CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

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Il dibattito sulla legge Finanziaria = Cgil-Cisl-Uil: novità positive ma anche molti aspetti di perplessità

 

Cagliari, 15 marzo 2007 -  Le audizioni sulla legge finanziaria sono continuate nel pomeriggio con le Organizzazioni sindacali confederali: Cgil-Cisl-Uil. Importanti novità, è stato il giudizio complessivo dei rappresentanti dei lavoratori, ma anche molti punti di perplessità che vanno messi a punto. Le organizzazioni confederali erano rappresentate da Giampaolo Diana (Cgil), Mario Medde (Cisl), e Maria Francesca Ticca (Uil).
Il primo ad intervenire è stato Mario Medde, che ha svolto una lunga relazione partendo dalla situazione economico sociale della Sardegna che manifesta pesanti segnali di difficoltà con quasi il 16 % delle famiglie al di sotto della soglia di povertà relativa livello che negli ultimi 3 anni è costantemente cresciuto. "Siamo in forte ritardo rispetto agli obiettivi di Lisbona -ha detto Medde- e la situazione impone un percorso accelerato per raggiungere gli 810 mila occupati indicati dal documento di Lisbona". Vero che è cresciuto il Pil ma la sua crescita è avvenuta prevalentemente per la produzione di energia elettrica e i derivati del petrolio. Una situazione difficile per la quale il sindacato ha fatto proposte di riequilibrio territoriale e intersettoriale. Per fare questo i sindacati ritengono necessario puntare su un adeguato sostegno alle imprese, un piano per il lavoro, un fondo per i lavoratori precari. Ma c'è una urgenza specifica, ha detto Medde, che riguarda l'accelerazione forte della spesa (il quadro dei residui passivi è fortemente negativo). Per quanto riguarda la manovra finanziaria, apprezzamento per la vertenza sulle entrate cui anche il sindacato ha dato la propria adesione, ma su questo fronte Medde ha detto che la soluzione individuata per l'arretrato non è positiva. Preoccupazione ha quindi espresso Mario Medde "sulla anticipazione dei fondi che si dovrebbero incassare nel 2013". "Un'operazione che rischia di trasformarsi in un fatto puramente contabile perchè non fa cassa". Sul lato della spesa, positiva la crescita delle risorse non obbligatorie che consente una certa autonomia di manovra per lo sviluppo, ma questo contrasta con l'aumento anche delle spese obbligatorie. "Per di più -secondo Medde- non vi è la certezza che le spese discrezionali siano realmente spendibili subito". Quanto agli articoli 6-7-8 della manovra riguardanti il personale della regione e la legge 31 il giudizio è totalmente negativo. "Questi articoli -ha detto- andrebbero cassati". Positivo al contrario il giudizio sull'articolo 10, che riguarda il fondo unico di 500 milioni per gli enti locali". Tuttavia la dotazione finanziaria, secondo il sindacalista, è del tutto insoddisfacente.
Per Maria Francesca Ticca (Uil), Lisbona rappresenta il punto fondamentale di riferimento, e la Sardegna è in forte ritardo. "La manovra finanziaria sicuramente -ha affermato- contiene importanti elementi di novità: una finanziaria proiettata sul futuro, che reca due importanti messaggi che riguardano l'azione sull'ambiente e quella sulla conoscenza ed i saperi". Ma vi è un punto in ombra importante, che riguarda la politica per il lavoro. Il lavoro è la grande emergenza "e merita un'attenzione eccezionale di tipo diverso". Si disegna una "Sardegna a macchia di leopardo" una Sardegna con tre fasce il Nord, il Sud e la parte centrale con il vuoto d'aria. Secondo Ticca le risorse sono insufficienti. Quanto al turismo, "se ne parla tanto, ma qual'è il progetto di sviluppo che emerge?". Analoga sensazione per l'industria: "Cosa si vuole salvare del sistema produttivo? Si vuole investire sull'industria?". Facciamo tanti discorsi sulla conoscenza ed i saperi ma verso quale progetto sono finalizzati se non abbiamo un progetto di sviluppo preciso? E per concludere un giudizio severo sulla parte della finanziaria che riguarda il personale della regione e la legge 31.
Ha chiuso ilo giro degli interventi Giampaolo Diana (Cgil)."Ci sono novità importanti (fra cui i documenti che accompagnano la finanziaria che ci consentono una visione complessiva delle cose) ed è nuovo anche il profilo degli interventi con una dotazione finanziaria significativa". Risultati anche sul versante del riequilibrio di bilancio. Così come apprezzamento per la vertenza sulle entrate. "E' una finanziaria di svolta", ha detto Diana: è possibile cominciare ad aggredire i problemi. I sindacati, ha proseguito Diana, hanno indicato i punti su cui ritengono necessario intervenire: riequilibrio territoriale, politiche rurali e forestali, turismo sostenibile, maggiore attenzione alle politiche per le imprese. La grande debolezza, per Diana, è lo squilibrio del sistema di sviluppo. Il contributo dell'industria sul valore aggiunto è del 12 per cento (nel Mezzogiorno del 16,8, al centro nord del 28%) in Sardegna invece i servizi incidono per un 8% in più rispetto alla Lombardia. Al Presidente Soru era stato chiesto che si tenesse conto dei suggerimenti del sindacato nella stesura finale: non pare che ciò sia avvenuto organicamente. Sembra carente un disegno strategico; c'è uno sforzo straordinario in direzione della conoscenza, anche di alcune infrastrutture, ma non vi sono ricadute sull'occupazione. Discorso a parte poi quello sulla Formazione professionale. Si è firmato un accordo difficile anche per i sindacati: "chiediamo che in finanziaria siano presenti le risorse per far fronte a quell'accordo".
Sono quindi cominciati i quesiti da parte dei consiglieri. (LP)