CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
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L'Asl 7 (Iglesias-Carbonia), in audizione alla Commissione sanità, riorganizza i servizi per ridurre la mobilità passiva e garantire qualità. Tariffe elevate non facilitano l'accesso alle Rsa.
Cagliari, 12 ottobre 2006 - Quattro ospedali per
135mila abitanti: il problema della Asl 7 (Iglesias-Carbonia) è
quello di riorganizzarsi secondo le regole del Piano sanitario
regionale. Il "Sirai" (Iglesias) e il CTO (Carbonia) diventeranno
ospedali per acuti; il "Santa Barbara" e il "Crobu" (entrambi a
Iglesias) avranno altra destinazione: il primo per lungodegenti e
riabilitazione oltre a qualche servizio territoriale (il Sert); il
secondo ("parzialmente", precisa il dg dell'Asl; parte
dell'edificio deve essere ristrutturato e messo in sicurezza) per
servizi territoriali, in particolare materno-infantili.
Sono in corso i trasferimenti di servizi e reparti, che andranno
avanti per un bel po'. L'obiettivo è quello di andare a regime,
secondo i programmi e le indicazioni di Piano, senza causare disagi
(qualcuno c'è).
Lo ha riferito, alla Settima commissione (presidente l'on.
Pierangelo Masia), il manager dell'azienda sanitaria, Benedetto
Barranu nel corso delle audizioni programmate per acquisire
informazioni sulle realtà locali.
Previsto, dal Piano, un taglio di 12 posti letto per acuti (erano
448 nel piano strategico aziendale, saranno 436); e di 45 per i
post acuti (da 125 a 80); ma il direttore generale giudica lo
sfoltimento compatibile con l'offerta sanitaria e la
riorganizzazione dei servizi.
Rilevante l'offerta di posti nelle Rsa, dove la collaborazione tra
pubblico e privato ha risolto buona parte dei problemi. La parte
non risolta riguarda le tariffe, di tre fasce: quella gratuita (per
i malati terminali gravi che, tuttavia, saranno ospitati al "Santa
Barbara"), quella definita alta, di 120 giornaliere e quella bassa
(meglio: meno alta) di 100 euro. Metà sono a carico del servizio,
metà a carico della famiglia. Trattandosi spesso di lunghe
permanenze, l'impegno economico è rilevante. Nella fascia da 100
euro, la famiglia dovrebbe far fronte con 1500 euro mensili, una
somma che esclude buona parte dell'utenza. Per evitare di
trasformare la struttura pubblica "in Rsa surrettizia", è
indispensabile, dice Barranu, che ai comuni siano date risorse per
abbattere di un terzo o della metà le quote spettanti alle
famiglie. Si allargherebbe, e di molto, l'accesso.
La vicinanza con Cagliari, dove l'offerta sanitaria è più
sofisticata, determina un'alta mobilità passiva (17 milioni
all'anno, di cui 4 al "Brotzu") legata per lo più a specialità di
cui la Asl 7 non dispone. Ma c'è anche il rovescio della medaglia:
una forte attrazione esercita il reparto di otorino (58 per cento
dei ricoveri esterni, considerato un servizio di alto livello) e
chirurgia pediatrica (63 per cento; ma si tratta dell'unico reparto
in Sardegna) che, tuttavia, non può effettuare alcuni interventi
impegnativi per la mancanza di una rianimazione. Problema - dice
Barranu - che sarà risolto con il trasferimento al CTO. Le"fughe"
fuori Asl sono legate per lo più alle malattie cardiovascolari e
all'oculistica; ma ora è possibile l'angioplastica (200 già
eseguite) mentre per l'oculistica (per lo più catturate in regime
di day surgery), partita da poco, la mobilità si è dimezzata.
(adel)
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