CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

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E'ancora polemica sul Piano sanitario. Il centrodestra: Cagliari penalizzata (meno 860 posti letto); non viene potenziata la risposta sul territorio, aumenteranno le liste d'attesa, crescerà il ricorso alla sanità a pagamento…

 

Cagliari, 20 gennaio 2007 -  Approvato il Piano sanitario regionale alle due di notte, dopo momenti di bagarre, la sfida politica è ripresa con due conferenze stampa, in rapida successione, del centrodestra e del centrosinistra: critico sino allarmismo il messaggio dell'opposizione ("la sanità sarda è nella grotta"), baldanzoso e persino euforico ("abbiamo ristabilito la legalità sanitaria") quello della maggioranza a sottolineare il clima difficile, che ha portato ieri il centrodestra ad abbandonare, sul finire dei lavori, l'aula dopo un battibecco.
Il nocciolo del dissenso del centrodestra, espresso dall'on. Vargiu (Riformatori) sta nelle previsioni di deospedalizzazione (troppi i ricoveri impropri, che fanno crescere le spese. Un giorno in ospedale è più caro che un giorno presso un albergo di lusso, pensione completa) fatte dal piano che, in ragione di queste, taglia posti letto a iosa (Cagliari perde 860 posti letto per acuti e cinque ospedali, in previsione del megaospedale ipertecnologico la cui ubicazione è misteriosa), specialità e servizi mentre il territorio non è attrezzato a sopportare la domanda di salute e non lo sarà fino a quando gli atti aziendali prevedono una robusta riduzione (20%) dei budget, per rispettare gli ordini dell'assessore di ridurre le spese. Aumenteranno le liste da tesa, i viaggi della speranza e il ricorso alla sanità a pagamento.
Il problema maggiore, dice il centrodestra, riguarda Cagliari, fortemente penalizzata dalla previsione di chiusura dell'Ospedale Marino (ex albergo, male adattato, che probabilmente tornerà ad essere albergo), del Santissima Trinità (ex caserma, che non diventerà di nuovo caserma, ma si propone come area di speculazione edilizia); con la trasformazione "e perdita d'identità" del Binaghi, il ridimensionamento del San Giovanni di Dio, che ospiterà parte dell'azienda mista me, per il quale, il presidente Soru è sempre dell'idea, più volte espressa, che debba essere destinato ad altre attività. Infine la chiusura dell'INRCA. Cagliari - sostiene il centrodestra - rischia di non avere, in nome di una modernità poco garantista, alcun ospedale.
Infine i bilanci. In altra occasione il presidente Soru aveva affermato che il 2006 avrebbe chiuso con un disavanzo di 100 milioni e il 2007 in pareggio. Cifre che vengono smentite dalla Dirindin: il 2006 registrerà un buco di 170 milioni (ma il centrodestra parla di sottostima) e di pareggio si parlerà nel 2009, che sarebbe già un buon risultato, afferma Vargiu, se non ci fosse l'inquietante prospettiva di risparmiare sulla salute dei sardi.
In Provincia di Sassari si registra la sostanziale chiusura degli ospedali di Ittiri e Thiesi, mentre ci sarà un ridimensionamento drastico per Isili, Muravera, Ghilarza e Sorgono, col conseguente "crollo" della presenza sanitaria nei territori periferici.
Negando di aver attuato qualunque forma di ostruzionismo, il centrodestra risponde che il proprio contributo ha permesso di migliorare il Piano: lo dimostrano, del resto, i 141 emendamenti, integralmente o parzialmente approvati, mentre incute timore il clima di regime, che ha determinato la bocciatura di emendamenti della maggioranza, e non ha consentito alla stessa maggioranza di votare una mozione del centrodestra sulla quale il presidente Soru e il relatore Pacifico si erano pronunciati a favore.
In conferenza stampa sono intervenuti gli onorevoli Artizzu (An), Alberto Randazzo (Udc), Capelli (Udc), Liori (An), Ladu (Fortza Paris), Contu (FI.


…per il centrosinistra il Piano chiude un lungo periodo di navigazione a vista della sanità, migliora la qualità dell'offerta, tiene sotto tutela il territorio. I riformisti hanno battuto i conservatori.

Il centro sinistra celebra invece il "tris d'assi" (legge 23, sui servizi alla persona, legge 10 sui servizi sanitari e, appunto, il Piano). Il Piano introduce un sistema di regole che mancava (ultimo piano nel 1985) da più di vent'anni; per molto tempo - ha detto l'on. Masia, presidente della Settima commissione - la sanità ha navigato a vista. Materia di grandi interessi, sociali ma anche economici, il Piano è stato teatro di scontro ed ha avuto il merito "di aver fatto uscire allo scoperto l'opposizione". Non c'è stata fretta (lo dimostrano le molte sedute di commissione), l'esame è stato attento e approfondito, ma l'opposizione ha sfoderato le armi sulla rete ospedaliera anziché sui temi di fondo della sanità. Respinta qualsiasi "sudditanza" nei confronti della Giunta, Masia ha definito i due anni e mezzo di presidenza, "una stagione esaltante" che crea sostanziali premesse ("ora bisognerà cominciare ad attuare le regole") per una sanità migliore.
Rammarico del relatore, Pacifico (Ds), per la "volontà ostruzionistica" palesata dal centro destra "che ci ha fatto perdere molto tempo nel tentativo di capire le motivazioni" e rammarico anche per lo scadimento dei toni, non consoni, qualche volta, a un'aula parlamentare. L'opposizione fa del terrorismo sulla "devastazione del sistema ospedaliero cagliaritano" e sulla riduzione dei posti letti; ma c'è - ha aggiunto Pacifico, una legge nazionale da rispettare, che porta l'indice al 3,5 posti letto per mille abitanti "e i tagli si possono fare dove i posti letto ci sono". Ma è aumentata l'offerta di servizi, nella qualità e nella quantità, e soprattutto si va verso una sanità bene organizzata a tutela del malato.
In realtà - ha aggiunto l'on. Uggias (Margherita) - la polemica politica dimostra che un centrodestra conservatore, dello status quo, si oppone all'azione riformista del centrosinistra e della Giunta. E ci sono evidentemente (Lanzi, Prc) "due idee diverse di sanità, che non consentono di approdare a un'opinione comune".
Ma avere rinunciato all'intervento dello Stato (Piano sanitario nazionale) in seguito all'accordo della vertenza sulle entrate, sarà per la Regione, costretta a provvedere in proprio e da sola alla spesa nazionale, un passo avanti?. Sarà - ha replicato l'assessore - una prova di grande responsabilità, prova che inizia subito, nel 2007, col reperimento delle risorse. (adel)