CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

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Presentata dalla maggioranza della Commissione autonomia la nuova legge statutaria, il cui articolato, approvato giovedì, è stato trasmesso al Consiglio delle autonomia per il parere rituale. Nessuna deriva presidenzialista, ma l'impegno a rafforzare il ruolo del Consiglio. Una legge ordinaria disciplinerà il conflitto d'interessi.

 

Cagliari, 28 novembre 2006 - La legge statutaria va. La Commissione autonomia ha aprovato, giovedì notte, l'articolato che ha inviato, per il parere, al Consiglio delle autonomie. Un lavoro impegnativo, che ha impegnato, in maniera continuativa la Commissione - ha detto il presidente, on. Pinna - da settembre. Lavoro anche laborioso perché il disegno di legge della giunta è stato in parte riscritto. Testo più asciutto, quello conclusivo, "perché ci siamo convinti che la legge statutarie è un tassello (importante) della grande riforma della Regione; ci sono altri appuntamenti (Statuto e legge elettorale in primo piano) che disegneranno meglio il processo innovativo. Sparisce il preambolo (principi affidati allo Statuto) e spariscono gli articoli sul sistema delle autonomie locali, per il quale "i tempi per una legge quadro sono maturi".
Partecipazione popolare (e dei cittadini), efficienza e trasparenza dell'azione amministrativa, referendum (c'è anche quello propositivo) costituiscono la prima parte (articoli dall'1 al 9); forma di governo, controllo della spesa, Consiglio regionale, funzioni, nomine (dall'articolo 10 al 14. Gli articoli 15, sull'elezione del Presidente, dell'Ufficio di presidenza, !6 e 17 sulle funzioni del Presidente e sui gruppi sono stati soppressi, essendo stati peraltro affidati al regolamento) anticipano il "piatto forte" sul Presidente della Regione, suoi poteri, giunta e sue funzioni, e mozione di sfiducia. Ineleggibilità, incompatibilità e conflitto di interessi vengono definiti oltre (articoli 23, 24 e 25) con precisione occupandosi anche del conflitto d'interessi (che, se non rimosso, costituisce forma d'incompatibilità) e, in questo caso, del negozio fiduciario, mentre l'ultima parte è dedicata agli istituti di garanzia (statutaria e sulla trasparenza).
A proposito del conflitto d'interessi, si è parlato - nel corso di una conferenza stampa convocata dai consiglieri di maggioranza della Commissione autonomia - se esista o meno la volontà politica di regolamentare la materia con legge ordinaria con tempi rapidi e certi, cosa che l'on. Pinna ritiene "si possa fare" nel principio che l'articolo 25 "non è un elemento coreografico o uno specchietto per le allodole", ma esprime la volontà "di esprimere regole chiare".
E, la statutaria (legge rinforzata, che richiede la maggioranza qualificata), una legge presidenzialista? Il presidente della Commissione dice di no e insiste sul fatto che si sia lavorato molto sull'articolo 13 (funzioni del Consiglio) con lo scopo di raggiungere un bilanciamento, essendo (l'esperienza di questi due anni e mezzo lo conferma) il sistema sbilanciato a favore dell'esecutivo.
D'altra parte non c'è nessun interesse a tornare indietro, a reinstaurare un sistema parlamentare con elezione di secondo grado del Presidente e della giunta. Su questa linea sono tutte le regioni italiane. Un Presidente eletto direttamente appare oggi più utile alla politica; non è tuttavia detto che l'elezione diretta sia la soluzione di tutti i mali; sicuramente, però, ha molti pregi, perché dà stabilità all'azione di governo e "non fa mancare il terreno sotto i piedi". Si può tuttavia intervenire per rafforzare il ruolo del Consiglio, lavoro che la Commissione ha fatto in parte - ha spiegato l'on. Orrù, ds - "rivoltando" il testo originario e cassando alcune forme (i procedimenti abbreviati di legge; una sorta di decreto legge del governo che la Regione non contempla) per precisare ulteriormente "che chi fa le leggi è il Consiglio".
Ma il percorso logico delle riforme sarebbe dovuto partire dallo Statuto, che invece è al palo. Oggi "la polpa" della riforma è rappresentata dalla legge statutaria; ma il percorso è stato difeso (sono intervenuti più volte gli onorevoli Pinna, Orrù, Corrias, ds, e Pittalid, Udeur) perché la legge statutaria ha gambe per camminare anche a statuto vigente e, in sostanza, si è scelta la strada della "specializzazione delle fonti" (la legge elettorale sarà un altro appuntamento decisivo).
Maggioranza d'accordo, ma con qualche distinguo. Lo ha riferito, con buona grazia, l'on. Pittalis, il quale ha parlato di "punti di vista dei partiti" - in particolare, per quanto riguarda l'Udeur, su forme di governo e sistema elettorale - che sono una mediazione ha riportato a sintesi. Come dire che in aula ci sarà ancora da lavorare per modificare qualcosa. (adel)