CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII legislatura
Proposta di legge dell'Uds fissa la procedure per l'affidamento di consulenze "a persone estranee all'amministrazione". L'on. Mario Floris: la trasparenza sgombra il campo da illazioni e favorisce il buon governo
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Cagliari, 26 novembre 2005 - Tante consulenze (ma quante?) conferite dalla Giunta senza nessun controllo da parte del Consiglio. Consulenze onerose, sicuramente motivate ("ma perché ricorrere all'esterno - si chiede l'on. Mariolino Floris - se quel lavoro può essere svolto dal personale regionale in servizio, soprattutto se si tratta di materie trattate nell'attività ordinaria?") ma sulle quali manca un'informazione puntuale e documentata. Sul Buras, la "gazzetta ufficiale" della Regione sarda gli incarichi sono pubblicati "per estratto", con una lunga serie di omissis, soprattutto nelle motivazioni che hanno determinato quel provvedimento. "Si ha l'impressione - aggiunge Floris - di essere di fronte a una società segreta, oggi che viviamo l'età dell'informazione ed anche la massoneria rende noti gli elenchi dei propri iscritti".
Per questa ragione ("una ragione di trasparenza") l'Uds ha presentato una proposta di legge che intende disciplinare le "procedure per l'affidamento di consulenze a persone estranee all'amministrazione regionale".
La Sardegna è, in questo campo, fanalino di coda. Molte altre Regioni hanno legiferato in materia con puntualità. Gli incarichi devono seguire un percorso: intanto l'utilità finalizzata a migliorare il rendimento dell'amministrazione; in secondo luogo le specifiche competenze dei consulenti, a volte troppo sbrigativamente definiti "esperti"; in terzo luogo la spesa ("si dice che i consulenti siano pagati più dei dirigenti"); in quarto luogo la valutazione del lavoro svolto e dei risultati conseguiti.
La proposta di legge, firmata dall'on. Floris e dall'on. Oscar Cherchi, prevede che l'assessore dichiari, preventivamente, che "tra tutto il personale regionale non esistono figure professionali o competenze idonee ad assolvere le funzioni oggetto della convenzione"; che gli incarichi, a tempo determinato e per non più di tre esercizi
(un manager dà il meglio di sé in questo arco di tempo), devono essere conferiti a "veri" esperti; che, quando il compenso supera i 50 mia euro, la Giunta deve acquisire il parere della competente commissione consiliare ed entro 30 giorni dall'affidamento la documentazione relativa deve essere inviata ai consiglieri.
Quando si affronta la manovra finanziaria, la Giunta dovrà fornire al Consiglio l'elenco di tutti gli incarichi, con relativi costi, accompagnati da una relazione sugli obiettivi previsti e raggiunti.
Ma c'è un altro aspetto (di costume politico?) da mettere in evidenza: la Finanziaria 2004 decideva di mandare a casa i dipendenti al compimento del 65esimo anno, in difformità rispetto alla legge delle Stato che, a richiesta, prevede una proroga di due anni. Pare che, con assoluta discrezionalità, alcuni funzionari collocati in pensione "siano stati ripescati con contratti di consulenza prolungati anche a cinque anni".
La legge - sostiene l'on. Floris - aiuta la trasparenza dell'amministrazione. "Sono sicuro che nessuno abbia nulla da nascondere, che gli incarichi sia stati conferiti per utilità del buon governo", aggiunge, perciò "sono convinto che tutti faranno a gara per sostenere questa iniziativa", che sgombra il campo da ricorrenti illazioni (ma i consulenti sono davvero tanti, quanto costano e quanto "rendono"?).
La proposta di legge seguirà ora l'iter consiliare, passando per la competente commissione. Percorso che l'on. Floris prevede - visto l'argomento - rapido e favorevole.
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