CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

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Sul Piano sanitari, la Settima Commissione ha sentito, in audizione, Comitati di distretto e Asl della Gallura. Dalle emergenze turistiche al caso di La Maddalena. Le prospettive di Olbia tra pubblico e privato.

 

Cagliari, 11 ottobre 2006 - Nuovo round dell'indagine della Settima commissione (presidente, l'on. Masia) sulla situazione sanitaria alla vigilia del Piano regionale, atto fondamentale della programmazione che arriva 21 anni dopo il precedente. Sotto la lente d'ingrandimento referenti politici e responsabili tecnici della Gallura: assente la Provincia, che è interlocutore privilegiato, sono intervenuti i presidenti dei Comitati di distretto, Piero Bardanzellu, sindaco di Santa Teresa, e Peppino Manconi, per delega del sindaco di Tempio, Antonello Pintus e il direttore generale della Asl 2, Gianni Cherchi.
Territorio vasto, fortemente dinamico, dotato di una rete viaria inadeguata, la Provincia paga il prezzo, in termini di servizi, di un movimento turistico molto intenso, che amplifica, in stagione, inevitabili carenze di servizi e impone, per ua risposta equilibrata, di affrontare non solo le emergenze, ma anche la sanità e l'assistenza territoriale. Si aggiunga il "caso" La Maddalena ("costa 10 milioni e ne perde 5", ha detto il dg Cherchi, impossibile che l'onere dell'insularità gravi sulle risorse finanziarie assegnate alla Asl"; "ridurlo a poliambulatorio non è possibile; una scelta del genere metterebbe in subbuglio la popolazione", ha sostenuto Bardanzellu, che chiede, invece, "un ospedale piccolo, ma attrezzato") sul quale sono stati fatti i primi tagli. Via chirurgia (40 interventi all'anno, il più impegnativo è un ernia) e ginecologia (utenza bassissima). Ma si nasce "e si nasce bene" (con ostetricia e pediatria) e c'è assistenza oncologia. Ma siamo ancora in fase di assestamento, nel senso che (Cherchi) "se non viene riconosciuta la peculiarità del presidio ospedaliero maddalenino, l'essere collocato su un'isola esposta a momenti di maltempo, saranno inevitabili altri tagli", più dolorosi (probabilmente) di quelli eseguiti sinora "previa intesa con gli amministratori locali".
Più in generale, il manager Asl sottolinea che la buona sanità incoraggia il turismo e diventa fattore di sviluppo economico. Cita i casi della dialisi ad Arzachena ("dopo tre anni di attesa") e della medicina iperbarica a La Maddalena, corredo utile alla tranquillità del turista.
Ma il problema è anche quello della accessibilità. I tempi di percorrenza sono lunghi, le strade a volte intasate. Per questo motivo occorre tenere in piedi i presidi ospedalieri. Tempio lamenta di essere stato trascurato e pretende più attenzioni. Quelle attenzioni - dice il delegato del sindaco - che riceve Olbia, ormai centro gravitazionale della Provincia. Olbia cresce, anche in prospettiva. L'on. Cachia (Margherita) propone eliporti nelle zone strategiche per rapidi collegamenti; soluzione che i presidenti del Comitati condividono, affermando che sarebbe un balzo in avanti di un territorio che non dispone neppure di 118 medicalizzato ("di medici sulle ambulanze non se ne parla proprio. Dobbiamo faticare e trovare i soldi per trovare un infermiere specializzato").
Un'analisi rigorosa ("basata sui DRG", cioè su prestazioni realmente effettuate) consente di avere un quadro preciso del fabbisogno sanitario e "di dare i servizi che servono, senza alimentare la demagogia", dice il dg Asl, alle prese con un altro tipo di turismo, quello sanitario, che caratterizza una mobilità spesso elevata fuori Asl. Una ricetta utile è la medicina territoriale, i 25 pazienti oncologici terminali seguiti a domicilio con la medesima assistenza ospedaliera; la riorganizzazione della diabetologia, l'oculistica (1377 interventi annuali) che si affiderà, da novembre, al day surgery (il 90 per cento sono catturate).
All'on. Cachia che elenca una serie di servizi non adeguati (la stessa oculistica, dermatologia, urologia, la diagnostica per immagini, dove si registrano code), Cherchi assicura passi in avanti, sul piano operativo.
Intanto, all'orizzonte, c'è il nuovo ospedale (il primo lotto ospiterà presto il blocco delle chirurgie d'emergenza, radiologia, laboratori e pronto soccorso; il secondo lotto sarà ultimato entro tre anni. Si tratta "di una struttura molto avanzata") e si profila la clinica provata del San Raffaele. C'è posto per una succursale di una delle aziende di più alto profilo a livello europeo? Quali saranno gli effetti sulla sanità sarda? Si parla di "preoccupazioni" delle Asl limitrofe, Sassari e Nuoro.
Cherchi assicura, lo spazio c'è; occorre, semmai, "governare le opportunità che questa presenza offre, non soddisfare gli appetiti". Le opportunità sono rappresentate dalle specialità di alto spessore tecnico e scientifico che il San Raffaele potrà assicurare, con ricadute sull'intera Regione.
In tutto, la Gallura disporrà di 570 posti letto per acuti (tra pubblico e privato). Secondo il dg dell'Asl sono sufficienti. Basta organizzarsi. (adel)

 

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