CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

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La minoranza abbandona i lavori della commissione bilancio impegnata nella discussione della Finanziaria. Nessuna apertura sulla sanità. Vargiu: "Si pretende di migliorare il sistema sbattendo la porta in faccia ai medici di base". Rinviati al Consiglio i nodi della manovra (lavoro, consorzi industriali, salute).

 

Cagliari, 10 gennaio 2008 - Finanziaria, la minoranza abbandona i lavori della Commissione bilancio. Niente di stravolgente. "Lo abbiamo sempre detto che si trattava di lavori farsa", dice l'on. Vargiu (Riformatori): articoli "pesanti" (lavoro, consorzi industriali e, ora, sanità) che passano "con l'approvazione tecnica" e col dissenso politico in attesa che sia l'aula a dirimere questioni molto delicate: Ma, questa volta, "ci hanno sbattuto la porta in faccia", aggiunge il capogruppo, a dispetto "della molta comprensione avuta" nei confronti di una maggioranza "schizofrenica" (la definizione è dell'on. Farigu, Nuovo Psi): il no deciso agli oltre 200 emendamenti sulla sanità "che andavano tutti - dice Vargiu - nella direzione del Piano regionale", approvato e mai attuato, per mancanza di risorse nei punti-chiave (in particolare la sanità territoriale).
"Abbiamo chiesto di provare a ragionare almeno su un punto, quello del ruolo dei medici di base", spiega Vargiu nel corso di una conferenza stampa convocata dall'opposizione. Come si fa a pensare ad una sanità diversa, meno dispendiosa del sistematico ricorso agli ospedali, se non si affronta il nodo dei medici di famiglia, "che sono il pilastro del Piano regionale?", si chiede l'on. Contu (Forza Italia). Come si fa a cambiare secondo le previsioni di Piano se, alla resta dei conti, non si finanziano le azioni indicate?
I medici di base in Sardegna sono oltre millecinquecento e la Sardegna "è la sola Regione - precisa l'on. Ladu (Fortza Paris) - che non ha chiuso sul contratto integrativo", né l'assessore è disposto a farlo, avendo rotto la trattativa e rinviato la questione alla contrattazione nazionale ("un'offesa per la classe medica, rimasta inascoltata e considerata il parente povero della sanità sarda", sempre Ladu).
Per chiudere la partita, che, a giudizio della maggioranza è un punto cruciale della nuova sanità nel territorio, ci vogliono risorse. Per fare un esempio (esempio che fa l'on. Vargiu), il Trentino, le cui dimensioni geografiche e della popolazione sono note, spenderà 40 milioni. Il centrodestra ha proposto 35, alcuni consiglieri di maggioranza hanno insistito per 20 milioni. Le proposte sono state bocciate. Restano 3,5 milioni, "del tutto inutili". "E' una grossa presa in giro - sostiene Vargiu - non nei confronti dell'opposizione o del presidente (di maggioranza) della commissione sanità, alla cui proposta si è detto, in modo secco, di no; ma per la salute dei sardi. Smantellare le prestazioni alla ricerca di un equilibrio di bilancio (che, poi, è un equilibrio fittizio, dice l'on. Capelli, Udc, perché la spesa è cresciuta), è una tragedia".
"Il deperimento tecnologico del Brotzu" (se mesi di lista d'attesa per la cardiochirurgia e la ripresa del "turismo sanitario" che fa pagare ad altre asl del continente prestazioni che "non siamo in grado di dare", sono argomenti evidenziati. Argomenti sui quali il confronto sarà aspro in Consiglio (on. Capelli).
In sostanza, afferma l'on. Contu, il Piano sanitario regionale "non è mai andato in onda", ed è inutile gloriarsi di aver approvato, dopo vent'anni, uno strumento divenuto inapplicabile e, perciò, inefficace.
Presidente schizofrenico? Come dire altrimenti - argomenta Farigu - se è la stessa maggioranza ad aver presentato una valanga di emendamenti ad un testo presentato solo poche settimane prima. O "il mondo è cambiato all'improvviso", oppure giunta e maggioranza si sono resi conto della inadeguatezza della proposta. Trattandosi di salute, la questione non è di buon auspicio. (adel)