CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
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Autorità d'ambito: commissariati i Comuni inadempienti? Il presidente riferisce il Commissione sui problemi del servizio unico integrato che accumula debiti e deve misurarsi con una serie di problemi: dalla bollettazione controversa, all'alta morosità (l'anagrafe utenti è incompleta), all'esiguità delle risorse.
Cagliari, 5 luglio 2007 - Bollette pazze, gestione in
perdita, rete di distribuzione inadeguata, utenza che non paga: ma
la riforma dell'acqua (l'autorità d'ambito e il gestore unico
integrato) rappresenta un passo avanti o una retromarcia? Su un
argomento di particolare importanza, la Quarta Commissione (Lavori
pubblici, presidente l'on. Stefano Pinna) ha sentito in audizione,
completando il cerchio (in precedenza sentiti i presidenti di Enas
e Abbanoa), il presidente dell'Autorità d'ambito (Ato), Luigi
Piano. La cronaca si occupa spesso del problema acqua, in qualche
caso per sottolineare la posizione d'intransigenza di alcuni
Comuni, per lo più possessori, per competenza territoriale, di
sorgenti, che si rifiutano di entrare nel sistema unico integrato.
Si tratta di posizioni strumentali? Non solo, ci sono Comuni che
nell'acqua hanno investito (reti e depuratori) e che oggi
dovrebbero versare gratuitamente queste opere frutto di
finanziamenti sottratti ad altri settori (on. Murgioni, Fortza
Paris). Ce ne sono altri che non si sentono abbastanza garantiti né
dal sistema di bollettazione, né dalla stabilizzazione, in
Abbandona, del personale. Ma c'è chi sottolinea (on. Pirisi, Ds),
che l'acqua, dovunque sgorghi, è un bene comune, non commerciale, e
che dovrebbe vigere un principio generale di solidarietà. Che cosa
pensa l'Autorità d'ambito? Previo incontro con Soru - risponde il
presidente Piano - il commissariamento. Un commissario ad acta
dovrebbe gestire il passaggio, nel dispetto di quanto previsto in
legge. In realtà la quota di adesioni mancate è proporzionalmente
bassa (il 5 per cento della popolazione), ma i discorso sulla
funzionalità del servizio (che ha, per suo conto, non poche
difficoltà da superare) richiede questi ulteriore impegno.
Perplessi i commissari. In fondo l'autonomia che rivendicano gli
enti locali è insito nella costituzione dell'Autorità d'ambito; ma,
in questo caso, si tratta di un passaggio di secondo grado, nel
senso che i Comuni governano attraverso questo organismo, del quale
fa parte (meno del 17 per cento) anche la Regione, destinata a
uscire, come previsto dalla finanziaria, gradualmente dalla
compagine societaria.
Un ulteriore atto di diplomazia (l'on. Fadda, Prc, azzarda: col
riconoscimento di una parte del valore degli impianti trasferiti ad
Abbanoa) eviterebbe una decisione che, per la maggioranza, appare
azzardata.
Ma se questo è il problema politico, quello della tariffazione è la
conseguenza di un problema tecnico. La gestione non può compensare
le perdite a pie' di lista, come accadeva prima. E il conto -
spiega Piano - è semplice: le perdite, tra fisiche (acqua dispersa
prima dell'utente) e amministrative (scarsa efficienza del sistema)
è del 50 per cento (con previsione di toccare entro sei anni la
soglia del 31 per cento); la metà degli utenti non paga, per vari
motivi (dalla disobbedienza civile all'anagrafe incompleta).
Rispetto al "prima di Abbanoa", mancano, al conto economico, i 75
milioni della Regione (ora, in Finanziaria, "solo" 20 milioni per
rimettere in sesto i conti del gestore unico; ma ce ne vogliono
molti di più). Piano riporta un altro dato, che ritiene
significativo: il costo dell'acqua industriale , più basso col
nuovo sistema a dimostrazione che, dove la bollettazione è più
regolare (le utenze sono più facilmente identificabili), le cose
vanno decisamente meglio.
Le perdite? Non sono in crescita (come sostiene l'on. Ladu, Fortza
Paris), ma in calo, con prospettiva di ulteriore riduzione. Non si
discute l'affidamento diretto (scelta condivisa da quasi tutti)
anziché la gara internazionale (e su questo punto "non credo si
possa tornare indietro). Ma questa riforma può andare oltre? Per
l'on. Uras (Prc) l'ideale sarebbe un gestore unico "dalla sorgente
al rubinetto", cioè un unico gestore per i diversi utilizzi "in
capo agli enti locali". Non siamo tuttavia all'anno zero e l'on.
Mattana (Ds) giudica "un sensibile passo avanti la tariffa unica",
segnalando che su questa strada "si deve andare avanti". L'on.
Pirisi (Ds) chiede una campagna di sensibilizzazione per far bere
l'acqua di rubinetto ("l'acqua minerale genera profitti superiori
al petrolio") anche per combattere l'inquinamento delle bottiglie
di plastica.
Più critico l'on. Ladu (Fortza Paris) : il bilancio della riforma è
negativo e oneroso per la collettività. Ma sul ritorno alla
gestione diretta c'è il disco rosso del centrosinistra
(Uras).
I conti si faranno più in là, quando il sistema andrà a regime. Ci
vorranno almeno un paio d'anni, se tutto va liscio e se le risorse
(europee, nazionali e regionali) arriveranno puntualmente e nella
misura prevista. Ma intanto - dice la Commissione - è meglio un
confronto aperto e segnalare le cose che, almeno in apparenza, non
vanno. (adel)