CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

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La Commissione sanità ha iniziato l'indagine al "Brotzu" per capire se ci sono difficoltà e come contribuire a risolverle. Due criticità: il personale e l'adeguamento tecnologico, perché i livelli di eccellenza non siano in pericolo.

 

Cagliari, 17 luglio 2007 - La Commissione sanità indaga sui "veleni" del Brotzu, l'ospedale delle eccellenze che lamenta un po' di maldipancia. Tre giorni di incontri, in quella sede, iniziati stamattina, dopo la visita fatta dai consiglieri di opposizione\che aveva sollevato più d'una polemica. In realtà - spiega l'on. Vargiu (Riformatori), tra i promotori - lo scopo è quello di appurare i disagi funzionali e di cercare di curarli. Spirito analogo, quello della maggioranza - come ha sottolineato in apertura di incontro il presidente Pacifico - che vuole capire meglio la situazione e, se sarà il caso, intervenire nella sede opportuna.
Il Brotzu, assicura il direttore generale Selis, ha trovato fisionomia e assestamento. In un dossier di cento pagine, fitto di numeri, ci sono tante risposte, ma ci sono anche le domande che potrebbero condizionare il futuro.
Le performance sono buone (sono calati i ricoveri inappropriati, grazie anche a un reparto di osservazione intensiva a breve che funziona da filtro; l'occupazione dei posti letto - 85% nel 2006 - è ben oltre la soglia del 75% indicato dal Piano sanitario regionale), ma alcune criticità devono essere rimosse. Il Brotzu registra il 76 per cento di ricoveri urgenti; ciò significa che è in piena attività 24 ore al giorno. Tale situazione comporta stress soprattutto quando alcune attività, che in passato sembravano di peso limitato (è il caso dei trapianti) hanno assunto una dimensione notevole (cento interventi all'anno) tanto da richiedere strutture dedicate (che non ci sono. Non c'è, infatti, adeguamento della pianta organica a questa nuova dimensione sanitaria).
Il 54% dei medici ha più di 50 anni; se ciò rappresenta un indiscutibile valore aggiunto in fatto di esperienza, non si concilia tuttavia con un'attività straordinariamente intensa e le frequenti reperibilità. Per giunta i dirigenti sono sotto organico di 20 unità (404 invece di 424). Gli infermieri non sono sotto organico (809 su 810) ma hanno un carico di lavoro elevato, registrano molte assenze (54 mila giornate lavoro) e, soprattutto, sono a rischio di fuga. Dei 160 idonei all'ultimo concorso, 100 hanno partecipato al concorso bandito dalla Asl 8, "dove - si sussurra - si lavora meno e, forse, si guadagna di più".
L'attività dei trapianti (dura la denuncia di Valentino Martelli; una serie di disagi hanno ridotto di quasi la metà il numero degli interventi: da 12-14 alla settimana, a 7-8. Liste di attesa troppo lunghe, gente che nel frattempo muore, molti malati che partono in continente per farsi operare). È cresciuta, ma non è stata totalmente adeguata la struttura. Lo riconosce il dg Selis. Ieri lo start-up era governabile, ora un reparto di dimensioni dipartimentali non lo è più.
Altro elemento di criticità, l'innovazione tecnologica. A regime servirebbero 6 milioni l'anno, l'equivalente, cioè, delle somme iscritte in ammortamento. Ma il Brotzu non ha risorse da accantonare e, se fra due anni non sarà trovato rimedio (un'assegnazione straordinaria della Regione. Necessari 20 milioni) c'è il rischio concreto di una decadenza qualitativa e di un ritardo nel trend di adeguamento dell'ospedale alla domanda di salute della regione (il Brotzu è ospedale regionale; esercita, cioè, attrazione sulla popolazione dell'intera isola). Oggi, il 60% delle attrezzature, ha un'obsolescenza calcolata in due o tre anni. Prendere o lasciare.
Per questo motivo l'on. Lai (Ds) ritiene che la Commissione debba intervenire perché risorse umane e tecnologiche siano garantite. Tre pagine del dossier sono dedicate alle "carenze da risolvere" per restare al top.
La prima giornata di lavoro, presenti i massimi responsabili dell'azienda ospedaliera e i responsabili dei servizi complessi, serve a mettere a nudo alcuni problemi senza mediazioni formali. Ognuno ha detto quel che aveva da dire. Non tutti i servizi funzionano al meglio, ma c'è anche un difetto di comunicazione. La legge 10, quella dell'ordinamento, non è applicata sino in fondo; collegio di direzione e consiglio delle professioni sanitarie non sono consultati come previsto; la gestione rigorosa di Selis scontenta qualcuno; ma riaffiora lo spirito di appartenenza che in Sardegna è riferimento della sanità pubblica.
Bisogna superare gli ostacoli e la dirigenza medica sembra disponibile. Con qualche sofferenza. Ma l'alta qualità del servizio, numeri alla mano, è garantita. Si tratta, semmai, con gli opportuni accorgimenti di natura finanziaria e organizzativa, di non perdere quota.
Domani si continua, mattina e sera. (adel)