CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
***************
La Uil chiede dall'atto aziendale delle Asl più attenzione alla "forza lavoro" e processi più snelli. L'on. Pacifico: "Una superorganizzazione che trasforma i primari da scuola di medici in burocrati".
Cagliari, 3 luglio 2007 - Valutazione
"complessivamente positiva" della bozza delle linee guida dell'atto
aziendale, che organizzerà l'attività delle Asl, da parte della Uil
(federazione poteri locali, futura funzione pubblica), ma con
alcune perplessità che Adolfo Tocco e Licia Conconi hanno messo in
evidenza davanti alla Commissione sanità (presidente l'on.
Pacifico), che ha concluso il ciclo delle audizioni prima di
esprimere il parere alla giunta per l'approvazione definitiva del
provvedimento.
Perplessità a livello di raccomandazione al direttore generale
perché l'organizzazione strutturale non trascuri (od ignori) un
passaggio fondamentale, quello sul personale. La condizione della
"forza lavoro" (in molti casi sotto organico) diventa una dei nodi
da sciogliere per raggiungere gli "obiettivi di salute". Utile una
"norma di cautela" che non preveda assunzione o nomine sino a
quando l'atto aziendale non sarà operativo.
Anche la Uil insiste sul "governo clinico" sottoposto a vincoli di
bilancio che mette a rischio il raggiungimento dei livelli
essenziali di assistenza (Lea). Non dev'essere il bilancio
aziendale a dettare le condizioni e la ricerca di un equilibrio di
tipo economico non può danneggiare la qualità del servizio.
Per la prima volta vengono citate le professioni sanitarie non
mediche e si nota, nella bozza, l'intenzione di valorizzare le
professioni infermieristiche, dell'assistenza sociale e
riabilitativa; occorre, tuttavia, superare alcune criticità; fra le
quali l'assistenza alla persona. Un problema rilevante, se si tiene
conto "che nessuno vuole svolgere certi compiti", come ha
riconosciuto l'on. Ibba (Sdi-Rnp). Ma qui - secondo la Uil - si
pone un ulteriore problema sul controllo della qualità delle
prestazioni, se queste, per vincoli di budget, vengono
"esternalizzate" rispetto alle Asl. Insomma, il discorso degli
organici,dei ruoli e delle funzioni e della partecipazione delle
professioni sanitari al momento delle decisioni "a livello di
processo".
L'atto aziendale (inteso come una sorta di "statuto" delle aziende)
è indispensabile per rendere le Asl omogenee sul piano operativo;
ma c'è un altro pericolo, indicato dal presidente Pacifico: una
"superburocratizzazione", che finisce per distogliere molte
professionalità, anche di apice (esempio, i primari, ieri
capiscuola e oggi soprattutto impegnati in organismi collegiali, in
relazioni e adempimenti vari), dall'assistenza per portarli a tempo
(quasi) pieno nell'organizzazione. Peraltro alcune funzioni
assegnate al direttore generale (una ventina) sono mere
duplicazioni di funzioni attribuite ai servizi mentre compaiono
figure (il coordinatore di staff della direzione generale), "ne
funzionale, né utile", che enfatizzano una struttura ridondante in
palese contrasto con l'esigenza di snellire le strutture e renderle
più facilmente operative.
Da questo pomeriggio la Commissione è impegnata nel parere.
(adel)