CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

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In commissione il Piano energetico = I sindacati: aspetti positivi ma anche varie questioni da approfondire e correggere

 

Cagliari, 25 ottobre 2006 - Approda in Consiglio il Piano energetico regionale su cui la VI Commissione, Industria, è chiamata ad esprimere nei prossimi giorni il proprio parere. E questa mattina sono cominciate le audizione con le organizzazioni sindacali ed i rappresentanti dei produttori. Con una premessa fondamentale posta dal presidente della Commissione Giovanni Giagu in apertura dei lavori: il problema dell'energia sta diventando urgentissimo, l'intero sistema industriale regionale rischia di essere messo in ginocchio a causa degli alti costi energetici; ma soprattutto, come ben sottolineato anche nel dibattito consiliare di ieri e nell'ordine del giorno unitario votato dall'aula, a soccombere rischiano di risultare le industrie cosiddette energivore, cioè ad alto consumo di energia, già oggi in gran parte fuori mercato rispetto agli altri paesi industrializzati.
In questo quadro il Piano energetico regionale, predisposto dall'assessore all'industria Concetta Rau rappresenta lo snodo fondamentale del futuro sviluppo industriale.
Un giudizio articolato, quello espresso stamane sia dai sindacati sia dai rappresentanti dei produttori, in particolare dell'Enel. Ci sono molti elementi positivi, ma anche elementi da rivedere, secondo il giudizio complessivo espresso.
Prima valutazione positiva il fatto che, come ha sottolineato Giovanni Matta, segretario regionale Cisl, ci sia oggi un documento su cui lavorare, dopo anni di assoluta carenza. "Per troppi anni la Regione ha abdicato al suo ruolo, e molte questioni, anche quelle tariffarie, sarebbero state oggi diverse". "Tuttavia andrebbe arricchito, soprattutto per quanto riguarda i costi dell'energia e l'individuazione degli strumenti per dare risposte a questo fattore". Sicuramente positivo l'arrivo del metano, ha detto Matta, forse però occorre smorzare un poco i toni in quanto ci si trova ancora davanti a uno studio di fattibilità. "Positiva la graduale uscita dalla morsa del petrolio", ha detto quindi il rappresentante della Cisl, ma attenzione quando si parla di centrali elettriche da alimentare a metano: "I costi non sono tanto diversi dagli altri combustibili petroliferi. Meglio puntare ad un sistema misto". Giudizio positivo scontato sul cavo sottomarino Sardegna continente, ed alla stessa stregua, positivo puntare anche sul carbone Sulcis: "ma la Regione non deve delegare a terzi l'intera posta". Infine le fonti alternative; per la Cisl le fonti rinnovabili sono importanti, ma non si condivide l'idea di relegare l'eolico alle aree industriali compromesse: "i parchi eolici devono andare dove c'è il vento". Quanto alle biomasse agricole Matta ha espresso forti riserve sulle produzioni di essenze erbacee estranee alla tradizione agraria sarda, senza trascurare il grande fabbisogno di acqua che comportano. Infine il versante della produzione: certamente sì, ha detto la Cisl, alla pluralità dei produttori, Enel, Endesa e Saras.
Anche Ignazio Cordeddu, segretario della Uil, ha espresso un giudizio articolato. Molti gli aspetti sicuramente positivi, ha detto, ma anche perplessità. E soffermandosi su queste ultime ha citato subito la questione dell'utilizzo delle biomasse: "non vediamo possibilità di un vero futuro in Sardegna; non è possibile immaginare una filiera agro-industriale per la produzione di energia". Sull'eolico, analoghe considerazioni della Cisl: la localizzazione dei parchi nelle aree industriali sarebbe negativa: non c'è abbastanza vento. Si certamente all'eolico, ha aggiunto ed il Consiglio prenda atto della necessità di un ripensamento. Ma c'è una questione, secondo Cordeddu, che il Piano ha trascurato, cioè la partita delle infrastrutture, le reti di trasporto. "Nel piano non c'è nulla al riguardo, ma nessuna attività produttiva ha futuro senza un adeguato potenziamento della rete". Un esempio se manca l'elettricità per ore in un qualsiasi comune a causa dell'insufficienza delle cabine di trasformazione anche la più piccola azienda entra in crisi. Sulla metanizzazione, "non si tiene abbastanza conto dei costi per la produzione di elettricità molto superiori col metano che col carbone". Ma c'è una questione di fondo che supera ogni altra: il problema dei tempi. "Anche approvato domani, il Piano ha bisogno di 4 anni almeno. Senza un intervento radicale sui costi l'industria sarà presto, forse a dicembre al collasso".
Maggiormente soddisfatto Antonio Piludu (Cgil). "Il piano è un'ottima base di partenza, ed il nesso fra energia e ambiente è fondamentale". Vi è coerenza, ha proseguito, nell'approccio multidisciplinare prospettato, e pone le basi per importanti opportunità nel campo anche della ricerca. Giudizio positivo sulla diversificazione energetica (elettricità-metano) e sull'attenzione al carbone ed all'impianto di gassificazione ("per una connessione anche al metanodotto"). Soddisfazione anche per l'attenzione che il piano energetico presta alle fonti rinnovabili ed all'utilizzo delle biomasse. Su questo versante, ha detto Piludu, bisogna puntare molto sull'efficienza del sistema della raccolta dei rifiuti. "Il piano offre importanti scenari e apre strade nuove. Ma occorre fare in fretta -ha detto Piludu- la questione energetica è urgente".
L'Enel, infine, attraverso i suoi dirigenti Andrea Santucci e Giorgio Porcu, ha rimandato al documento di Confindustria di cui l'azienda elettrica è componente. "Solo alcune considerazioni per sottolineare che forse il Piano non presta attenzione adeguata in alcune proposte alle reali condizioni di mercato". Quanto al metano, "produrre elettricità con esse costa più che con altre fonti": "ad esempio il carbone". (LP)