CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

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Mozione del centrodestra sull'annunciata sospensione del servizio merci su ferrovia annunciato da Trenitalia. La Spisa: un grave danno per l'economia della Sardegna. Diana: la Regione assente. Esclusi dalle reti di trasporto europee.

 

Cagliari, 7 marzo 2008 - Dal primo aprile (ma ci può essere una proroga) la Rete ferroviaria italiana interromperà il servizio merci in Sardegna. Una notizia nota da tempo e, purtroppo, non smentita dal governo nazionale che nella Finanziaria nazionale e nel decreto "milleproroghe" non ha stanziato risorse per sostenere un servizio deficitario. Nei tagli alla spesa pubblica rientra anche questo, nonostante i gravissimi effetti che produrrà all'economia sarda. Sul provvedimento, che rischia di accentuare ulteriormente l'isolamento, il centrodestra ha presentato una mozione (primo firmatario, l'on Diana, An) con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio.
La mozione è stata illustrata in conferenza stampa.
"Non possiamo assistere inermi a un evento nel quale emergono gravissime responsabilità del governo Prodi, ma soprattutto della Regione, incapace di far valere la forza della ragione", ha detto l'on. La Spisa, capogruppo di Forza Italia, che ha richiamato, in particolare, la drammatica situazione della Keller, l'industria che produce carrozze ferroviarie a Villacidro. Non potendo inviare il prodotto via rotaia, l'azienda, che ha raggiunto l'eccellenza nella produzione, è costretta a chiudere e licenziare trecento dipendenti.
Trenitalia e Rete ferroviaria Italia (Rfi) si rimpallano le responsabilità. Onerosi pedaggi mettono il servizio fuori mercato. Si prevede la soppressione, nel Paese, di tre milioni di chilometri treno e la chiusura della metà delle stazioni interessate dal servizio.
In Sardegna, nel 1996, erano stati movimentati 50.600 carri con 2,7 milioni di tonnellate di merce. Numeri in calo da allora. L'on. Diana ricorda gli ultimi: 18.800 carri con 531 mila tonnellate. In servizio solo la nave traghetto Garibaldi, il cui segnale di resa si era avuto circa un anno fa. Ferma per alcuni giorni a Golfo Aranci aveva fatto esplodere la crisi. Su carro ferroviario viaggiano in uscita infatti gran parte delle merci (dall'alimentare ai prodotti industriali) a arrivano materie indispensabili ad alcune attività ed ai consumi locali. Viaggiare su gomma comporta oneri doppi e poiché il prezzo delle merci è regolato dal mercato, i maggiori oneri incidono sui prezzi pagati al produttore.
Se il sistema europeo prevalente è su rotaia, lo spostamento su gomma - ha precisato l'on. Diana - determina la cosiddetta "rottura di carico", che fa crescere notevolmente i costi. Ha citato l'esempio di forniture dalla Germania per una fabbrica di pneumatici sarda, che, a Desio, dal treno viene spostata sui Tir. Il prezzo del trasporto cresce di otto volte e non può che influire sui costi della produzione.
L'on. Cappai (Udc) ha lamentato la totale assenza, in questa vicenda, dell'assessore ai trasporti, il quale, riferendosi ad una interrogazione di consiglieri del centrodestra, ha risposto che avrebbe appagato la loro "curiosità" (si tratta, ha ricordato Cappai, di attività ispettiva, non di curiosità) assicurando, tuttavia, che era in contatto con Trenitalia per risolvere il problema. Mentre l'on. Contu (FI) ha manifestato la preoccupazione per una politica dei trasporti "che sta cancellando l'esistente".
Interrotto il servizio, la Sardegna sarà cancellata dalle reti ferroviarie internazionali con quelle conseguenze che il centrodestra indica nella dettagliata mozione. (adel)