CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
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Audizione dell'Assessore Dadea in Prima commissione = La delibera dei direttori generali regionali provenienti da tutta la Pubblica amministrazione in senso lato: la Giunta dice sì al superamento del limite del 20%"
Cagliari, 27 settembre 2007 - La delibera della
Giunta che consente di nominare (oltre l'attuale limite del 20%)
direttori generali della Regione persone non provenienti dalla
amministrazione regionale ma pur sempre di altre pubbliche
amministrazioni è stata al centro dei lavori della Prima
commissione (Autonomia e riforma della Regione) presieduta dall'on.
Giambattista Orrù (Ds). Sull'argomento è stato sentito l'assessore
agli affari generali e al personale, Massimo Dadea.
La delibera in questione (N. 34/ dell'11.09.2007) fornisce una
interpretazione combinata della legge N. 31/1998 e della legge N.
4/2006. Secondo questa interpretazione, poichè la normativa in
vigore consente già alla Regione di attribuire le funzioni
dirigenziali (qualora sia strettamente necessario) a dirigenti di
altra amministrazione o ente pubblico (in comando, aspettativa o
fuori ruolo) anche oltre il limite del 20%, ciò dovrebbe valere
anche per i direttori generali purché provenienti comunque da una
pubblica amministrazione in senso lato. Il limite viene invece
mantenuto per le persone "estranee" del tutto alla pubblica
amministrazione e non semplicemente "esterne" alla amministrazione
regionale.
In base a questa delibera interpretativa, ha spiegato l'assessore
Dadea è possibile far fronte ad alcune esigenze impellenti come ad
esempio le nomine nella nuova Direzione generale della Pubblica
Istruzione istituita con una norma recente. "Si tratta di un atto
di assoluta trasparenza legislativa -ha sottolineato l'assessore
Dadea- che consente alla Regione di intervenire con efficacia in un
settore particolarmente delicato come la scuola che soffre di
pesanti ritardi rispetto alle altre regioni in fatto di dispersione
e indici di scolarizzazione".
Nel corso dei vari interventi Renato Cugini (Sa) ha espresso forti
riserve e perplessità ("Non si discute sull'esigenza di rafforzare
le strutture regionali, ma di una interpretazione che modifica le
norme. Anche i sindacati si sono detti contrari"). Della necessità
"non di modificare l'indirizzo interpretativo della Giunta, ma di
una sua integrazione", ha parlato Luciano Uras (Rc) ("Occorre fare
chiarezza sulla legge 31 che appare ormai datata"). Critico
Pierangelo Masia (Misto - Sdi), che ha sottolineato come dopo i
mancati tentativi di modifiche alla legge 31 in sede di discussione
della Finanziaria si tenti di farlo ora con altri mezzi. Giudizio
negativo anche da parte di Roberto Capelli (Udc) ("Vero che il
contesto cambia e modifica la realtà normativa, ma troppo spesso le
modifiche normative trovano fondamento principalmente in ragioni
politiche"), ed ancora: "Si può interpretare una norma con una
delibera dell'esecutivo". Di diverso avviso Francesco Sanna
(Margherita): "Se ci sono professionalità che una pubblica
amministrazione può sfruttare a tutto campo è giusto che si possa
fare, è proficuo per il ricambio della amministrazione". In replica
l'assessore Dadea ha ribadito la legittimità dell'interpretazione
espressa. A livello nazionale, ha ricordato, è già in atto un
processo di liberalizzazione in tale senso; "è un atto di
trasparenza".
(lp)