CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
***************
La celebrazione per il bicentenario della morte di Giovanni Maria Angioy = Il presidente Spissu: "C'è un filo che lega Angioy con la nostra attualità, dobbiamo recuperare quello spirito ideale".
Cagliari, 23 febbraio 2008 - "Oggi, in occasione del
bicentenario della sua morte, sopraggiunta durante l'esilio
parigino il 23 febbraio 1808, il Consiglio regionale della Sardegna
celebra Giovanni Maria Angioy, non solo in quanto fautore delle
rivendicazioni autonomistiche ma anche in quanto paladino delle
libertà civili e il difensore degli oppressi".
Lo ha detto il Presidente del Consiglio regionale (vedi in allegato
intervento integrale), aprendo la giornata di celebrazioni del
patriota e democratico sardo, nell'aula del Consiglio regionale,
alla presenza delle massime autorità della regione. Una
manifestazione che ha inteso ricordare il bicentenario della morte
della grande figura di intellettuale, patriota e democratico.
"I Sardi ricordano dunque con sentimenti di particolare
riconoscenza e gratitudine un uomo che alla patria sarda sacrificò
i propri affetti, la propria carriera e le proprie sostanze, -ha
detto il Presidente Spissu- lasciando ai posteri, insieme a un
formidabile patrimonio ideale, un messaggio e una testimonianza
autentica di coerenza intellettuale e di libertà".
"Ed è per questi motivi che mi piace oggi celebrarne la grandezza e
collegare idealmente l'odierna ricorrenza -ha proseguito il
Presidente Giacomo Spissu- e questa solenne cerimonia ad un altro
appuntamento e ad un'altra storica data per il popolo sardo: il
testo costituzionale dello Statuto di Autonomia conquistato con la
nascita della nostra Repubblica e a cui lunedì 25 dedichiamo, in
questa stessa aula, una riflessione, un bilancio e la ricerca delle
ragioni, ideali, identitarie, sociali e politiche che rendono
necessaria una sua revisione".
"C'è un filo che lega Angioy - ha quindi concluso il Presidente,
aggiungendo una postilla al suo intervento- con la nostra storia
attuale. Dobbiamo recuperare quello spirito ideale che ha animato
Angioy e i suoi contemporanei e che deve animare la classe
dirigente sarda nel difficile lavoro di riscrittura del nuovo
Statuto reinterpretando i tempi nuovi, ma reincarnando gli ideali
di allora".
È poi intervenuto il professor Pietro Maurandi, referente del
Comitato promotore per le celebrazioni angioyane, che ha ripercorso
le tappe fondamentali della vita del patriota sardo, spiegando la
modernità della sua azione e del suo pensiero politico.
Maurandi ha infine posto l'accento sulla capacità di Angioy di
coniugare la lotta contro il feudalesimo con le aspirazioni
autonomistiche presenti allora nell'isola.
Annamaria Rao, docente dell'Università Federico II di Napoli, ha
incentrato il suo intervento accademico sull'importanza di
"collocare la vicenda politica di Giovanni Maria Angioy, nel
contesto più ampio del patriottismo italiano ed europeo dalla
Rivoluzione Francese fino all'età napoleonica".