CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII legislatura

Il calendario venatorio regionale ed i problemi della caccia approfonditi dalla commissione Agricoltura del Consiglio regionale, che ha incontrato, in audizione, l'assessore dell'Ambiente


Cagliari, 13 luglio 2005 - I criteri seguiti dall'assessore regionale dell'Ambiente, Tonino Dessi, nel predisporre il calendario venatorio per questa stagione di caccia la corrente sono stati largamente condivisi dalla Quinta commissione permanente del Consiglio regionale presieduta da Alberto Sanna. La commissione Agricoltura ed Ambiente, infatti, nel pomeriggio ha sentito in audizione il responsabile delle politiche ambientali della Regione, accompagnato da dirigenti dell'assessorato De Martini e Sanna, con il quale ha voluto approfondire alcuni dei "temi scottanti" che suscitano, ogni anno, vivaci polemiche tra i cacciatori, gli ambientalisti, la Giunta regionale.

Questa volta, ha detto Tonino Dessi, sembra che le cose vadano meglio. L'assessorato, infatti, prima di emanare il calendario venatorio, a lungo "discusso" con il Comitato faunistico regionale (che lo ha approvato con un solo voto contrario nella votazione finale), ha sentito i pareri delle università isolane, degli istituti per lo studio della fauna selvatica, le associazioni venatorie, i rappresentanti degli organismi professionali, esperti e studiosi di diversa estrazione e preparazione. Le indicazioni, le proposte, in larga parte sono state simili, largamente condivise. Le popolazioni della pernice e della lepre sarda sono scarse, "in alcuni casi è stata chiesta la chiusura anche per cinque anni", così come da molte parti è stato sollecitato il "silenzio venatorio", la sospensione della caccia tra la chiusura alla nobile e l'apertura al cinghiale. L'assessorato, tuttavia, ha cercato di mediare le diverse posizioni e, nel rispetto assoluto delle leggi comunitarie e nazionali, ha predisposto un calendario che "rispecchia, quasi fedelmente, quello tradizionale". Si è tornati alle mezze giornate alla nobile, che sono passate da quattro a cinque; si sono confermati i limiti per i carnieri, si è deciso un silenzio venatorio ridotto ( due settimane invece delle quattro richieste), si sono confermati date e numero dei capi abbattibili per la caccia grossa e la migratoria. Per il mese di febbraio, ha aggiunto l'assessore Dessi, "nulla da fare", dopo l'ennesima sentenza della Corte Costituzionale che ha, pesantemente, richiamato la Regione all'osservanza delle norme nazionali e comunitarie in materia di tutela e salvaguardia dell'ambiente.

Deroghe ed "allungamento della stagione venatoria", quindi, sono assolutamente impensabili, sino a quando non sarà modificata la famosa 157, la legge sulla caccia che, però, non sarà certamente cambiata prima della fine di questa legislatura "nazionale".

La caccia, però, è un argomento vivo, palpitante, che suscita contrasti e polemiche. "Cercheremo di modificare le leggi per renderle più rispondenti alle mutate condizioni generali"; ha aggiunto Tonino Dessi; l'assessore, d'altro canto, deve tutelare il patrimonio faunistico regionale, deve cercare di farlo crescere, ma deve tener conto anche delle tradizioni e delle "esigenze" del mondo venato isolano. Un compito difficile, affrontato con serenità anche grazie alla collaborazione che i cacciatori e gli agricoltori, i due principali soggetti del mondo dei campi e dei boschi, hanno saputo fornire.

Una collaborazione che servirà a stemperare contrasti e polemiche sempre possibili, come quella sull'aumento della tassa regionale, destinata alla sorveglianza ed al ripopolamento. La sorveglianza sarà più "attenta", ha risposto Dessi al presidente Alberto Sanna, la lotta al bracconaggio sarà intensificata. Per il resto tutto rimandato alle nuove norme, per quanto riguarda la caccia alla migratoria nel mese di febbraio (Giommaria Uggias); la conferma della bontà delle due sole giornate di caccia (Peppino Fadda); la necessità di controllare il numero dei cinghiali, ma l'esigenza di un periodo ben limitato per l'attività di caccia grossa (Giovanni Moro); l'opportunità di proteggere specie migratorie in progressiva diminuzione, come la tortora (Elio Corda) anche se sulle altre rive del Mediterraneo non si pongono gli stessi scrupoli; la necessità di prevedere un percorso "corretto" per accontentare i cacciatori che chiedono la migratoria a febbraio, senza parlare di improbabili danni (Fedele Sanciu).

Un confronto attento e "sereno" e la promessa di trasmettere alla commissione Ambiente, in tempi brevi, le proposte ed i programmi ai quali l'assessorato lavora da tempo: nuove proposte per la legge venatoria, l'istituzione degli ambiti venatori, il potenziamento del Corpo forestale e di vigilanza ambientale, il ripopolamento di molte zone, la valorizzazione del notevole patrimonio dell'azienda foreste demaniali, tutti gli altri "temi caldi" sui quali sarà necessario aprire un confronto. (mc)


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