CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

***************

 

Gli "affari di famiglia" del Pd condizionano pesantemente i programmi del centrosinistra in Sardegna. Duro giudizio dei socialisti, impegnati nella Costituente nella linea unitaria indicata dal Congresso. Balia: se le cose non cambiano difficile partecipare alla coalizione per il prossimo governo della Regione.

 

Cagliari, 11 gennaio 2008 - Domani manifestazione a Cagliari per la costituente socialista con Boselli, Angius e Cinzia Dato (ex Margherita). Il partito della rosa illustra in conferenza stampa (lo fa l'on. Peppino Balia) le motivazioni che hanno ispirato il congresso, tracciando la strada: mettere insieme non solo tutte le anime socialiste, ma coagulare attorno a sé le forze politiche che si riconoscono nei valori del Pse, il partito socialista europeo. E' la risposta ad un Pd, dice Balia, nato da "tatticismi e calcoli matematici, da un forte deficit di laicità e dell'inconciliabile pregiudizio di non appartenere al Pse". Un Pd che risponde alla sponda cattolica, come dimostra l'emendamento presentato in Senato perché non vi sia esenzione dall'Ici per gli immobili della Chiesa non destinati al culto. Emendamento bocciato.
Ma il tema politico si dilata subito per investire i rapporti con la Regione e col Pd "che travasa sulle istituzioni le divisioni interne e una litigiosità superiore a quella tra Montecchi e Capuleti", litigi dei quali si è avuta ampia documentazione nei lavori in Commissione della Finanziaria 2008 nel conflitto tra i "succubi" della linea Soru e chi manifestava il proprio dissenso.
Duro il giudizio politico. Anziché allargare l'attenzione a chi era collocato nella colazione e sempre più marcatamente se ne distanzia (Udeur) o a chi è sempre stato su posizioni di centro sinistra (Psd'Az), il Pd ritiene sia "un affare di famiglia risolvere problemi politici d'ampio respiro, come, ad esempio, la designazione del prossimo candidato alla guida della coalizione". Se le cose vanno avanti su questo binario, precisa Balia, "noi troveremo forti difficoltà ad esserci".
"Qualche lamento" anche su alcune scelte politiche della giunta, delle quali, a volte, "si ha notizia leggendo i giornali". Cita l'importazione dei rifiuti, Balia, si domanda se un presidente di Regione può decidere da solo, senza sentire nessuno, senza provocare un dibattito democratico, senza coinvolgere gli enti locali.
Ma, ritornando alla Finanziaria, Balia critica anche i nuovi criteri di gestione delle misure a sostegno della prima casa (c'è il rischio di escludere categorie sociali disagiate) e gli interventi sulla legge 51 (artigianato), con dotazione largamente insufficiente, per il cui accesso si prevede il ricorso al bando (anziché allo sportello), con perdita di tempo a volte pregiudizievole per le iniziative proposte. Formazione professionale, lavoro e politiche di sviluppo, riforma dei consorzi industriali sono altri punti sui quali i socialisti muovono critiche. Nessun segnale, infine, per gli 850 precari di biblioteche ed enti culturali che rischiano l'espulsione dal posto di lavoro.
Sulle anticipazione delle entrate, l'on. Balia parla di "inutile dichiarazione di guerra" dal momento che la Corte costituzionale deve ancora esprimersi in merito. Invito alla maggioranza "affinché recuperi la legge statutaria; modifichi la legge urbanistica soprattutto per gli interventi impropri nei centri storici e nell'agro" con l'assurda pretesa d'imporre vincoli identitari e forte perplessità per il progetto di una flotta sarda, che sembra riportare d'attualità vecchi regimi autarchici.
Sull'iniziativa politica e culturale del Pse si segnala una dichiarazione dell'on. Caligaris, che inviamo a parte. (adel)