CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

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Agricoltura in crisi: il centrodestra accusa la Regione e presenta una lunga e dettagliata mozione sui ritardi e le "distrazioni" dell'assessore e della giunta. Manca un progetto complessivo di sviluppo e la concertazione con le associazioni di categoria.

 

Cagliari, 7 agosto 2007 - Il 20 marzo era stata una giornata campale per l'agricoltura sarda; ma la tensione del mondo dei campi sembra non attenuarsi. Altri segnali di insofferenza si manifestano ed esploderanno in autunno, dice il centrodestra, che ha presentando una documentata mozione (illustrata oggi in conferenza stampa) sulla situazione di generale disagio, chiedendo le dimissioni dell'assessore Foddis, contestato dalle associazioni di categoria e responsabile - a loro dire - della crisi profonda che attanaglia tutti i comparti, dalla mancata difesa del prezzo del latte ovino ("madre di tutte le crisi", per l'on. Ladu di Fortza Paris), alla peste suina africana, alla riforma "fasulla" degli enti agricoli, ai soldi pubblici persi per ritardi e colossali disattenzioni. Un lungo elenco di debolezze che porta a un giudizio politico fortemente negativo - ha detto l'on. Diana (An) primo firmatario della mozione - e a una serie di veri e propri handicap strutturali dai quali è difficile risollevarsi. Cita, l'on. Diana, l'esempio della programmazione integrata: su 13.500 domande presentate ne saranno finanziate mille; per tutte le altre imprese agricole rimaste fuori il risultato è uno solo: aver speso inutilmente circa 600 euro a testa per la documentazione. "E' la crisi più drammatica dall'autonomia a oggi", dice l'opposizione. I soldi ci sono, ma la mancanza di un progetto politico non consente di spenderli. Non c'è più, col mondo politico e di categoria, alcuna concertazione: piano regionale di sviluppo e piano di sviluppo rurale sono stati inviati all'Unione europea senza alcun confronto, se non un rapidissimo e sostanzialmente inutile passaggio in Commissione. Pur "avendo nel cuore Arborea", dice Diana, Foddis non è riuscito a difendere neanche il prezzo del latte bovino, che chiude con 42 lire (l'assessore "non è ancora arrivato all'euro…") in meno rispetto alla precedente stagione. Del latte ovino si conoscono le traversie e l'inutile attesa per i 14 centesimi di conguaglio.
Agricoltura in sofferenza, dunque, perché, dice l'on. La Spisa (FI) non può prescindere dal sostegno pubblico. Avviene dappertutto; figurarsi se non deve avvenire in Sardegna dove alcuni handicap riconosciuti (la dimensioni aziendali, il trasporto delle merci, la carenza di infrastrutture) rendono più urgente il problema. Se l'agricoltura molla e le campagne si spopolano, non c'è difesa del territorio. La crisi investe soprattutto le zone interne, crea ulteriori squilibri nel territorio, soffre la patologia di un Piano paesaggistico regionale che crea vincoli insopportabili.
Risultato: in questi anni - spiega l'on. Ladu - il 20 per cento delle aziende agricole ha chiuso definitivamente i cancelli. Tutto ciò avviene mentre "la Regione non riesce a spendere le risorse disponibili; né quelle proprie, né quelle comunitarie" e mentre si verificano forti ritardi nella corresponsione dei rimborsi per i danni di siccità ed alluvioni subiti.
Al tavolo verde - ricorda l'on. Alberto Randazzo (Udc) - l'assessore aveva sostenuto l'urgenza della continuità delle merci. Nulla è cambiato, né vi sono segnali di cambiamento. Le lacune del piano regionale di sviluppo sono la conseguenza di una lunga serie di disattenzioni, indicate nella mozione. "L'agricoltura non è solo Arborea e la cooperazione non è tutto il mondo agricole", dice Randazzo in polemica con Foddis. Lo spopolamento delle campagne è un segnale d'allarme: domina il giallo delle colture abbandonate e dove è tutto giallo è più facile appiccare il fuoco.
Opportuno parlarne alla ripresa dell'attività politica, sostiene l'on. Vargiu (Riformatori) sottolineando che il problema non è tanto l'assessore (il cambio Addis-Foddis non è servito a niente), quanto la mancanza di un progetto; e l'on. Farigu (Nuovo Psi) non dà la croce addosso soltanto a Soru, ma alla maggioranza che lo tiene in sella e gli consente di fare e disfare. Timidi segnali di protesta (Sdi e Udeur) non bastano neppure di fronte alla dilagante demagogia, quella, ad esempio, che parla di un turismo da sostenere con un'agricoltura che non c'è. E' tempo di reagire, sostenendo le buone ragioni delle imprese agricole, che, ricorda l'on. Liori (An), sono soffocate dalle banche, ennesimo ostacolo che la politica regionale non riesce a rimuovere. (adel)