CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
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Violenza alle donne e ai minori: in Sardegna occorrono 8 centri e 3 case di accoglienza. Audizione in Commissione sanità delle associazioni: Onda Rosa (Nuoro) e Progetto Donna Ceteris (Cagliari).
Cagliari, 26 giugno 2007 - Violenza alle donne e ai
minori tra le mura di casa: anche in Sardegna i dati sono
"allarmanti", in linea con quelli nazionali. Ma gli strumenti per
intervenire sono scarsi, quasi inesistenti fuori dal volontariato.
Soprattutto mancano le strutture e gli operatori sociali che
"sappiano riconoscere" i casi. Una carenza che, unita alla cultura
del silenzio, non aiuta a difendere i soggetti deboli. A Nuoro
(esempio davvero sconcertante) su 324 casi, soltanto 2 sono stati
segnalati e solo per problemi abitativi. Come dire che le leggi, da
sole, non bastano. Proprio a Nuoro esiste un servizio del Comune,
Onda Rosa, la cui attività è intensa, le relazioni con la società
civile e le forze dell'ordine quotidiane, ma la ricaduta sul
territorio ancora insufficiente. Un fatto positivo è, che del
problema, si parli molto e che anche il Consiglio regionale se ne
occupi con particolare impegno politico e civile. Due proposte di
legge sulla istituzione dei centri antiviolenza e case di
accoglienza sono stati presentati dalle onorevoli Caligaris
(Sdi-Rnp) e Barracciu (Ds) ed è nell'ambito delle audizioni della
Commissione sanità (presidente l'on. Pacifico) che se ne parlato
anche oggi. In audizione Onda Rosa e Progetto Donna Ceteris, due
associazioni che lavorano su due territori devesi: la prima nel
Nuorese, con epicentro Nuoro; la seconda nel Cagliaritano.
Onda Rosa è nata 10 anni fa; Progetto Donna, avviata nel 1994, ha
aperto il centro di ascolto nel 1998 e il centro di assistenza nel
2000. Lamentano scarsa attenzione da parte della Regione ("Dov'è la
specialità?") e manifestano la preoccupazione che si punti, in un
servizio delicato ed impegnativo, sull'improvvisazione se non si
organizzano corsi di preparazione. Il fenomeno si allarga, mentre
mancano le risorse principali, quelle umane.
L'occasione di discutere nel dettaglio le proposte di legge è stata
rimandata. La Commissione sta lavorando per presentare un testo
unificato, su quale confrontarsi. La legge - hanno sottolineato le
associazioni - deve tenere conto del fatto che "il problema non
riguarda solo le donne; ma la società intera e gli uomini in
particolare" e richiede attenzione anche sotto il profilo sociale.
L'esperienza vissuta da Onda Rosa e Progetto Donna Ceteris può
essere utile per definire meglio alcuni aspetti di natura
operativa, soprattutto, all'atto dell'approccio umano e
assistenziale.
Sottolineata - tra l'altro - la necessità di una formazione
scientifica di quanti si occupano del problema e della creazione di
una rete tra le associazioni tra loro e con le istituzioni. Le
associazioni saranno sentite ancora. Per chiarimenti o precisazioni
sono intervenuti i consiglieri Uggias (Margherita), Caligaris
(Sdi-Rnp), Lombardo (FI), Barracciu (Ds), Renato Lai (Udeur).
Otto centri antiviolenza, uno per Provincia, e 3 case alloggio sono
necessari risolvere l'emergenza. Un dato statistico: l'81 per cento
delle telefonate che Progetto Donna riceve, sono di natura
psicologica.
Invece, sulla bozza della giunta che contiene le direttive
sull'atto aziendale delle Asl (un vero e proprio "statuto", come
l'ha definito l'assessore Dirindin), la Commissione ha sentito
l'Anci. Il dott. Antonello Figus, responsabile delle politiche
sanitarie e sociali si è soffermato sul processo di integrazione
socio-sanitario, non "un semplice mix", ma un impegno che i Comuni
vivono con preoccupazione non essendo definiti i rapporti con
l'azienda sanitaria e nella gestione dei servizi. Il regolamento
della legge regionale 23 del 2005 (servizi integrati alla persona)
non è stato ancora predisposto dall'assessorato e ciò comporta una
serie di ritardi, anche operativi, con difficoltà a ritrovare gli
standard assistenziali omogenei nel territorio. (adel)