CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
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La politica della giunta punisce l'artigianato, settore trainante dell'economia sarda. La denuncia dei Riformatori che hanno presentato un'altra interrogazione (la terza) sulla forte riduzione dei benefici della legge 51.
Cagliari, 21 novembre 2006 - Un settore un forte
crescita, l'artigianato, che fra il 2000 e il 2004 ha registrato
20mila nuovi occupati, ora è in forte difficoltà per la decisione
della giunta regionale di non sostenerlo nella maniera necessaria,
cassando dalla legge di settore (51) l'articolo 2 (abbattimento
degli interessi), riducendo i contributi e mettendo in grossa
difficoltà soprattutto la miriade di piccole imprese sulle quale
poggia una parte rilevante dell'economia. I Riformatori hanno
presentato l'ennesima interrogazione sull'argomento (lo aveva già
fatto l'on. Cassano nel 2004 e all'inizio dell'anno corrente, senza
risposta) chiedendo che cosa intende fare la Regione "per sanare
questa grave situazione che mortifica gli artigiani finanziati con
la legge 51", se ci saranno interventi sulla Finanziaria 2007 e si
ci saranno altri intervento di sostegno nel settore, definito
strategico.
Spieghiamo: l'articolo 2 della legge prevede contributi in conto
interessi come sostegno all'avvio dell'attività; contributi che
sono stati cancellati dopo la concessione, a fine iter delle
pratiche (parere favorevole delle banche e decreto regionale),
dell'agevolazione. La decisione della giunta ("per meglio dire",
puntualizza l'on. Dedoni, "del presidente tuttofare") crea un danno
evidenti costringendo gli artigiani a restituire le somme a tasso
pieno e mette in affanno un settore il cui stato di salute era
stato "fotografato" nell'agosto del 2004, precisa Roberto Frongia,
assessore nella precedente legislatura, da Confartigianato e Cna:
751 milioni di investimenti, 11.064 pratiche presentate, 18 milioni
il costo per addetto (a fronte dei 250 necessari per un posto
creato dall'ex legge 28, imprenditoria giovanile).
In sostanza - dicono i Riformatori - il settore trainava. Poi, col
cambio politico di rotta e l'avvento Soru, il meccanismo (che
funzionava) è stato bloccato; il presidente ha detto di voler
vederci chiaro, poi ha deciso di trasformare la legge "a sportello"
in legge "a bando" ("con tutte le difficoltà di erogazione
conseguenti", afferma Frongia) e per riattivarla successivamente
allocando meno risorse in un fondo indistinto, cancellando le
agevolazioni in conto interessi e non provvedendo al nuovo bando.
Cioè fermando in modo definitivo il motore.
Un settore in subbuglio, quello artigiano, che - aggiunge l'on.
Pisano - paga il dazio anche per il fermo della legge
sull'apprendistato, creando situazioni di forte disagio tra i
"piccoli". I Riformatori - che hanno fatto del problema un cavallo
di battaglia - hanno insistito perché si rimediasse con la
Finanziaria regionale, ma non hanno avuto ascolto.
Si ha la sensazione, ha concluso l'on. Cossa, coordinatore
regionale, che, anche in questo caso, abbia prevalso la furia
iconoclasta di Soru, nell'intento di demolire tutto ciò (buono o
cattivo che fosse non aveva importanza) che era frutto della
politica del centrodestra. E, questa volta, "a rimetterci è un
comparto indispensabile all'economia sarda. (adel)