CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
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Capigruppo di maggioranza e opposizione e Commissione VI d'accordo sulla proposta della Cisl: una seduta straordinaria del Consiglio prima del vertice romano del 10 luglio sulla crisi industriale
Cagliari, 26 giugno 2007 - Una seduta straordinaria
del Consiglio regionale prima del 10 luglio, data prevista per
l'incontro col Governo sulla Vertenza industria: sono d'accordo i
capigruppo di maggioranza e di opposizione e lo è la commissione
Industria, presieduta da Giovanni Giagu (Margherita) alla richiesta
avanzata dalla Cisl nella lunga full immersion sulla crisi
industriale svoltasi questa mattina nel Palazzo di via Roma. Una
riunione straordinaria che dovrà essere decisa dal Presidente del
Consiglio, sentita la Conferenza dei capigruppo, i quali tuttavia
hanno già espresso il proprio placet al sindacato. Agli incontri
con le forze politiche e le istituzioni regionali non erano
presenti Cgil e Uil, in disaccordo con la Cisl, ( gli altri due
sindacati avevano considerato superflua la manifestazione già
programmata, da svolgersi a Roma, a seguito del preannuncio da
parte del Governo di voler incontrare istituzioni regionali e forze
sociali) manifestazione che invece la Cisl ha voluto svolgere
ugualmente a Cagliari, e che è culminata con un sit davanti al
Consiglio regionale e con la serie di incontri odierni.
Al centro della manifestazione odierna, come ha spiegato per tre
volte consecutive il segretario regionale Mario Medde, prima ai
capigruppo della maggioranza, poi in una seconda riunione ai
capigruppo della minoranza, ed infine in seno alla Sesta
commissione. Come ha ricordato il segretario sindacale, nell'ultimo
anno 12 mila lavoratori dell'industria hanno perso il lavoro, altri
6 mila vivono nella precarietà, e sono almeno 36 le aziende in
stato di sofferenza economico produttiva. "E' passato più di un
anno dall'ultimo incontro sull'intesa istituzionale di programma",
ha ricordato il sindacalista, "mentre tutto tace sul futuro delle
attività produttive; non solo, sono trascorsi 10 mesi dalle
"promesse del ministro Bersani per le industria energivore e nulla
è stato fatto". Che cosa chiede la Cisl al Governo ed alla Regione?
In primo luogo l'attuazione degli accordi sull'energia e il
mantenimento degli impegni assunti in sede ministeriale da Bersani;
l'attuazione dell'accordo sulla chimica siglato nel 2003 a Roma fra
Governo -Regione-Sindacati; attuazione degli accordi sulle
infrastrutture; infine la sottoscrizione di un accordo di programma
quadro per le attività produttive inserendovi -come convenuto con
lo stesso sottosegretario Letta a Cagliari- la localizzazione in
Sardegna di imprese di eccellenza, sostegno all'insediamento in
Sardegna di industrie elettromeccaniche per la produzione
energetica rinnovabile, la localizzazione di industrie innovative,
un programma quadro a sostegno del comparto tessile,
dell'agroalimentare e della nautica.
Di tutto questo ha parlato Medde in Consiglio: "perchè il 10
luglio, in occasione del vertice di Roma, possa segnare un momento
di svolta". Sulla necessità di un rapporto unitario delle forze
sociali e sindacali e delle forze istituzionali e politiche ha
sottolineato Medde l'importanza. "Si può marciare divisi per
colpire uniti", ha precisato riferendosi al cosiddetto "strappo"
sindacale di oggi. "Una unità -ha subito soggiunto- che credo si
possa rapidamente recuperare in un prossimo incontro che veda
insieme oltre al Consiglio anche i parlamentari sardi". E fra i
punti di particolare emergenza, insieme a quello energetico, Medde
ha ricordato il problema delle infrastrutture in cui la Sardegna
segna particolarmente il passo. "E' necessario risolvere
l'emergenza -ha quindi affermato Medde- ma occorre anche inquadrare
la politica industriale sarda della Regione e del Governo in uno
scenario di medio periodo, guardando al programma di sviluppo
industriale successivo".
Le forze politiche, ha ricordato Siro Marrocu (Ds) nella prima
parte dell'incontro, hanno fattivamente contribuito alla ricerca di
una unità delle istituzioni e delle parti sociali sui grandi temi,
ed ha auspicato che tutte le forze sindacali ritrovino lo spirito
unitario necessario. "Il momento di dibattito in Consiglio con una
seduta che preceda la data fatidica del 10 luglio è utile e
importante -ha aggiunto- ricordando che non si può prescindere
dall'industria, nel quadro di uno sviluppo equilibrato della
Sardegna".
Analoga condivisione da parte di Antonio Biancu (Margherita) sulla
"vertenza unitaria Consiglio-sindacati. "Non solo per far fronte
all'emergenza, ma per avviare una nuova stagione di rilancio dello
sviluppo industriale manifatturiero".
Per Chicco Porcu (Ps), è da condividere in pieno l'appello a non
arrendersi: è necessario uno sviluppo equilibrato e omogeneo".
Dello stesso avviso nella sostanza Salvatore Serra (Sa) "i
lavoratori non vanno in piazza per divertimento, se lo fannjo è
perchè la situazione dell'industria è grave". L'appello all'unità
delle forze sindacali e politiche è stato ribadito anche da
Pierangelo Masia (Sdi): "fare impresa in Sardegna non è facile, e
l'appuntamento del 10 luglio richiede il massimo coinvolgimento di
tutti". E di problema di metodo ha parlato Luciano Uras (Rc), per
il quale il rapporto della Regione con le parti sociali deve
cambiare: "Il Governo regionale deve coinvolgere i sindacati nella
programmazione degli atti fondamentali, non solo informarli". E
Sergio Marraci8ni (Udeur) nel dare atto alla Cisl dell'impegno per
lo sviluppo ha lamentato che sia venuto meno a livello di governo
regionale il momento della concertazione col sindacato.
Nel successivo incontro con i capigruppo dell'opposizione, il
segretario della Cisl ha ribadito le medesime richieste e
sollecitazioni avanzate precedentemente con uno slogan: "bisogna
ricollocare la politica industriale al centro delle politiche
regionali di sviluppo".
Ne ha subito convenuto Giorgio La Spisa (Fi), che d'accordo sulla
proposta di seduta straordinaria dell'assemblea regionale prima del
10 luglio, ha ricordato che niente si muove senza pressione e
coinvolgimento unitario.
Dello steso avviso Pier Paolo Vargiu (Riformatori) che ha lamentato
come la scorsa legislatura gli incontri fra parti sociali e
capigruppo vedevano tutte le forze politiche sedute allo stesso
tavolo: "oggi questo non sembra più di moda e non è una cosa buona
nel momento in cui si auspica l'unità". Occorre mandare un segnale
forte prima del 10 luglio.
Silvestro Ladu (Fortza Paris) ha sottolineato come occorre
realmente l'unità di istituzioni e sindacati, ed ha considerato
fondamentale la seduta del Consiglio allargata.
Fortemente preoccupato sulla situazione industriale si è detto
Ignazio Artizzu (An), che dichiarandosi favorevole alla seduta
straordinaria del Consiglio ha denunciato che le attese di inizio
legislatura sono state fortemente deluse.
Quindi l'incontro con la Commissione Industria, che, per bocca del
suo presidente Giovanni Giagu ha espresso condivisione per una
occasione di dibattito consiliare su questi argomenti, prima del 10
luglio. (LP)