CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
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I capigruppo dell'Ulivo (Ds, Margherita, Progetto Sardegna) replicano a Confindustria: stanno più a cuore gli interessi di qualche imprenditore influente che lo sviluppo dell'economia sarda.
Cagliari, 11 gennaio 2007 - La Confindustria
sarda si preoccupa "non delle prospettive di sviluppo industriale
dell'isola, ma della difesa degli interessi di imprenditori
influenti nell'organizzazione": è la risposta, secca e immediata,
dei capigruppo della maggioranza consiliare al presidente Gianni
Biggio, che, nel vertice di ieri, accusa la politica regionale di
non dare garanzie alle imprese col conseguente esodo delle stesse
verso altri lidi. Un'accusa pesante, che i gruppi dell'Ulivo
respingono al mittente, non prima di aver mostrato "molta
perplessità" sulla posizione dell'associazione degli industriali,
"il cui voltafaccia del presidente Biggio non si comprende: ieri,
su posizioni di totale condivisione dell'azione politica e delle
scelte del presidente Soru" (vedi audizioni in Commissione bilancio
in occasione delle audizioni per la Finanziaria 2006), oggi, in
completo dissenso con toni apertamente polemici.
Repentino il cambiamento "anche sul sistema elettorale;
Confindustria è passata - dice la nota diffusa in mattinata - dal
pieno sostegno al sistema presidenziale all'adesione completa al
sistema parlamentare".
Ingiusto e privo di riscontro, per i capigruppo, anche il giudizio
di inerzia che Biggio muove al Consiglio regionale. Basterebbe
scorrere l'elenco delle leggi di riforma approvate nella prima metà
della legislatura - dicono i capigruppo della maggioranza - per
riconoscere la piena coerenza col programma elettorale della
coalizione. Lungo l'elenco dei provvedimenti che riguardano sanità,
commercio, lavoro, trasferimento delle funzioni agli enti locali,
comunità montane; per non parlare del risultato importante nella
vertenza con lo Stato sulle entrate, su beni demaniali e servitù
militari, e sul piano paesaggistico.
Impegni precisi la maggioranza offre anche sulla nuova legge
elettorale, "per la quale la discussione è avanzata".
Il lavoro svolto e i primi risultati raggiunti non giustificano la
posizione fortemente critica di Confindustria sarda, il cui brusco
cambiamento di rotta sembra da ricercarsi "in motivi estranei ai
programmi di sviluppo dell'economia in Sardegna". (adel)
Siro Marrocu
Antonio Biancu
Chicco Porcu