CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
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Le audizioni della Terza commissione per la Finanziaria, gli enti locali: condivisione dello sforzo per il risanamento e per gli investimenti futuri, ma necessario il confronto sul piano di sviluppo e sulla rivalutazione delle risorse perse dal sistema delle autonomie
Cagliari, 14 marzo 2007 - Sono proseguite nel
pomeriggio le audizioni da parte della Terza Commissione
(Programmazione) presieduta da Giuseppe Cucca (Margherita) sulla
manovra finanziaria e sul bilancio. Questa sera è stata la volta
delle autonomie locali (Anci, Apel, Lega delle autonomie) e
dell'Unione delle Province.
Sul piano metodologico si condivide lo sforzo di risanamento del
bilancio che è la pre condizione per le successive scelte politiche
di sviluppo, ha detto subito Salvatore Cherchi Presidente
dell'Anci. Ma occorre che vi sia una sufficiente elasticità nella
manovra di bilancio. Per questo l'importanza di un bilancio
tendenzialmente in equilibrio. Un apprezzamento anche per il
livello di investimenti posti a bilancio per il futuro, anche in
considerazione che la Sardegna, i9nsieme con tutto il Mezzogiorno,
ha segnato un basso trend di crescita rispetto alle altre realtà
del Paese. "Negli ultimi anni -ha sottolineato Cherchi- non sono
stati accesi forti motori di sviluppo, ma i 10,4 miliardi
disponibili rappresentano tuttavia una risorsa cospicua".
Ma su tutto occorre un confronto con gli enti locali per quanto
riguarda il Piano regionale di sviluppo e la ripartizione delle
risorse. Il problema, ha spiegato Cherchi, è che i fondi agli enti
locali derivanti dalla normativa in vigore (in particolare la legge
25) hanno perso valore reale in notevole misura. Le nuove
assegnazioni della attuale finanziaria sono importanti, ma ancora
non coprono la perdita di valore di quelle altre risorse. Tuttavia,
l'agganciamento delle entrate comunali a quelle regionali
potrebbero consentire nei prossimi anni ulterio9ri benefici.
Soddisfazione è stata espressa anche per quanto concerne il "fondo
unico" per gli enti locali che è dotato di 500 milioni, che si
aggiunge per altro alle risorse derivanti da altre leggi a
destinazione definita. Da verificare la questione della
ripartizione di quelle risorse, ha precisato Cherchi. Il parametro
del 40 per cento su base territoriale ed il 60 per cento sulla base
della popolazione è accettabile anche se l'optimum sarebbe stato
35% su 65 %, per rendere omogenea la ripartizione fra piccoli e
grandi comuni. "Scendere al di sotto della soglia del 60 per cento
su base popolazione penalizzerebbe fortemente i comuni con più di
10 mila abitanti".
Altra questione quella dei servizi, in particolare acqua e rifiuti.
Occorre elevare la qualità e l'efficienza, ma questo non può essere
fatto con risorse inadeguate. Il problema, affermano gli enti
locali, è che occorre grande attenzione alle tariffe (già cresciute
fra il 18 ed il 40 per cento). Si tratta di questioni che incidono
molto sulle famiglie. La sostenibilità delle tariffe è
fondamentale. Nel suo intervento Cherchi ha anche fatto brevi
riferimenti alla gestione delle risorse idriche (Abbanoa), alla
raccolta dei rifiuti alla formazione professionale. Ma si è
soffermato anche sul problema delle risorse riguardanti
l'adeguamento al Piano Paesaggistico regionale. Si tratta di
risorse giudicate assolutamente insufficienti. L'applicazione del
Ppr impone l'adeguamento da parte dei comuni dei Puc e dei Piani
particolareggiati, ma senza le risorse si rischia il blocco
prolungato.
Quindi gli interventi di Rodolfo Cancedda (Associazione sarda degli
enti locali) e dei rappresentanti della Lega delle autonomie, Sirio
Sini e Antonietta Fancello che hanno difeso con energia "la
filosofia complessiva della manovra che segna un cambio di passo
rispetto al passato ponendo gli enti locali al centro del processo
di sviluppo. "Ma occorre aggredire con energia tre capisaldi dello
sviluppo: ambiente, acqua istruzione, senza di che si rischia di
scrivere solamente un libro dei sogni".
Molti consiglieri hanno quindi posto quesiti e chiarimenti. Sono
intervenuti Antonio Biancu (Margherita), Mario Diana (An), Siro
Marrocu (Ds), Raffaele Farigu (Misto), Silvestro Ladu (Fortza
Paris).
E' stata quindi la volta dell'audizione con i rappresentanti
dell'Unione delle province sarde, guidate da Roberto Deriu.
Presidente della Provincia di Nuoro. Due questioni di fondo: il
completamento della riforma del sistema delle province con
particolare riguardo al trasferimento del personale e delle risorse
relative, e la dotazione di adeti sistemi strumentali che le
pongano ion grado di operare come ente di programmazione.
Le audizioni proseguiranno domani. Alle 10 saranno ascoltate le
organizzazioni sindacali Css, Ugl, Cisal, Confsal e successivamente
i rappresentanti degli istituti di credito. Al pomeriggio
Cgil-Cisl-Uil, le università e la Confindustria. (LP)