CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

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Sottopagati e senza alcuna prospetti di continuità di lavoro, oltre cento medici degli ex policlinici universitari non rientrano nel piano di lotta al precariato annunciato nella Finanziaria 2007. Il centrodestra presenta una mozione urgente per conoscere le iniziative che la giunta intende prendere.

 

Cagliari, 26 ottobre 2007 - Medici sottopagati (mille euro mensili alla mano) e senza alcuna sicurezza per mantenere il posto di lavoro o per l'accesso a eventuali concorsi (l'attività professionale prestata non fa titolo) tengono in piedi la sanità degli ex policlinici universi (ora aziende miste) garantendo l'assistenza, la ricerca e il servizio ambulatoriale, anche con livelli di responsabilità. Nella battaglia al precariato che la Regione (Finanziaria 2007) s'è impegnata a portare avanti, loro, i 108 medici di Cagliari (79) e Sassari (27) con contratto atipico da paradosso non ci sono. Alcuni di loro lavorano in condizione di mortificazione dei comuni diritti dei lavoratori da dieci anni.
Il problema è esposto in una mozione urgente del centrodestra (che dovrebbe arrivare, a termine di regolamento,in Aula entro dieci giorni) illustrata questa mattina in conferenza stampa.
Il nodo che lega questi professionisti agli umori della politica è stato tratteggiato dal capogruppo dei Riformatori, on. Vargiu: essi hanno un contratto di liberi professionisti, un controsenso considerato che sono assorbiti a tempo pieno, e oltre, dall'attività. Ora i contratti vanno a scadenza il 31 dicembre (qualcuno il 30 novembre) e non c', da parte dell'assessore alcuna iniziativa che faccia pensare alla loro stabilizzazione. Sembra che sarà indetta una selezione per un contratto a tempo determinato di un anno, che riguarderebbe poco più della metà dei medici. Gli altri, dopo anni di onorato (e qualificato) servizio verranno, stando così le cose, mandati a Spasso. "Sono l'ultima ruota della sanità sarda", ha detto Vargiu preoccupato non solo del mancato riconoscimento dei diritti professionali, che sbarrerebbe la strada a eventuali concorsi, ma anche della qualità dell'assistenza.
"Non c'è alcuna tutela", dice l'on. Contu (FI) per professionisti "che vengono sfruttati sul piano del lavoro". Assunti a chiamata diretta quando si trattava di tenere in piedi l'attività degli ex policlinici, essendo gli universitari strutturati insufficienti a garantire l'assistenza, hanno dato corso ad un precariato d'alto profilo professionale, ma non riconosciuto. Diventati "il perno" dell'attività medica, non hanno garantiti né regime pensionistico, né malattie, né ferie o gravidanze.
Non si può pensare che la sanità voglia risparmiare sulla pelle dei lavoratori e dei malati mantenendo in piedi contratti che, se adottati da un privato, farebbero gridare allo scandalo, ha detto l'on. Alberto Randazzo, capogruppo dell'Udc e l'on. Farigu (Nuovo Psi) si è detto "sbalordito" ed ha proposto il ricorso alla giustizia ordinaria, suggerendo anche una proposta di legge per eliminare "una situazione assurda".
La precarietà, ha detto l'on. Dedoni (Riformatori) diventa uno "strumento politico per governare il sistema" ed ha chiesto che si intervenga, sapendo che, in caso contrario, la pubblica amministrazione ha profittato di lavoratori, non riconoscendo ad essi neppure lo stato di servizio utile alla carriera. (adel)