CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

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Il Consiglio delle autonomie rivendica un ruolo più rilevante nel Piano sanitario regionale. Oggi audizione in Commissione, la minoranza abbandona i lavori.

 

Cagliari, 13 dicembre 2006 -  Con un preambolo polemico (l'opposizione ha abbandonato i lavori), la Settima Commissione (presidente l'on. Pierangelo Masia) ha sentito, in audizione, sul Piano regionale sanitario il Consiglio delle autonomie locali, il cui parere era pervenuto nei giorni scorsi ed era stato esaminato, sabato 9 dicembre, prima dell'approvazione definitiva del Piano. E' dalla sequenza cronologica che il centrodestra attinge i motivi del dissenso affermando (on. Vargiu) che non essendo l'argomento più in carico alla Commissione (ma, ormai, di competenza del Consiglio) l'audizione "è illegittima" ed è "uno schiaffo" a un'istituzione (il Consiglio delle autonomie, appunto). Tra l'altro la maggioranza, non garantendo all'inizio il numero legale, ha determina un'altra serie di reazioni a catena, che ha porta la minoranza ad abbandonare i lavori, con le scuse dell'on. Gallus (Fortza Paris) a nome di tutti.
Quando il presidente Masia ha aperto, finalmente, i lavori ribadendo che non è illegittimo approfondire il confronto, anche in funzione del dibattito consiliare e della presentazione di eventuali emendamenti, Il vice presidente del Consiglio delle autonomie, Efisio Trincas, ha esposto i motivi di perplessità già espressi nel documento: modesto il ruolo delle autonomie locali , incerta e "non ben definita" la composizione dei distretti, troppo verticistica la gestione della sanità (il presidente del distretto è nominato dal direttore generale della Asl, non sai sindaci, espressione del territorio).
In realtà - ha spiegato, rispondendo alle osservazioni, l'on. Ibba (Sdi Rnp) - è la legislazione nazionale di riferimento (in particolare la 229) ad avere una fronte impronta aziendalistica, mitigata, in questo caso, dal "uno sforzo di adattamento" dalla legge 10 (sull'organizzazione sanitaria); senza questo sforzo gli enti locali avrebbero avuto un ruolo affatto marginale. Il direttore del distretto (on. Frau, ps) è, del resto, una figura sanitaria che risponde al direttore dell'Asl; c'è, in sostanza (on. Uggias, Margherita) una linea di demarcazione che separa organizzazione sanitaria da gestione sanitaria; su questo versante "la politica è tagliata fuori".
Il presidente Masia esprime la disponibilità della maggioranza a monitorare l'applicazione della legge 10 e, fra un anno, a considerare insieme i risultati con possibile correzione in corsa. Ipotesi condivisa anche dall'on. Lai (Ds), che rinforza tale disponibilità prevedendo una "interlocuzione costante" a tre (Commissione, Consiglio delle autonomie, assessorato) per valutare l'impatto o, comunque, le esigenze che potrebbero manifestarsi. (adel)