CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
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Una commissione d'inchiesta del Consiglio per accertare lo stato di salute delle aree militari e le conseguenze per militari e civili: è una proposta di legge sostenuta dall'intera maggioranza. Conferenza stampa di Rifondazione.
Cagliari, 1 agosto 2007 - Una commissione d'inchiesta
per accertare (finalmente) lo stato di salute delle aree militari,
in particolare quelle utilizzate per le esercitazioni e la
sperimentazione di armi, e i riflessi che tale inquinamento può
avere per la salute umana e animale: la chiedono, con una proposta
di legge, 47 consiglieri della maggioranza (i capigruppo di Ds e
Margherita in testa) per svegliare dal torpore il consiglio ed
evitare che la politica si accontenti della solita (e inoffensiva)
commissione d'indagine (lodevole l'operato della Commissione
sanità, che tuttavia, non ha sortito alcun esito). Oggi il gruppo
di Prc-Se ha presentato l'iniziativa, condivisa da tanti, ma che -
ha detto Tore Serra, Comunisti italiani - non deve restare un pio
desiderio. E' vero che una firma su una petizione non si nega a
nessuno; ma chi firma deve impegnarsi a dare corpo alle proposte
sottoscritte.
Anche perché una analoga proposta è ferma in un cassetto della
Commissione sanità dal 6 dicembre del 2005, dopo la vivace polemica
sul dissenso dei presentatori all'assegnazione alla sanità per
l'iter consiliare. "E' un problema di diritti civili", sottolinea
con enfasi l'on. Pisu (Prc), riguardando, la materia, aspetti sulla
cui gravità parlano, prima di tutto, i numeri: 50 soldati italiani
morti per tumori, leucemie e linfomi, 10 dei quali in Sardegna: 6
in provincia di Cagliari, 3 in provincia di Sassari, uno a
Oristano. Tutti soldati che hanno operato o nei poligoni o nei
teatri di guerra (anche se con l'etichetta, talvolta, di missioni
di pace).
Di fronte all'incertezza delle popolazioni che si trovano quella
pericolosa compagnia (l'addestramento militare) in casa, non
bastano le buone intenzioni della serie "una firma non si nega a
nessuno", ma occorre agire. Ma quante probabilità ci sono che in
questo scampolo di legislatura che resta si riesca a portare a casa
una legge ferma da un anno e mezzo? "Le 47 firme sono una garanzia
- risponde l'on. Caligaris (Sdi-Rnp) - per rilanciare l'attività
del Consiglio fin qui sonnacchiosa sui diritti civili". Cita la
battaglia per garantire i diritti alle persone private della
libertà; quella, ancora infruttuosa, sul difensore civico e "tutti
gli istituti di garanzia che non hanno trovato posto nella legge
statutaria".
"Notizie che arrivano anche qui - aggiunge l'on. Uras (Prc) -
dicono che il governo si accinge a potenziare l'attività del
poligono di Quirra", probabilmente il più compromesso. Occorre
perciò rilanciare "l'iniziativa contro le servitù militari, dal
momento che, esclusa la partenza degli americani da La Maddalena,
tutto il resto è rimasto inalterato".
La notizia che nei poligoni i militari hanno raccolto a mani nude i
proiettili e residuati bellici per la pulizia dei terreni - dice
l'on. Pisu - è choccante. Meglio fare definitivamente chiarezza e
la commissione d'inchiesta ha gli strumenti per farlo. La spesa
prevista per l'attività della commissione? Venticinquemila euro:
vale la pena spenderli - si domanda Pisu - per evitare di giocare
con la vita di altri giovani. (adel)