CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII legislatura
"Vogliamo che la Sardegna sia la prima Regione a chiedere il referendum per abrogare la legge sulla devolution": è la posizione di Riformatori, Udc e Fortza Paris. Mozione in Consiglio.
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Cagliari, 23 novembre 2005 - La Sardegna vuole essere la prima regione italiana a chiedere il referendum sulla legge di devolution "che disgrega lo Stato e appiattisce la specialità". L'iniziativa è di Udc, Fortza Paris e Riformatori, "componente centrista del centrodestra"; presenteranno una mozione in Consiglio che "impegna la presidenza della Regione ad attivare tutte le procedure necessarie a richiedere al presidente della Repubblica l'indizione del referendum". Riformatori e Fortza Paris identificano questa posizione a livello di gruppo e di partito, l'Udc, che in parlamento ha votato la legge di Bossi, partecipa a livello "di persone e di gruppo consiliare".
E' importante essere i primi perché, ha ricordato con un po' di enfasi l'on. Roberto Capelli (Udc), dalla Sardegna è partita l'unità d'Italia e dalla Sardegna si vorrebbe che partisse la "ricostruzione" dello Stato, fortemente indebolito da una legge che alimenta "egoismi regionali", annulla il principio di solidarietà nazionale (ogni Regione deve pensare a se stessa) e sicuramente non ridurrà il gap fra Regioni ricche e povere.
"Non proviamo alcuna simpatia per la devolution bossiana, neppure lontana parente del federalismo che immaginiamo", ha detto l'on. Pierpaolo Vargiu (Riformatori). Della legge "salviamo solo due aspetti: l'elezione diretta del premier e la riduzione del numero dei parlamentari", ha aggiunto l'on. Sergio Pisano (Riformatori); tutto il resto "mortifica soprattutto il meridione", riaccende la vecchia questione delle "due Italie", lacera un'unità faticosamente costituita. Il passo fra autonomia e indipendenza è breve, ha detto l'on. Franco Ignazio Cuccu (Udc).
Il referendum, ha ricordato Capelli, sarà comunque un momento importante di riflessione e verifica; per salvaguardare i valori basilari dell'autonomia è necessario tenere viva la tensione e sollecitare la partecipazione della gente. La devolution è stata approvata frettolosamente; "non era questo il momento" dal punto di vista politico. E la fretta è stata cattiva consigliera.
Naturalmente il discorso non finisce col referendum. Si aprono varchi nello Stato solidale e federale ed occorre occuparli riscrivendo lo Statuto a difesa della specialità sarda, come ha sottolineato l'on. Silvestro Ladu (Fp). Inevitabile il richiamo all'Assemblea costituente, "elemento di unità" per le scelte future. I Riformatori la chiedono con forza e dello stesso avviso sono le altri forze politiche centriste. La Costituente "è la forma più alta", di partecipazione e di contenuti, per riscrivere una carta costituzionale che difenda e rafforzi l'autonomia dei sardi, ottenendo alcuni specifici riconoscimenti, prima di tutto l'insularità.
"Noi speriamo - ha concluso Vargiu - che su queste posizioni il Consiglio regionale dimostri coesione e ritenga questa battaglia fondamentale per il nostro futuro". (adel)
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