CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
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Conferenza stampa dello Sdi sulle ragioni che hanno indotto i consiglieri regionali del gruppo consiliare a firmare per chiedere il referendum confermativo sulla legge statutaria. Balia: "Non è un referendum contro il presidente Soru è una battaglia di civiltà e per la democrazia".
Cagliari, 21 giugno 2007 - "Non è stata una firma
contro il presidente Soru o contro l'attuale maggioranza di cui
facciamo parte. Le ragioni che hanno indotto i consiglieri
regionali dello Sdi a firmare per chiedere il referendum
confermativo sulla legge statutaria sono state determinate dal
fatto che crediamo che sulle riforme che incideranno sul futuro
della Sardegna si debba pronunciare il popolo sardo. Quindi, è
stata una firma a favore della civiltà e della democrazia".
Così i consiglieri regionali dello Sdi hanno illustrato stamattina
in una conferenza stampa i motivi che li hanno spinti a firmare per
chiedere il referendum confermativo sulla legge statutaria.
"Il nostro è un partito fortemente ancorato al centrosinistra - ha
detto l'on. Balia - dove resterà anche in futuro. La nostra
adesione alla richiesta di referendum era l'unico modo per sentire
il parere dei sardi su una questione particolarmente importante,
non rappresenta certo un'incongruenza politica".
Davanti, infatti, a chi li accusa di aver prima votato a favore
della legge statutaria e poi di aver firmato per il referendum
confermativo, l'on. Balia risponde che prima del voto, in Aula, i
socialisti avevano avvertito che si trattava solo di un voto di
lealtà perchè lo sdi era all'interno della maggioranza ma che le
riserve dei socialisti sulla legge statutaria erano note da tempo.
Quindi, non esiste nessuna incongruenza piuttosto sono incongruenti
quei partiti del centrosinistra che stanno raccogliendo le firme
con Alleanza Nazionale per il referendum elettorale. Naturalmente
le perplessità sulla legge statutaria da parte dei socialisti
rimangono inalterate: è una legge approvata senza il suo atto
propedeutico che è lo statuto, è una legge che potenzia i poteri
del presidente della giunta e sminuisce quelli del Consiglio, è una
legge che non attua nessun riequilibrio tra potere esecutivo e
legislativo, favorisce il conflitto di interessi.
"Come scelta di democrazia - ha proseguito Peppino Balia - avremmo
preferito la forma di governo parlamentare e non il
presidenzialismo. Ma se proprio si voleva scegliere questa seconda
soluzione si poteva prevedere una forma che non rafforzasse in tal
modo i poteri del presidente".
Per la consigliera Maria Grazia Caligaris con il referendum sulla
statutaria finalmente si sentiranno i cittadini esclusi durante la
fase di preparazione del testo. "Questa legge statutaria - ha
affermato - "gronda" di maschilismo ed è incentrata su una visione
piramidale che non può essere accettata. Noi vogliamo rilanciare le
riforme in senso orizzontale".
L'on. Pierangelo Masia ha sottolineato la necessità di coinvolgere
i sardi in una legge che è la più importante di questa legislatura.
Non riusciamo a capire - ha detto - chi ha paura del confronto con
i cittadini. La legge statutaria è stata fatta in fretta, con poco
dibattito, con una chiusura totale. A volte sembra che ci sia una
cattiva interpretazione sul modo di assumere le decisioni. E'
necessario mettersi in discussione per capire se si sta procedendo
bene.
Il consigliere Mondino Ibba ha annunciato che nel corso della
campagna referendaria (che sarà unitaria) si organizzeranno
iniziative monotematiche su grandi temi come: il sistema
elettorale, la ripartizione dei poteri, il ruolo dell'organo
legislativo e di quello esecutivo. "Oggi soffia il vento forte - ha
detto - che vuole sostituire la cultura democratica con organismi
monocratici che sfiorano l'autoritarismo. In Sardegna i socialisti
si batteranno perché questo non avvenga mai".
Il costituzionalista Benedetto Ballero ha ricordato che sullo
Statuto la Sardegna è in ritardo di sei anni. Entrando nel merito
della legge Statutaria, Ballero l'ha definita "inaccettabile"
perché rafforza il ruolo individuale del presidente, non realizza
il riequilibrio, ratifica il conflitto di interessi. Perplessità
sono state espresse anche sulla legge di riorganizzazione della
Regione. Oggi, ha detto Ballero, il potere di adozione degli atti
spetta ai direttori di servizio che sono circa 200. Con questa
riforma si prevede che i direttori generali siano otto (nominati
anche all'esterno dell'amministrazione) e che rispondano
direttamente al presidente della giunta. Anche questa legge è
frutto di un presidenzialismo esasperato.
Ha rimandato al mittente le accuse di poca coerenza fatte ai
socialisti, l'ex presidente del Consiglio regionale Lello Mereu,
che ha detto che se è vero che questa statutaria è il trionfo della
democrazia, i sardi saranno lieti di votare a favore di questa
legge.
Ha chiuso la conferenza stampa il sottosegretario alla difesa
Emidio Casula che ha sottolineato che il partito condivide
totalmente la scelta fatta dai consiglieri regionali di firmare a
favore del referendum confermativo. "E' una questione di democrazia
- ha detto - e la democrazia ci impone di sottoporre le scelte
importanti ai cittadini". (R.R.)