CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
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Proposta nazionale di legge dell'Us per creare le condizioni di equità fiscale. L'on. Mario Floris: la Sardegna deve essere garantita nella riscossione dei nove decimi del reddito prodotto in Sardegna. Le battaglie di Soru? "Aria fritta".
Cagliari, 21 luglio 2006 - La marcia su Roma del
presidente Soru per rivendicare il credito fiscale con lo Stato?
"Aria fritta", commenta l'on. Mariolino Floris (Uds). Anche
l'intesa istituzionale è un diversivo, un modo per spostare
l'azione senza risolvere il problema, che ha una sola soluzione
possibile: una proposta di legge nazionale che, attraverso
l'adeguamento della legge 122 del 1983, modifichi l'articolo 8
dello Statuto. Senza questo passaggio "qualunque dichiarazione di
principio non risolve il problema". Per questo motivo hanno
presentato una proposta di legge nazionale ("modifiche e
integrazioni alla legge 13 aprile 1983, n.122), illustrata oggi in
conferenza stampa.
L'iniziativa, ha spiegato Floris, nasce dall'esigenza di mettere
ordine al sistema di partecipazione della Regione alle quote Irpef
e Irpeg, adeguando gli attuali metodi di calcolo. I sistemi
adottati per la determinazione della quota regionale del totale
delle imposte incassate in Sardegna "non hanno garantito sinora il
rispetto delle norme vigenti: infatti, l'Isola non ha incassato il
70 per cento previsto, ma molto meno. L'ufficio studi del
Dipartimento delle politiche fiscali del Ministero dell'economia ha
valutato che, nel 2001, la quota attribuita alla Regione è stata di
poco superiore al 40 per cento del gettito Irpef prodotto
nell'Isola. Dal calcolo degli introiti (da ripartire) sono stati
esclusi i redditi sui capitali, le ritenute dirette operate sui
redditi dei dipendenti statali, sui pensionati Inps e di tutti i
redditi prodotti o derivati da beni esistenti in Sardegna ma
versati altrove, non riguardando soggetti o persone giuridiche con
domicilio fiscale in Sardegna.
L'isola viaggia in coda al treno dell'economia italiana; appare
tuttavia sconcertante che, negli ultimi 12 anni, il gettito
dell'Irpef sia rimasto invariato mentre la media nazionale ha
segnato un incremento del 39 per cento. Da una parte, dunque, il
dato certifica una preoccupante stagnazione (e stare fermi
significa arretrare); dall'altra parte c'è il sospetto che sia un
dato "mascherato" proprio dal fatto che alcuni redditi prodotti in
Sardegna sono calcolati altrove.
La proposta di legge prevede che, a prescindere dal domicilio
fiscale, i nove decimi del gettito Irpef e Irpeg sia riconosciuto
alla Regione. A stessa percentuale deve riguardare l'imposta di
fabbricazione di tutti i prodotti creati in Sardegna; mentre, in
attesa del metano, il carico fiscale sui consumi di energia
elettrica e dei carburanti sia ridotto in misura da compensare
l'handicap rispetto ai cittadini di altre regioni. Tale riduzione -
infine - è adeguata automaticamente al variare dei prezzi delle
fonti energetiche primarie.
"Con questa legge - ha detto l'on. Oscar Cherchi - vogliamo
rispondere a un principio di equità fiscale, che non può
discriminare, penalizzandoli, i cittadini sardi". Se ai debiti del
Fisco si aggiungono insularità, servitù militari, carenza di
infrastrutture il bilancio dei sardi chiude in rosso e non basta "i
viaggi della speranza" a riequilibrare una situazione di così
evidente svantaggio.
Secondo l'on. Floris occorre mettere in piedi un tavolo tecnico che
permetta di individuare gli strumenti idonei perché la partita
fiscali sia risolta; il discorso deve tuttavia capovolgersi: non è
lo Stato che riscuote e poi dà la quota-parte alla Sardegna, ma è
la Sardegna che incassa, trattiene ciò che le spetta e trasferisce
il resto allo Stato.
Premesso che questa iniziativa "nulla ha a che vedere con la
battaglia di Soru sugli arretrati", Floris insiste perché la
maggioranza si pronunci e agevoli l'inter in Commissione.
Altrimenti, commenta l'on. Cherchi, Soru si dovrà accontentare "del
solito pugno di mosche". (adel)
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