CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

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Il risultato referendario condanna la Statutaria: ora il problema non è la decisione dei giudici sul quorum, ma politico. I dirigenti dei partiti dovrebbero trovare un'intesa per evitare ulteriori lacerazioni Il Comitato del No (ora Comitato per lo Statuto) ritiene indispensabili alcune modifiche della legge per un bilanciamento dei poteri e per impedire (conflitto d'interessi) "a magnati dell'economia e della finanza di sconvolgere le istituzioni".

 

Cagliari, 23 ottobre 2007 - Che non ci fosse una larga partecipazione di cittadini al referendum era scontato: il tema in discussione (il sì o il no alla Statutaria) "non appassiona il grande pubblico"; ma la vittoria larga dei no (circa il 70 per cento) ha un preciso significato: esprime la volontà della popolazione attiva di modificare una legge "approvata alla chetichella", che rischia di legalizzare il conflitto d'interessi (magnati dell'economia e della finanza possono "prendere possesso delle istituzioni") e soprattutto sbilancia verso un presidenzialismo autoritario i poteri. Basterebbero alcuni ritocchi (ad esempio sul programma del presidente, che deve passare al vaglio del Consiglio e può essere modificato dallo stesso) per arrivare senza danni (soprattutto politici) alla conclusione della legislatura.
Il Comitato del No, che diventa Comitato per lo Statuto, non si pone il problema del quorum (decideranno i giudici); ritiene, tuttavia, che il problema non sia solo giuridico (del resto, in materia, esistono precedenti), ma, soprattutto, politico, perché c'è una precisa volontà popolare da rispettare. I dirigenti dei partiti dovrebbero pronunciarsi, ha detto l'on. Raggio. Altrimenti c'è il rischio che il giudizio della Corte d'appello crei pericolose lacerazioni. La politica sarda "è ingrippata" e bisogna fare in modo di renderla efficiente.
Inattesa di dirimere una questione controversa (quorum sì - quorum no) il risultato referendario parla da sé. Inutile - ha detto il prof. Pubusa - fondare ragionamenti opportunistici su chi non ha partecipato al voto. Chi non ha votato, ha taciuto; probabilmente per scarsa informazione. Si discuta, allora, e soltanto, su chi ha votato.
Paradossalmente la Statutaria, che si preoccupa della governabilità, creando forti contrapposizioni, ha finito col favorire l'ingovernabilità. Il tono arrogante del presidente Soru - ha detto Antonello Murgia (Comitato) -, il quale pensava di condizionare i sardi come ha condizionato il Consiglio in occasione dell'approvazione della legge, non può essere amplificato da una Statutaria che gli dà carta bianca. Alcune modifiche del testo (con prevedibile convergenza di alcune forze politiche) potrebbero aggiustare il tiro.
Ora occorre mettersi attorno a un tavolo e discutere. Fa male Cabras (Raggio) a disimpegnarsi sul piano politico. Il nascente Pd, con le sue frizioni interne e la difficoltà a realizzare l'unità, rischierebbe di avere un segretario "dimezzato", che farebbe coppia con un presidente "dimezzato" dalle ultime vicende.
Quadro politico confuso ("molto incasinato" ha detto Andrea Raggio) che necessita di un atto di responsabilità da parte di chi le responsabilità si è assunto, altrimenti la legislatura delle riforme sarebbe una legislatura sprecata.
L'invito è alla politica perché comprenda il significato del risultato elettorale e ne tragga le debite conseguenze. (adel)