,
agroalimentare e l'archeologia".
Nel corso del dibattito sono intervenuti con quesiti e
considerazioni numerosi consiglieri. L'on. Gianluigi Gessa (Pd) ha
espresso qualche riserva soprattutto chiedendo quanti docenti siano
pendolari o residenti (per migliorare il rapporto professore
studente)quanti professori siano "nati" in quanto docenti in quella
Università.
L'on. Giovanna Cerina (Pd) ha posto alcune riflessioni
sull'esigenza che l'università sarda abbia punti di eccellenza
significativi ponendo anche lei la questione della qualità della
ricerca e dell'insegnamento e della finalizzazione di quei corsi al
lavoro.
Nessuna visione eccessivamente economicistica, ma neppure
giustificare i rami secchi, questa la riflessione di fondo dell'on.
Simonetta Sanna (Pd), per la quale occorre avere ben presente il
modello di sviluppo che si intende perseguire: occorre aprire un
tavolo Regione-Università.
Difendere l'Università di Oristano è un atto doveroso per l'on.
Oscar Cherchi (Fi) che ha sottolineato con forza i dati forniti dal
Consorzio 1 che lo pongono in una situazione del tutte speciale
rispetto alle altre università cosiddette gemmate. Ma è anche
fondamentale conoscere quali esigenze ulteriori manifesta il polo
universitario di Oristano alle quali il Consiglio deve prestare
grande attenzione.
Sulla medesima lunghezza d'onda l'on. Ciriaco Davoli (Prc) per il
quale il chiedersi quanti laureati di Oristano trovano lavoro nelle
proprie specialità deve avere come corollario identica domanda per
i laureati sardi che studiano a Milano o Torino. "La validità
dell'Università non riguarda, e questo vale per Oristano come per
Nuoro, gli aspetti di carattere economico", ma soprattutto è
importante il ruolo che essa svolge nel territorio dopo che gli
altri modelli di sviluppo sperimentati sono entrati in crisi.
La necessità di sostenere e difendere l'Università oristanese anche
da parte dell'on. Carlo Sanjust (Fi), che si è chiesto quale
veramente sia la posizione della Giunta e del Presidente della
Regione sull'argomento.
"L'attenzione con cui la Commissione sta discutendo è sintomatica
dell'importanza del problema -ha detto il Presidente Peppino Balia-
che si è posto il problema se non vi sia qualche atteggiamento
negativo da parte delle università di Sassari e Nuoro, e dei
cattedrattici nei confronti dell'Università diffusa, ponendo sullo
stesso piano delle realtà oristanese e nuorese le varie sedi
decentrate". "Certamente -ha detto Balia- la questione delle
università sarde non può essere affidata a una norma nella Legge
finanziaria, ma va affrontata con una discussione organica e una
legge apposita".
(LP)