CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII legislaturaLa commissione Sanità ha incontrato i vertici della Asl 8 e visitato gli ospedali Santissima Trinità e San Giovanni di Dio. Presto un piano strategico triennale indicherà le scelte della nuova dirigenza. Illustrati dal dg Gumirato i punti "dolenti" della gestione sanitaria ed economica
Cagliari, 28 settembre 2005 - La Settima Commissione (presidente l'on. Pierangelo Masia) ha incontrato i vertici della Asl 8 ed ha visitato gli ospedali Santissima Trinità (Is Mirrionis) e San Giovanni di Dio (civile) nell'ambito dell'indagine conoscitiva avviata in previsione della discussione del piano sanitario regionale. Un appuntamento ritardato per dare tempo al nuovo manager, Gino Gumirato, in carica da cinque mesi, di acclimatarsi al timone della più grande azienda sanitaria sarda (550 mila abitanti e una mobilità attiva dai fuori zona, oltre 100 sedi territoriali che diventeranno circa 150 quando sarà definito il nuovo disegno della Provincia, 0tto ospedali e 11 case di cura). Una dimensione che richiede tempi di programmazione e, insieme, interventi immediati per rispondere alla domanda di salute del territorio.
Le competenze arriveranno sino a Isili (ceduta dall'Asl di Nuoro) e si spostano a ovest sino a Teulada e Siliqua.
I risultati della cura Dirindin non si sono ancora visti, ma Gumirato precisa: "Sarei un mago se in cinque mesi fossi riuscito a migliorare la situazione", che non è eccellente, se calcolata sui 1650 posti letto effettivamente utilizzati; lo è, ancor meno, se le statistiche venissero compilate sui 1850 posti letto accreditabili (200 sono in fase di ristrutturazione o di cambiamento). Il tasso di occupazione è il punto dolente. La legge nazionale fissa una soglia minima (75%) al di sotto della quale il sistema colleziona debiti. Quella soglia la raggiunge la Asl 8, che è solo un "aspetto" della sanità cagliaritana. Il "Brotzu" è al di sotto del 70 e le case di cura del 60 per cento. Perciò il ventilato problema del taglio dei posti letto - ha affermato Gumirato - è in realtà un falso problema, perché nella erogazione dei servizi non cambierebbe nulla.
Il 30 per cento dei pazienti dimessi da ricoveri ordinari e day hospital riguardano la sanità privata. La Asl, nel 2004, ha mantenuto le posizioni dell'anno precedente non solo in fatto di numeri, ma anche di "peso medio" (valore che misura la complessità delle prestazioni; non si fanno alcune prestazioni perché più costose e meno remunerative e ciò abbassa il peso medio, che, comunque è migliore rispetto ad "altre strutture pubbliche " e sensibilmente migliore rispetto alle case di cura private).
La Asl 8 ha, comunque, un ruolo leader: lo dimostra la mobilità attiva (pazienti in arrivo da altre Asl). Ma qui si registra una discrepanza: i numeri dell'azienda non coincidono con quelli dell'assessorato regionale (che pare non abbia strumenti idonei di rilevazione), per cui non arrivano alla Asl le competenze spettanti, calcolate fra i 22 e i 24 milioni di euro. Situazione che scompensa il conto economico, dove, peraltro, i costi sono aumentati del 10 per cento rispetto ad un finanziamento cresciuto del 5 per cento.
Sui costi incide molto la spesa farmaceutica (il 36 per cento dell'acquisto di servizi) che, tuttavia è calata il estate del 2,5%. Incidono anche le case di cura (23%) le cui tariffe sono aumentate del 21%.
Per il 30 settembre l'Asl 8 avrebbe dovuto presentare alla Regione un piano strategico, che diventerà il principale strumento di programmazione. "Abbiamo chiesto una proroga", ha annunciato il top manager, che ha annunciato alcune linee di tendenza: una è quella di mettere ordine nella riabilitazione. La legge dello stato non riconosce alcuni interventi, giudicando "inappropriati". Se la Regione continuerà a erogare queste prestazioni, dovrà pagarsele di tasca. Anche sulla farmaceutica è necessario - ha sostenuto Gumirato - un altro sistema organizzativo; l'attuale modello (depositi ospedalieri e dentro i reparti, senza una rotazione veloce) si presta al rischio di furti (secondo Mediobanca e Istat sono dell'ordine del 9%) e di materiale in scadenza (8%).
Prevista anche la rotazione dei dirigenti, una volta definiti i profili ottimali. "Ho trovato un'azienda dove i dirigenti non decidevano", perciò è stato creato un gruppo di lavoro che ha iniziato il percorso.
Strutture obsolete e poco funzionali, ma anche sprechi evidenti nelle ristrutturazioni, chiedono interventi radicali. A Is Mirrionis ci sono sette blocchi operatori diversi e sette diversi centri di sterilizzazione: "Sono stati buttati via molti miliardi con una scelta sbagliata". Ora, sfruttando i tunnel realizzati sotto la rete viaria (inizialmente si era partiti con l'idea di sottoservizi; poi il lavoro è stato ampliato realizzando due km di tunnel) si può pensare alla robotizzazione di alcuni servizi.
Il San Giovanni di Dio £"ha enormi problemi di sicurezza". Due soli ascensori usati "per tutto", dal trasporto di malati al personale, dal trasporto delle vivande a quello dei rifiuti. Il pericolo di incendi (a parte i casi di cui recentemente si è occupata la cronaca) è stato denunciato dai vigili del fuoco. Ma i 7,2 milioni di euro per intervenire "ha senso spenderli per migliorare una situazione che rimane precaria"? Senza contare che i lavori avranno "un impatto drammatico".
Altro nodo da sciogliere è la radioterapia. Più di 4mila malati ogni anno compiono i viaggi della speranza. C'è un project financing ancora in piedi; da riprendere - ha precisato il direttore generale - ma con tecnologie all'avanguardia, non con soluzioni "inadeguate e inaccettabili".
Poi, nell'elenco della spesa, il pronto soccorso ("necessaria la gestione dei 'codici bianchi'", cioè le persone che non hanno requisiti di urgenza". Spetterà alla medicina di base fare da filtro), le liste di attesa ("c'è carenza di 'appropriatezza' e ciò genera situazioni che, senza l'aiuto dell'ospedale e del territorio è difficile correggere").
Stanno per partire, invece, le tre Rsa pubbliche (finiti i lavori, sono iniziati i collaudi: tempi, due o tre mesi) e quanto all'unità spinale (al Marino) bisogna potenziarla, ma non raddoppiare i posti letto (sono 15).
Non si è parlato di azienda mista, né dello scorporo del microcitemico e dell'oncologico, "per liberare - ha detto l'on. Giorgio Oppi, Udc - questo mastodonte di qualche struttura".
Nella discussione sono sono intervenuti Alessandro Frau (PS), il presidente Masia, Pierpaolo Vargiu (Riformatori), Giorgio Oppi (ha contestato il risparmio sui farmaci), Silvio Cerchi (Ds), Antonello Liori (An), Paolo Fadda (Margherita), Mondino Ibba (Sdi), Onorio Petrini (FI) e Giommaria Uggias (Margherita).
Poi la visita ai due ospedali Santissima Trinità e San Giovanni di Dio. Prevista, in seguito, la visita delle altre strutture ospedaliere. (adel)
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