CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
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La rete informatica della Asl 8 un autentico colabrodo, facilmente accessibile dall'esterno. Violata la privacy dei malati. I Riformatori hanno presentato una interrogazione. Secondo un esperto informatico, difficile rimediare in tempi brevi.
Cagliari, 29 febbraio 2008 - Non occorre un pirata
informatico. Con i sistemi attuali anche un ragazzino può
divertirsi ad entrare nel sistema informatico dell'Asl 8 (ma
potrebbe essere così anche nelle altre aziende sanitarie).
L'accesso ai dati sensibili dei pazienti, le terapie, i protocolli
diagnostici dei pazienti sono alla portata di chiunque. "Notizia
inquietante", commenta l'on. Vargiu (Riformatori), il cui gruppo ha
presentato una interrogazione sulla sicurezza della rete
informatica. In soli otto minuti si accede alla rete, non solo a un
"pezzetto", ma all'intero sistema.
Il 21 febbraio, alle 13 e 24, chi ci ha provato s'è collegato con
389 computer dell'azienda 8. Considerata l'ora avanzata, può darsi
che molti terminali fossero spenti. Ma da Muravera a Isili, dalle
case di cura ai presidi zonali, tutto era disponibile: nomi e
cognomi, indirizzi e date di nascita, codice della patologia.
Notizie "persino imbarazzanti", aggiunge Vargiu, in conferenza
stampa.
Privacy e sicurezza sarebbero inesistenti e, secondo i Riformatori,
che si sono avvalsi di un esperto informatico, il buco della rete è
difficile da rattoppare. Eppure - incalza l'on. Vargiu - la giunta
ha fatto della nuova informatica un cavallo di battaglia stanziando
cifre straordinarie". Il risultato è disarmante, "più che un
cavallo di battaglia, sembra un cavallo di Troia".
Mettere rimedio sembra difficile per la complessità del sistema.
Bisognerebbe, secondo l'esperto, bloccare l'attuale configurazione
e ricominciare da capo. Per qualche mese, se basta, ritornare al
cartaceo. La revisione dell'intero sistema e delle connessioni non
protette tra servizi, presidi, eccetera, impone cautela.
L'accesso al sistema - precisa l'esperto - non ha blocchi o
limitazioni. Una volta dentro uno può spaziare. Figurarsi se
qualche irresponsabile, per gioco o per interesse, interviene sui
dati modificandoli.
"Siamo preoccupati del fatto che non sono state adottate le misure
minime di sicurezza imposte dal Codice unico per la privacy", dice
l'on. Pisano. Ancora più grave che la rete della Asl non è
configurata in modo da confinare l'eventuale intruso all'interno
del piccolo compartimento a cui ha avuto accesso; né di segnalarne
la presenza.
C'è da pensare - conclude Pisano - che la Regione abbia realizzato
un sistema inadeguato, largamente superato, senza quei requisiti
indispensabili perché i dati ultrasegreti dei malati possano essere
tranquillamente diffusi. Di qui la richiesta di una verifica
immediata e di interventi per rimediare a una situazione
incresciosa, a proposito della quale potrebbe intervenire
pesantemente l'Autorità della Privacy. (adel)