CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII legislatura

I presidenti dei Consigli delle Regioni a Statuto speciale "preoccupati" per le modifiche alla seconda parte della Carta Costituzionale. "La riforma federalista riduce le nostre autonomie speciali"


Cagliari, 12 settembre 2005 - Il disegno di legge di modifica della seconda parte della Costituzione, approvato in prima lettura dai due rami del Parlamento, che la Camera dei Deputati si appresta a riesaminare, a partire dal prossimo lunedì 19 settembre, "non convince" i presidenti dei Consigli delle Regioni a Statuto speciale e delle Province autonome di Bolzano e Trento. Molti dubbi e perplessità erano stati espressi, dagli stessi presidenti delle Assemblee regionali "speciali", nel corso della solenne "assemblea delle elette e degli eletti" dello scorso mese di luglio, quando, nell'aula di Montecitorio, davanti al Capo dello Stato ed ai presidenti dei due rami del Parlamento, il presidente del Consiglio regionale, Giacomo Spissu, aveva difeso le ragioni e la validità delle autonomie speciali riconosciute, dai padri costituenti, ad alcune regioni italiane.

In quella occasione, il presidente dell'Assemblea sarda aveva ricordato le ragioni storiche, politiche, culturali che avevano portato i Costituenti a prevedere particolari forme di autonomia speciale per regioni, come la Sardegna, la Sicilia, la Valle d'Aosta, il Friuli Venezia Giulia e le province di Trento a Bolzano, caratterizzate da particolari condizioni geografiche, da difficoltà economiche, da un preoccupante sottosviluppo, ma anche da particolari tensioni politiche dovute alle loro obiettive condizioni di disagio economico e sociale.

"Ragioni e situazioni che non sono state ancora rimosse" e che sono state affrontate, approfondite, nel corso di una riunione alla quale hanno partecipato i presidenti delle assemblee legislative delle regioni a Statuto speciale e delle province autonome, che si è tenuta oggi, ad Ayas, in Valle d'Aosta, proprio per esaminare alcuni particolari aspetti del "ruolo delle autonomie speciali, alla luce del progetto di riforma costituzionale", che apre nuovi scenari, caratterizzando in senso federalista il sistema istituzionale italiano, ma che rischia di innescare preoccupanti conflitti tra lo Stato e le regioni ad autonomia speciale, di favorire una gravissima "confusione istituzionale".

"La conferenza Stato-Regioni, ha commentato al termine della riunione il presidente Giacomo Spissu, è il luogo più adatto per un serio e sereno confronto su questi temi. Le regioni e le province ad autonomia speciale, in quella sede, devono portare avanti le loro giuste rivendicazioni, per ottenere il rispetto delle specialità che ci sono state riconosciute al momento dell'approvazione della nostra carta Costituzionale". Riforme e modifiche costituzionali, infatti, non possono prescindere dalla tutela e dal riconoscimento dei nostri diritti, dei poteri che ci sono stati "riconosciuti, in quella storica occasione".

Per rendere più incisiva l'azione di difesa e di rivendicazione delle "nostre prerogative", il presidente Spissu ha anche proposto un incontro con i parlamentari eletti nelle regioni "speciali", per chiedere ed ottenere il loro "prezioso" sostegno e, successivamente, "ma in tempi brevi", un incontro con i ministri La Loggia e Calderoli.

I presidenti dei Consigli e delle assemblee provinciali, al termine dell'incontro, hanno anche approvato un ordine del giorno (allegato) con il quale ribadiscono la netta contrarietà all'approvazione del disegno di legge costituzionale di riforma della parte seconda della Costituzione "in quanto nessun ordinamento che pretende di qualificarsi "federale" può essere realizzato senza il concorso ed il consenso, con pari dignità, di tutti i soggetti che lo costituiscono"; anticipano di essere decisi a promuovere, "ove ne ricorrano le condizioni, il referendum confermativo sul disegno di legge costituzionale" ed invitano i parlamentari delle regioni a Statuto speciale "a rappresentare, nelle opportune sedi istituzionali, le posizioni espresse dai presidenti dei Consigli delle Regioni speciali e delle Province autonome nel presente ordine del giorno". (mc)

Allegato

ORDINE DEL GIORNO

I Presidenti dei Consigli delle Regioni Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Trentino-Alto Adige/Südtirol, Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste, il Presidente dell'Assemblea regionale siciliana, la Presidente del Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano e il Presidente del Consiglio della Provincia autonoma di Trento, riunitisi ad Ayas, in Valle d'Aosta, il 12 settembre 2005,

PRESO ATTO

che la Camera dei deputati riprenderà lunedì 19 settembre 2005 l'esame del disegno di legge costituzionale di modifica della parte seconda della Costituzione, già approvato, in prima deliberazione, dalla Camera il 15 ottobre 2004 e dal Senato il 23 marzo 2005, in vista della sua definitiva approvazione;

RICHIAMATO

l'ordine del giorno, approvato a Trieste, il 3 agosto 2004, da tutti i Presidenti dei Consigli delle Regioni a Statuto speciale e delle Province autonome, con il quale:

- esprimevano forte preoccupazione sul disegno di legge costituzionale di modifica della parte seconda della Costituzione, il quale nell'intento di completare la riforma in senso federale dello Stato, avviata nel 2001, finisce, in realtà, per penalizzare le Regioni speciali, con evidente sacrificio delle condizioni di particolare autonomia già possedute;

- valutavano che la composizione del preteso Senato "federale" della Repubblica appare ben lontana dalla connotazioni proprie di una camera realmente rappresentativa degli enti territoriali;

- affermavano che la reintroduzione del controllo di merito sulle leggi regionali e provinciali, da attivarsi da parte del Governo in presenza di una supposta lesione dell'interesse nazionale, rappresenta un forte arretramento rispetto alle condizioni di autonomia riconosciute dalla riforma costituzionale del 2001;

- ribadivano al Governo ed al Parlamento la netta contrarietà delle autonomie speciali a subire un ridimensionamento del proprio ruolo storico, confermato dall'articolo 116 della Costituzione;

- assumevano l'impegno di intraprendere, anche in accordo con i rispettivi Esecutivi, ogni utile iniziativa volta a contrastare l'approvazione di norme espressione di un superato principio di supremazia statale ed a promuovere modificazioni del testo di riforma costituzionale in itinere finalizzate a salvaguardare le proprie forme e condizioni particolari di autonomia;

RILEVANO

che le posizioni assunte dai Presidenti dei Consigli delle Regioni speciali e Province autonome e le istanze dei medesimi espresse non sono state adeguatamente tenute in considerazione in sede di approvazione, in prima deliberazione, da parte della Camera dei deputati e del Senato del disegno di legge costituzionale di modifica della parte seconda della Costituzione, con conseguente svilimento del ruolo storico ed istituzionale delle autonomie speciali;

CONSTATANO

che, in sede di seconda deliberazione, ai sensi dei regolamenti interni della Camera e del Senato, il testo del disegno di legge costituzionale non potrà essere ulteriormente modificato;

RIBADISCONO

la propria netta contrarietà all'approvazione del disegno di legge costituzionale di riforma della parte seconda della Costituzione, in quanto nessun ordinamento che pretende di qualificarsi "federale" può essere realizzato senza il concorso ed il consenso, con pari dignità, di tutti i soggetti che lo costituiscono;

SOTTOLINEANO

che il disegno di legge costituzionale non solo non risolve i difetti di coordinamento nei rapporti tra Stato e Regioni, generati dalla riforma del Titolo V della Costituzione del 2001, ma introduce elementi di incertezza e contraddittorietà nel riparto delle competenze legislative, tali da incrementare ulteriormente il contenzioso costituzionale tra Stato e Regioni;

ASSUMONO

l'impegno di intraprendere l'iniziativa, riconosciuta ai Consigli regionali dall'articolo 138, secondo comma, della Costituzione, volta a promuovere, ove ne ricorrano le condizioni, il referendum confermativo sul disegno di legge costituzionale;

INVITANO

i parlamentari delle rispettive Regioni  a rappresentare nelle opportune sedi istituzionali le posizioni espresse dai Presidenti dei Consigli delle Regioni speciali e Province autonome nel presente ordine del giorno.

Ayas, li 12 settembre 2005

Il Presidente del Consiglio della Regione Friuli Venezia Giulia

Il Presidente del Consiglio della Regione Sardegna

Il Presidente del Consiglio della Regione Trentino - Alto Adige/Südtirol

Il Presidente del Consiglio della Regione Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste

Il Presidente dell'Assemblea regionale siciliana

La Presidente del Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano

Il Presidente del Consiglio della Provincia autonoma di Trento 


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