CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII legislatura

 

Concluse dalla Settima commissione le audizioni ai manager della sanità sulla riforma dei servizi.
Ribadita l'importanza e l'urgenza di approvazione della legge per entrare "a pieno diritto" nel servizio sanitario nazionale. Sentite anche le due università; domani i sindacati.


Cagliari, 26 gennaio 2006 - Concluso dalla Settima commissione, presieduta dall'on. Pierangelo Masia, il ciclo di audizioni dei direttori generali delle otto aziende e dell'ospedale Brotzu sulla legge di riforma dei servizi sanitari e l'istituzione dell'Agenzia regionale della sanità. Sentite anche le due università, Cagliari e Sassari, e i presidi di medicina di entrambe. Infine, in tarda mattinata, era stata audita anche Savina Ortu, della Asl 6 (Medio Campidano). Una vera e propria "overdose" di audizioni con lo scopo di acquisire - ha spiegato il presidente Masia - una serie di informazioni utili alla Commissione, impegnata, a breve, anche sul piano sanitario regionale.

Confermato, anche nel pomeriggio, il giudizio di "utilità e urgenza" di una legge che - recependo i criteri del Servizio sanitario nazionale, rimasto a mezz'aria per tanti anni, dovrebbe consentire una migliore organizzazione delle attività aziendali con riflesso positivo sulla qualità dell'offerta. Sia Benedetto Barranu, manager dell'Asl 7 (Iglesias-Carbonia),  Gino Gumirato, dell'Asl 8 (Cagliari) e Mariolino Selis, fresco direttore generale del Brotzu, hanno evidenziato che approvando il provvedimento si volta pagina, si dà impulso all'attività dipartimentale, si potranno affrontare meglio, grazie alla programmazione, i problemi del territorio legati alla prevenzione, all'assistenza domiciliare, alle attività di lungodegenza e riabilitative.

Nella legge, tuttavia, vi sono alcune criticità: riguardano, ad esempio, i criteri di nomina del direttore amministrativo, "più restrittivi rispetto a quelli del direttore generale" ed a quelli previsti dalla legge 5, ormai in fase di prepensionamento (non basta più l'esperienza maturata in enti privati). Altro punto sul quale i manager chiedono più libertà è il controllo preventivo della Regione di tutti gli atti oltre i 5 milioni; nel caso della Asl 8, ha segnalato Gumirato, otto atti su dieci sono soggetti a questo tipo di controllo con rallentamento dell'attività operativa dell'azienda.

Si tratta di piccoli corretti, a volta semplici sviste che bisogna correggere.

Qualche dubbio in più è stato invece sollevato a proposito dell'Agenzia della sanità; da una parte (Barranu) "perché è necessario chiarire quale ruolo assolverà nei confronti delle aziende", pendendo, essa, tra due possibili gravitazioni: o costituire un contraltare dell'assessorato o dipendere in maniera funzionale da questo. Poco comprensibile (Gumirato) in che modo debba espletare il controllo delle Asl, essendo questo "un atto aziendale interno" e rischiando (Selis) "di sovrapporsi alla dirigenza aziendale". C'è pericolo di fraintendere le funzioni; perciò il testo va migliorato.

Per l'azienda ospedaliera, invece, poco chiari i parametri sulla ripartizione del fondo sanitario. Se fossero indicati con precisione - ha detto Selis - si potrebbe avviare una migliore programmazione, anche pluriennale.

Sono intervenuti per puntualizzazioni e chiarimenti i consiglieri  Ibba (Sdi), Frau (Progetto Sardegna), Uggias (Margherita), Oppi (Udc), Vargiu (Riformatori), Liori (An), Licandro (FI), Gallus (Fortza Paris), Cocco (Margherita), Lai (Ds).(adel)


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