CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

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La Uil chiede dall'atto aziendale delle Asl più attenzione alla "forza lavoro" e processi più snelli. L'on. Pacifico: "Una superorganizzazione che trasforma i primari da scuola di medici in burocrati".

 

Cagliari, 3 luglio 2007 - Valutazione "complessivamente positiva" della bozza delle linee guida dell'atto aziendale, che organizzerà l'attività delle Asl, da parte della Uil (federazione poteri locali, futura funzione pubblica), ma con alcune perplessità che Adolfo Tocco e Licia Conconi hanno messo in evidenza davanti alla Commissione sanità (presidente l'on. Pacifico), che ha concluso il ciclo delle audizioni prima di esprimere il parere alla giunta per l'approvazione definitiva del provvedimento.
Perplessità a livello di raccomandazione al direttore generale perché l'organizzazione strutturale non trascuri (od ignori) un passaggio fondamentale, quello sul personale. La condizione della "forza lavoro" (in molti casi sotto organico) diventa una dei nodi da sciogliere per raggiungere gli "obiettivi di salute". Utile una "norma di cautela" che non preveda assunzione o nomine sino a quando l'atto aziendale non sarà operativo.
Anche la Uil insiste sul "governo clinico" sottoposto a vincoli di bilancio che mette a rischio il raggiungimento dei livelli essenziali di assistenza (Lea). Non dev'essere il bilancio aziendale a dettare le condizioni e la ricerca di un equilibrio di tipo economico non può danneggiare la qualità del servizio.
Per la prima volta vengono citate le professioni sanitarie non mediche e si nota, nella bozza, l'intenzione di valorizzare le professioni infermieristiche, dell'assistenza sociale e riabilitativa; occorre, tuttavia, superare alcune criticità; fra le quali l'assistenza alla persona. Un problema rilevante, se si tiene conto "che nessuno vuole svolgere certi compiti", come ha riconosciuto l'on. Ibba (Sdi-Rnp). Ma qui - secondo la Uil - si pone un ulteriore problema sul controllo della qualità delle prestazioni, se queste, per vincoli di budget, vengono "esternalizzate" rispetto alle Asl. Insomma, il discorso degli organici,dei ruoli e delle funzioni e della partecipazione delle professioni sanitari al momento delle decisioni "a livello di processo".
L'atto aziendale (inteso come una sorta di "statuto" delle aziende) è indispensabile per rendere le Asl omogenee sul piano operativo; ma c'è un altro pericolo, indicato dal presidente Pacifico: una "superburocratizzazione", che finisce per distogliere molte professionalità, anche di apice (esempio, i primari, ieri capiscuola e oggi soprattutto impegnati in organismi collegiali, in relazioni e adempimenti vari), dall'assistenza per portarli a tempo (quasi) pieno nell'organizzazione. Peraltro alcune funzioni assegnate al direttore generale (una ventina) sono mere duplicazioni di funzioni attribuite ai servizi mentre compaiono figure (il coordinatore di staff della direzione generale), "ne funzionale, né utile", che enfatizzano una struttura ridondante in palese contrasto con l'esigenza di snellire le strutture e renderle più facilmente operative.
Da questo pomeriggio la Commissione è impegnata nel parere. (adel)