CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
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Il centrodestra annuncia in conferenza stampa l'opposizione dura sulla legge statutaria e chiede i documenti contabili al dimissionario assessore Pigliaru. Il presidente Soru "mette le mani sulla Programmazione" e accentra su di sé "l'intera economia sarda".
Cagliari, 26 ottobre 2006 - La collaborazione è
finita, annuncia il Centrodestra riprendendo il filo della legge
statutaria (all'esame della Prima commissione) per parlare delle
dimissioni dell'assessore Pigliaru, ex braccio destro del
presidente Soru, al quale si deve una parte rilevante del programma
di legislatura. Pigliaru è un assessore politico, come lo era
Dessì. Le dimissioni dell'uno e dell'altro sono un atto d'accusa al
"presidenzialismo osè" di Soru, cioè "al governo assolutista", che
Soru vuole. Cosa risaputa ed ora certificata da una nuovo
organigramma della giunta (lo "spacchettamento" degli assessorati)
proposta, ovviamente dal presidente, sulla quale proposta non si
discute perché suona "quasi come un voto di fiducia" (on. La Spisa,
capogruppo di Forza Italia). La Programmazione passa alla
Presidenza e l'assessore al Bilancio diventa una sorta di
contabile, un travet di ragioneria. Il presidente decide come, dove
e quando spendere i soldi, mentre alll'assessore resta il compito
di mette in ordine i conti, senza decidere niente.
Il disegno di legge della nuova legge statutaria doveva il testo
base per una discussione: così aveva dichirato Soru in Consiglio.
Invece esso è diventato - afferma il Centrodestra - un testo
blindato che soltanto gli emendamenti di Soru possono modificare;
un testo che rafforza il presidenzialismo e la maggioranza e non si
preoccupa in alcun modo delle garanzie della minoranza, requisito
indispensabile per parlare di democrazia.
Ed è su questi aspetti di una vicenda politicamente densa di
conflitti, che l'opposizione ha convocato oggi una conferenza
stampa annunciando dure prese di posizione all'interno del Palazzo
e, se occorre, all'esterno con manifestazioni di piazza.
I contenuti della legge statutaria - ha ricordato Biancareddu,
capogruppo Udc - sono indicati nell'articolo 15 dello Statuto,
modificato dopo la riforma del titolo quinto della Costituzione.
Riguardano: forma di governo, rapporti fra presidente, giunta e
Consiglio, organizzazione della Regione, eccetera. La legge
statutaria stabilisce, invece, che la Regione debba "promuovere il
digitale e la telematica", che non sembrano davvero emergenze
rispetto ad altri problemi della società sarda. "Ci troviamo di
fronte a una legge propaganda che ricorda - aggiunge Biancareddu -
le dittature sudamericane".
Forse la maggioranza si è resa conto di non avere la forza per
modificare lo statuto ed ha deciso di riversare tutto nella legge
statutaria (on. Ladu, capogruppo di Fortza Paris); forse il timore
di andare a casa (scioglimento del Consiglio, se Soru si
dimettesse) induce "a piegare la schiena". Il fatto è che le
dimissioni di Pigliaru pesano come un macigno ed esigono
spiegazioni. Anche all'assessore, che si dimette a fine ottobre e
dovrebbe avere presentato Dpef (scadenza 30 giugno) e Finanziaria
(scadenza 30 settembre). Solidarietà a Pigliaru per il suo aplomb,
per la sua signorilità; ma renda conto al Consiglio del suo operato
(on. Vargiu, capogruppo dei Riformatori) e prima di sbattere la
porta "ci lasci i documenti contabili". Non può essere ricordato
(sempre Vargiu) come l'assessore delle supertasse incostituzionali
che non hanno portato soldi ("ignoriamo il gettito prodotto,
nonostante le richieste di notizie"), ma hanno sicuramente prodotto
un cospicuo danno d'immagine.
E mentre emerge che il superpresidenzialimo ("non si muove foglia
che Soru non voglia") rappresenta per lo sviluppo della Sardegna
"un freno a mano", perché un uomo solo non può occuparsi di tutto
(on. Moro, An), il Centrodestra denuncia "l'azione devastante anche
sul sistema istituzionale" (La Spisa), modellato dal presidente "a
suo uso e consumo, in una visione sempre più personale della
Regione".
Le dimissioni di Pigliare "certificano il fallimento del progetto
di legislatura" (on. Mario Diana, An). Soru, prosegue, "aveva in
mano un mazzo di tarocchi. S'è giocato tutte le carte ed in mano
gli è rimasta la carta del 'folle', che ha il privilegio di essere
giocata in qualunque momento senza rischiare niente". Cartomanzia a
parte, per il Centrodestra è venuto il momento di fare opposizione
dura. (adel)