CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
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Trasferimento di risorse agli enti locali. Anci e Ups alla Commissione Programmazione: bene il fondo indistinto, ma la ripartizione crea sperequazioni a danno degli enti locali maggiori
Cagliari, 7 novembre 2007 - L'esistenza di alcune
criticità nei meccanismi di trasferimento delle risorse agli enti
locali, come prevede la legge Finanziaria in vigore, e la necessità
di porre in essere alcuni correttivi sono state sottolineate dai
rappresentanti dell'ANCI, Salvatore Cherchi e dell'UPS, Roberto
Deriu, alla Commissione Programmazione (presieduta da Giuseppe
Cucca) nel corso di una audizione appositamente richiesta dai
rappresentanti degli enti locali. Anci e Ups hanno sottolineato il
fatto che gli attuali meccanismi (positivi per molti aspetti) fanno
registrare una certa sperequazione a danno delle realtà locali di
maggiori dimensioni (comuni o province). Fermo restando che la
creazione del fondo indistinto -è stato sottolineato- e le modalità
di assegnazione delle risorse sono del tutto condivise dagli enti
locali, sarebbe auspicabile creare qualche correttivo che
garantisca un maggiore equilibrio a favore dei soggetti
maggiori.
Nella sua illustrazione, Salvatore Cherchi, presidente dell'Anci,
ha richiamato il meccanismo posto in essere dall'ultima
finanziaria, che, creando un fondo indistinto di 500 milioni da
suddividere secondo il criterio di 91 per cento ai comuni e 9 per
cento alle province prevede la ripartizione alle singole realtà
locali secondo un rapporto di 40 per cento come quota fissa e 60
per cento proporzionalmente alla popolazione. Questo meccanismo,
dati alla mano, mentre avvantaggia i comuni sotto i 3200 abitanti,
talvolta, alla luce dei fatti, o non modifica o addirittura
peggiora in una certa misura l'ammontare che risultava trasferito
in passato agli enti locali secondo le vecchie norme di
trasferimento delle risorse.
Certamente positivo è stato dichiarato il principio del fondo
indistinto senza vincolo di destinazione, che attua in buona misura
quel federalismo sancito dalla Costituzione. Tuttavia, senza
penalizzare in alcun modo le piccole realtà comunali, sarebbe
necessario prevedere risorse aggiuntive (anche con vincolo di
destinazione) per specifici comparti, che diano risposte ai
problemi segnalati .
"Con questo incontro -ha detto Cherchi- intendiamo in primo luogo
porre un problema alla vigilia della discussione della prossima
finanziaria. Prendere atto che il problema c'è non significa
tuttavia andare a scapito di quelle realtà che hanno ottenuto
benefici, ma puntare ad una compiuta riforma anche con una
soluzione al momento parziale come sarebbe un aumento delle
risorse".
Roberto Deriu, presidente Ups, ha richiamato da parte sua il grave
problema del trasferimento delle competenze alle province dopo la
riforma e la creazione di nuove realtà provinciali. "Su questo
terreno sarebbe auspicabile definire meccanismi che consentano la
"calcolabilità" delle funzioni per una corretta assegnazione di
risorse. Deriu ha anche posto il problema delle comunità montane
per la cui liquidazione, secondo la riforma, occorrono risorse
adeguate per chiudere tutti gli impegni finanziari pendenti: almeno
12 milioni.
Numerosi gli interventi dei consiglieri regionali con numerose
richieste di chiarimento.
(LP)