CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII legislatura

I comuni di Dolianova e Donori contrari a qualunque nuova autorizzazione per l'ampliamento della discarica di Serdiana


Cagliari, 2 agosto 2005 - Gli abitanti dei comuni di Dolianova e di Donori non "sono più disposti a fare sacrifici, a subire gravissimi disagi, perché gli altri comuni del sud dell'Isola non hanno ancora voluto avviare le necessarie campagne per la raccolta differenziata dei rifiuti urbani". Lo hanno detto i rappresentanti dei due importanti centri del Parteolla, il sindaco di Dolianova Luigi Piano ed il vicesindaco di Donori Ambrogio Muscas, nel corso di una "audizione" in commissione Agricoltura ed Ambiente, presieduta da Alberto Sanna, da tempo impegnata nel cercare di "capire" intrecci ed interessi che gravitano attorno al delicato problema dello smaltimento dei rifiuti.

Il blocco temporaneo dell'inceneritore del Casic, hanno detto i rappresentanti dei due importanti centri, ha portato ad un notevole incremento dello smaltimento nella discarica di Serdiana, dove quotidianamente vengono smaltite 470 o 480 tonnellate di rifiuti, provenienti da tutti i centri della "vasta area di Cagliari", aggravando la difficile situazione dei due paesi. Una situazione che potrebbe anche diventare più grave, innescando possibili tensioni, perché la società proprietaria dell'impianto ha chiesto una nuova autorizzazione per aumentare le sue capacità di stoccaggio, per portare l'impianto sino a 5 milioni di metri cubi, un'enorme montagna di sacchetti, di rifiuti imballati che renderebbe ancora più grave la situazione igienica ed ambientale dei paesi della zona.

La discarica, che più o meno copre una superficie di una ventina di ettari, è quasi al confine con il territorio comunale di Dolianova, ad un tiro di schioppo dal centro di Donori. Per ora non si sono accertati gravi pericoli per la salute pubblica, ma se le analisi che si stanno effettuando sull'aria, sull'acqua e sui suoli della zona non hanno messo in luce il pericolo di preoccupanti patologie, certamente la situazione ambientale complessiva non è delle migliori, vista la eccessiva presenza di camion, di uccelli, il poco piacevole odore che proviene dall'impianto di smaltimento.

Dolianova e Donori, con i vicini Settimo e Soleminis, hanno da tempo avviato la raccolta differenziata dei rifiuti, con fatica e costi per le amministrazioni e per gli abitanti dei paesi "virtuosi". Un sistema, secondo le norme nazionali, in grado di ridurre, almeno parzialmente, l'esigenza di realizzare nuove discariche, potendo utilizzare le nuove, e più rispettose dell'ambiente, tecniche di riciclaggio o di valorizzazione dei materiali raccolti.

Se i comuni della Sardegna meridionale avessero osservato le norme nazionali, la situazione sarebbe ben diversa, i costi per la collettività, dal punto di vista ambientale, decisamente più sopportabili, forse si sarebbero trovati anche altri siti idonei alla realizzazione di impianti per la lavorazione e valorizzazione dei rifiuti. Invece, si continua con il vecchio sistema di inviare in discarica o di bruciare i rifiuti urbani. Ma queste scelte non possono continuare a ricadere su quei comuni che hanno rispettato le norme in vigore. Per questo, i rappresentanti di Dolianova e di Donori hanno confermato la loro più decisa contrarietà a qualunque ampliamento della discarica in attività ed hanno sollecitato iniziative decise per "convincere" la Regione e gli enti locali ad avviare forme di cernita, di recupero e di riutilizzo più moderne, ecologicamente più valide, di quanto quotidianamente producono o buttano le famiglie di questa parte della Sardegna. (mc)


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