CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII legislatura
Enti o Agenzie? Ente unico o no? Nel corso delle audizioni in Commissione agricoltura sindacati divisi e dipendenti contrari ad un accorpamento che potrebbe comprimere la caratteristiche di istituti (Incremento ippico, Zootecnico-caseario, Stazione del sughero) che, grazie alla loro autonomia, hanno raggiunto livelli di eccellenza internazionale.
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Cagliari, 15 giugno 2006 - Ente o Agenzia? Un solo
oppure due, o, meglio, tre? Sulla riforma degli enti agricoli,
all'esame della Quinta Commissione (presidente l'on. Alberto
Sanna), le audizioni dei rappresentati degli ex Enti espongono
pareri diversi, a volte discordanti su come dovrà finire. Tutti
d'accordo sulla necessità di cambiare un sistema troppo frammentato
e con molte sovrapposizioni; ma la strada non è univoca. Per i
sindacati la preoccupazione predominante è quella che vengano
tutelati i diritti dei lavoratori, che devono restare, tutti,
regionali nonostante la previsione di trasferire, sulla scia della
devolution interna, competenze alle Province. Per i rappresentanti
degli ex Enti, la paura che la riforma possa disperdere
professionalità e competenze di primo piano. Soprattutto per quanto
riguarda la Stazione sperimentale del sughero e l'Istituto di
incremento ippico, due enti che, in decenni di onorato servizio,
hanno consentito di ottenere risultati notevoli nella ricerca e
nell'assistenza alle aziende. La Cisl ammonisce:questa riforma - ha
detto Massimo Rocchitta - rischia di far scomparire cavallo e
sughero. Timore condiviso dai rappresentanti dei due enti, che
parlano di "accorpamento anomalo" a quel corpo unico previsto,
sottoforma di ente (Margherita) o agenzia (il resto del
centrosinistra e giunta).
Anomalo perché il sughero, che pure è prodotto del bosco, poco ci
azzecca con l'agricoltura. La Stazione sperimentale dipendeva,
infatti, dall'assessorato dell'Industria, perché all'industria fa
riferimento quasi esclusivo. Preoccupazione anche nel caso si
decida per due agenzie (o enti), una dedicata alla ricerca e
l'altra all'assistenza tecnica, per lo smembramento del personale.
Indispensabile parlare di una gestione dotata di autonomia, che
migliori la funzione della ricerca (ma ci sono grosse carenze di
organico; l'ente funziona con la metà dei dipendenti previsti) e,
soprattutto unitaria, perché è uno dei pochi casi di filiera, dal
bosco al prodotto finito, secondo una continuità che sarebbe
pregiudizievole interrompere. Vi sono alcuni filoni di ricerca,
come il laboratorio di reazione al fuoco, che studia la resistenza
di alcuni materiali, a cominciare dal fuoco, nella prospettiva di
impieghi più corretti nell'edilizia, che rappresentano un
riferimento importante a livello nazionale. Anche l'assistenza alle
aziende e, in particolare, alle cantine va sottolineata. Cantine
non solo sarde, perché la Stazione - hanno detto le rappresentanti
dell'ente, Adriana Vilia e Isabella Giua - s'è guadagnata un
indiscusso prestigio internazionale che l'ha portata a essere
membro dei consessi mondiali dove si parla di sughero e delle
regole che devono governare produzione e uso. Una realtà importante
che il cambiamento di nome (nel caso di accorpamento nell'ente
unico) rischierebbe di impoverire. Di qui la richiesta di
autonomia, totale (sarebbe meglio) o dipartimentale (ma
salvaguardando l'orientamento industriale). Infine, no secco
all'ipotesi di trasferire a una Provincia che non c'è la
competenza. Sarebbe suicidio.
Più o meno dello stesso tenore la posizione dei dipendenti
dell'Istituto di incremento ippico di Ozieri. Il solo rapporto con
l'agricoltura - ha detto il rappresentante dei dipendenti, Mele - è
la biada che i cavalli mangiano. Tutto il resto è avulso da quel
mondo. Prospettive di raccordo col mondo agricolo? Già ci sono. Con
l'Istituto zootecnico caseario per la ricerca pura ("noi la
facciamo sul campo"); con gli Ispettorati agrari sulla
certificazione dei soggetti ai fini delle provvidenze. Appassionata
la difesa del cavallo anglo-arabo-sardo, risorsa definita
"mondiale", attorno al quale c'è un giro di affari considerevole
(qualcosa come diecimila persone occupate). La separazione dal
mondo agricolo sembra essere sostenuta anche dalla tradizione di
partecipare alle fiere dell'Esit, non quelle agricole, perché il
cavallo è simbolo della Sardegna. La mancanza di autonomia dopo la
Finanziaria 2005, che, "con processo sommario e senza alcuna
analisi della funzionalità degli enti", ha provveduto alla loro
soppressione, si è ripercossa negativamente nella gestione: "siamo
in liquidazione", è stata la risposta del commissario di fronte ad
un progetto destinato a valorizzare fattrici elitarie per creare un
nucleo di maschi, futuri stalloni. Si è perso un treno nei
confronti di Paesi concorrenti tradizionali, come la Francia.
"Ci spaventa la figura di un direttore plenipotenziario (quello
previsto da Agris, l'agenzia che la giunta propone come ente di
ricerca) che non solo è direttore generale, ma sostituisce il
consiglio di amministrazione e presiede il comitato
tecnico-scientifico", ha detto Maria Teresa Nuvoli, rappresentante
dei 120 dipendenti dell'Istituto zootecnico caseario. Peggio ancora
un ente unico, mastodontico e difficile da gestire. Anche la
separazione netta tra ricerca e assistenza tecnica ha aspetti
negativi, quando, come nel caso dell'istituto di Bonassai, balzato
agli onori internazioni per la clonazione della pecora ai tempi di
Dolly, ricerca e assistenza vanno a braccetto e sembrano
inscindibili. Non difendere "storia e professionalità" sarebbe - ha
detto Nuvoli - un grosso errore. Anche questa specificità, insomma,
una volta inghiottita nell'ente unico della riforma, teme di
perdere i connotati che lo hanno reso (frutto di ricerche e di
studi sul campo) un'autorità internazionale in materia zootecnica.
(adel)
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