CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII legislatura

 

Proposta di legge del centrodestra per l'abrogazione della tassa sul lusso, impugnata dal governo. "Una sonora bocciatura che danneggia l'immagine e l'economia dell'Isola".

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Cagliari, 12 luglio 2006 - Articolo 1: "Nella legge finanziaria 11 maggio 2006 sono abrogati i seguenti articoli: articolo 2 (imposta regionale sulle plusvalenze dei fabbricati adibiti a seconde case); articolo 3 (imposta regionale sulle seconde case a uso turistico); articolo 4 (imposta regionale su aeromobili e unità da diporto); articolo 5 (fondo regionale per lo sviluppo e la coesione territoriale)". E' la proposta di legge presentata dal centrodestra - e illustrata oggi in conferenza stampa - dopo "la sonora bocciatura", spiega l'on. Pili (FI) del governo alle tasse sul lusso, che, anziché portare soldi a casa rischiano di danneggiare fortemente immagine e economia della Sardegna.

La legge è stata impugnata dal governo che ha rilevato "numerosi profili di illegittimità costituzionale" tanto da suggerire "tutte le censure che seguono…". Una bocciatura che Soru - dice il centrodestra - ha cercato di mitigare, in un comunicato congiunto, che, come tale, "indica la condivisione per provvedimento" e nel quale la Regione "si impegna a riscrivere la norma". Ma è un impegno"destituito da ogni fondamento" perché la potestà impositiva della Regione deve essere "in armonia col sistema tributario dello Stato" e non essendovi, in materia, norma generale dello Stato (delibera 37/2004 della Corte Costituzionale) non è possibile, insiste l'on. Pili, "alcuna rinegoziazione della legge".

L'intesa istituzionale, della quale Soru parla ora con insistenza (oggi a Roma incontra i parlamentari sardi) è una sorta di paravento "per far passare in secondo piano lo schiaffo sonoro ricevuto, il più forte manrovescio degli ultimi dieci anni", dal momento che l'intesa sulle entrate è già stata sottoscritta (Palomba-D'Alema, 24 aprile 1999) e comunque non è foriere di ulteriori progressi dal momento che l'unica via possibile, quella della Finanziaria, sembra preclusa da un Dpef che non accenna neppure a questa eventualità. Resta da attendere qualche giorno, sia per la visita "messianica" del vice-ministro Letta in Sardegna e l'impegno del premier a risolvere, nei primi 100 giorni, la vertenza fiscale.

Una cosa è certa: la buccia di banana della tassa sul lusso (denunciata in aula - sottolinea l'on. La Spisa, FI, - "per le evidenti violazioni di norme costituzionali") incrina l'unità del Consiglio comunale nella vertenza Stato-Regione. E' calata la tensione e il comportamento di Soru "favorisce le divisioni". Per stare insieme, ha detto l'on. Capelli, occorre lealtà tra le parti e un tavolo comune, pur nella differenza tra maggioranza e opposizione. E bisogna sapere come si intendono spendere le risorse, considerato che i progetti di sviluppo sono latitanti."Eravamo partiti col piede giusto - ha precisato - con l'adesione di tutti nella pretesa ad avere dallo Stato il dovuto; in seguito la minoranza è stata offesa da iniziative assunte da giunta e maggioranza allo scopo di forzare la mano". A danno si aggiunge danno, perché parte del mondo politico non condivide iniziative del genere; mentre cresce, soprattutto all'estero, l'immagine di una Sardegna inospitale.

Immagine che - ha affermato l'on. Ignazio Artizzu, capogruppo di An - comincia a dare frutto (negativo), col calo del turismo, soprattutto di quello che (economicamente) conta, registrato dai primi dati, effetto del "turista tassato". Ma Soru insiste, tra residenti e no c'è differenza: un braccio di ferro - ha detto l'on. Silvestro Ladu (Fortza Paris) - che non conviene a nessuno e finisce col danneggiare l'Isola.

Quanto al tavolo di trattativa col governo, Capelli e Ladu ricordano che Soru aveva sdegnosamente detto di no al governo Berlusconi pretendendo, arretrati compresi (del resto messi in bilancio), "tutto e subito". Delle due l'una: o è stato ammansito dal governo di centrosinistra o, in campagna elettorale per le politiche, "bisognava suonare la grancassa". In un caso e nell'altro "ha sbagliato e i conti - ha concluso Ladu - bisogna farli da capo". (adel)

 

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