CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
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Violenza alle donne: sostegno alle strutture che possono combattere il "sommerso" familiare = Conferenza stampa per illustrare la mozione delle consigliere regionali (prima firmataria Caligaris)
Cagliari, 21 novembre 2007 - Sono passati 47 anni da
quando Minerva, Maria Teresa e Patria Mirabel furono violentate,
seviziate e uccise nella Repubblica Dominicana. Un evento che diede
vita il 25 novembre del 1981 alla "Giornata Internazionale contro
la violenza sulle donne", indetta in occasione della "prima
conferenza latinoamericana delle donne" tenutasi a Bogotà.
Purtroppo in occasione del 26/mo anniversario della Giornata contro
la violenza sulle donne il fenomeno continua a mietere vittime e
oggi in Italia, quotidianamente, sette donne in media denunciano di
aver subito una violenza sessuale. I dati nazionali sono
allarmanti. Nel 2007 ci sono state 57 donne uccise, 141 ferite,
1805 stuprate. In Europa le donne tra i 15 e i 60 anni muoiono più
per violenza che per incidenti o per malattia. La finanziaria
nazionale stanzia 20 milioni di euro per il piano antiviolenza. Nel
2007, da gennaio a novembre, il Centro Antiviolenza Onda Rosa, uno
dei punti di riferimento "storici" delle donne in Sardegna che
gestisce anche una Casa di Accoglienza, ha registrato 113
segnalazioni e 96 sono state le donne che hanno chiesto aiuto. 81
hanno effettuato una serie di colloqui, 45 hanno chiesto
l'assistenza legale, 9 (su 15 che ne hanno fatto richiesta) hanno
potuto usufruire dell'ospitalità nella casa di accoglienza.
La mozione che le 8 donne del Consiglio regionale hanno presentato,
prima firmataria la socialista Maria Grazia Caligaris, e
sottoscritta da 53 colleghi si pone nell'ottica indicata dalla
legge regionale n. 8 approvata lo scorso 7 agosto ed impegna la
Giunta regionale ad intervenire nei confronti del Governo affinché
sia contrastata in modo ancora più efficace la violenza contro le
donne "assumendola come priorità nel definire le politiche di
sicurezza, uguaglianza e pari opportunità".
La mozione, che è stata illustrata oltre che da Caligaris,
segretaria della Commissione Diritti Civili, dagli on.li Gian Luigi
Gessa (Progetto Sardegna), Tore Serra (Comunisti Italiani) e
Mondino Ibba (Sdi), chiede un rafforzamento delle azioni e delle
iniziative per convincere le donne a denunciare le violenze, a
rendere più incisivo l'impegno a sostegno ai centri antiviolenza
rendendoli sempre più compatibili alla tante richieste di
accoglienza e a realizzare campagne di sensibilizzazione
sull'educazione all'uguaglianza e sul rispetto delle differenze.
L'ultimo impegno contenuto nella mozione propone di sollecitare un
confronto sul tema della libertà delle donne e sul ruolo dell'uomo
nella società. Il documento infine invita il Parlamento a emanare
al più presto una specifica legge contro la violenza sulle
donne.
"La cultura del rispetto e la solidarietà - ha sottolineato
Caligaris - devono diventare patrimonio dell'intera società e
questa mozione, che ha coinvolto 53 consiglieri regionali di
entrambi gli schieramenti dimostra la crescita di una sensibilità
maschile diffusa e la sempre maggiore disponibilità a ribellarsi a
chi usa la violenza. Insomma i tempi sono maturi per un'azione
forte e condivisa. Ritengo che per fronteggiare il problema la
Regione possa promuovere un protocollo antiviolenza coinvolgendo i
responsabili per la sicurezza e le diverse istituzioni operanti nel
territorio. Un vero salto di qualità potrà aversi solo quando la
parità sarà un patrimonio condiviso e le donne dentro e fuori le
pareti domestiche potranno davvero essere libere di scegliere il
presente e il futuro. Bisogna far cessare la ormai quotidiana
mattanza con interventi rivolti alle più giovani generazioni e
promuovendo un'immagine femminile autentica attraverso i mass
media. Per raggiungere questo obiettivo occorre lavorare ancora
molto. L'auspicio è che il tema della violenza, anche grazie a
questa iniziativa, possa essere dibattuto nell'Aula del Consiglio
regionale al più presto e che si sviluppino azioni e interventi
normativi che assicurino la certezza della pena per il violentatore
e l'incolumità della denunciante".